Mi sono ricreduto, perché mi sono reso conto che la morale c'entrava poco o nulla. O meglio: se per la Chiesa la questione della tutela (a oltranza) della vita è fondamentale, per il Governo il problema è un altro. Già, perché se nel caso Englaro il Governo ha assunto un atteggiamento chiaramente “interventista”, nel caso dell'aborto e – in particolare - nel caso dell'aborto “terapeutico”, dove il problema della “tutela della vita” mi sembra senz'altro più delicato, l'atteggiamento mi sembra decisamente più “distaccato”.
Il punto “dolente”, nell'ottica del Governo, è stato evidenziato con assoluta chiarezza dal Ministro delle Giustizia, On.Angelino Alfano: il punto è che Eluana Englaro è morta “di sentenza”.
Il problema è quindi che della sopravvivenza di Eluana Englaro (o meglio del “diritto” di veder sospesa le cure che la mantenevano in vita) abbiano deciso dei giudici?
Francamente non vedo il problema: in uno stato di diritto mi sembra del tutto normale (e auspicabile) che dell'interpretazione delle leggi decidano i giudici. Chi altri?
Si è detto che i giudici non avrebbero dovuto decidere senza una legge che regolasse la fattispecie.
Tuttavia esistono principi giuridicamente validi (e vincolanti per i giudici) che si trovano non solo nelle leggi, ma anche nella Costituzione, come si è riconosciuto a proposito del diritto del malato di rifiutare cure, anche necessario per salvare la sua vita.
In questo quadro i giudici che hanno sottoscritto la sentenza (assumendosene le relative responsabilità giuridiche, oltre che morali) non avevano il diritto (anzi: il dovere) di pronunciarsi sulla domanda di far cessare quelle particolari cure (alimentazione forzata)?
Sulle conclusioni dei giudici si potrà discutere all'infinito (ma è singolare il fatto che si sia discusso di tutto, ma che della effettiva motivazione dei provvedimenti, si è parlato in modo molto indiretto e spesso sommario), ma la questione ha una sua dignità e delicatezza.
Il fatto, però, che un giudice sia stato chiamato a pronunciarsi di una simile questione non mi sembra avere nulla di sbagliato o “eversivo”, tutt'altro.
22 commenti:
Parole sante. E non dimentichiamo che in proposito si sono pronunciate la Corte d'Apello di Milano, la Cassazione, la Corte Costituzionale (sul conflitto di attribuzioni) e la Corte Europea..che altro si pretende?!! Gli aspetti "eversivi" in tutta la vicenda sono stati ben altri...
Dici bene, i giudici avevavo il 'dovere' di pronunciarsi sulla domanda. Lo hanno fatto.
Potrebbe, il ministro Alfano, ravvisare profili 'oggettivi' di responsabilità in capo ai giudici, per la decisione? Mi permetto di dubitarne...
Trovo semplicemente vergognoso che questa terribile vicenda sia stata (e,purtroppo, continui ad essere) strumentalizzata dalla politica.
E frasi come quella dell'on. Alfano fanno molto pensare...
Sicuramente è stata una questione meramente politica in cui i giornali hanno fatto da cassa di risonanza.
Quello che mi fa ridere, o forse mi rattrista, è che la maggior parte delle persone ha preso posizione sul caso singolo e non sul problema reale.
Un esempio è stato quello di mia madre che ha detto che bisognava salvare Eluana, ma che se fosse toccato a lei avrebbe voluto che la lasciassero morire.
Questa, purtroppo, è la mentalità dell'italiota medio...
@Maurizio:
non è solo questione di mentalità italiota. C'è un grosso potere dei media di convincere la gente che una cosa, una cosa qualsiasi, è diversa da qualsiasi cosa conosciuta .....
bah
Ho cancellato il commento 'biblico' che stavo scrivendo. HD sa come la penso, per grandi linee. Il caso di Eluana è per molti aspetti eccezionale, ma non sono così sicuro che sia eticamente (e quindi giuridicamente/costituzionalmente) legittimo negare qualsiasi forma di supporto medico. Mangiare e bere non sono una tecnica rianimatoria per supportare quegli organi involontari che solo la natura deciderà quando fermare, sono il minimo indispensabile per la sopravvivenza di chiunque, perfino del decatleta che partecipa alle Olimpiadi. Qui sta l'originalità tragica della vicenda, negare ogni modalità di supporto medico, fermare un cuore e dei polmoni che proseguono imperterriti per la loro strada.
Senza altri supporti più o meno sofisticati.
Eluana non è morta di sentenza, é morta di collasso renale perchè privata dei liquidi che le erano necessari. Alla natura hanno un pochino preso la mano ed a me piacerebbe scrivessero sulla mia lapide che sono morto di morte naturale. Non serve spiegare esattamente le modalità
@Marifaliero:
peccato che hai cancellato il post 'biblico' :-(
Sul caso Englaro (mi rifiuto di chiamarla per nome: non è mia sorella o una mia conoscente e mi sembra che il nome di questa poveretta sia ormai diventato - a sua insaputa e magari contro ogni sua volontà - un simbolo di una battaglia che si è combattuta su di lei, ma forse non sempre per lei ...) non ho certezze, ma una domanda sì: se posso chiedere di non essere attaccato alla macchina che mi fa respirare, perchè _debbo_ essere attaccato alla macchina che mi fa mangiare, anche quando avessi espresso la volontà di non essere tenuto in vita artificialmente?
@HD
Mi diventa difficile far coincidere la ventilazione assistita (certamente atto terapeutico significativo) con l'alimentazione (atto terapeutico minimo).
Perchè l'alimentazione dovrebbe essere un atto terapeutico minimo?
P.S
@Anonimo
Propongo di lasciare un ferito grave direttamente dentro la macchina.
Vuoi discutere o fare ideologia?
Herr Doktor, questa volta mi permetto di divergere dal tuo pensiero e di essere d’accordo con Marin Faliero, infatti anch’io credo che non sia giuridicamente e costituzionalmente legittimo privare un essere umano della nutrizione e dell’idratazione, che non possono essere considerate come accanimento terapeutico, in quanto sono estremamente indispensabili per la sopravvivenza.
A parte tutte le strumentalizzazioni, che, è noto, fanno parte del circo mediatico della politica, appare chiaro che i giudici siano dovuti intervenire in questa diatriba per avallare e spingere l’impegno parlamentare a regolamentare la fine della vita con un testamento biologico; ma il problema vero risiede altrove, cioè nei “protocolli” e nelle false certezze di una certa classe medica, giunta all’apice della propria onnipotenza, in un momento in cui si dibatte ancora sul tema della morte, se debba essere accertata inevitabilmente conseguente ad un blocco cardiocircolatorio, o respiratorio (cosiddetta morte naturale), in alcuni casi reversibili, oppure debba essere presa in considerazione, necessariamente, una morte cosiddetta “cerebrale” (Legge 29 dicembre 1993, n. 578), pur esistendo molte condizioni simili che potrebbero indurre in inganno; malgrado alcune leggi ne abbiano “stabilito” una precisa identificazione, evidenziata anche nella legislazione in materia di trapianti (Legge 644/75), vi sono molti medici che richiedono ed effettuano l’espianto di organi “a cuore battente”, in nome di una “morte cerebrale”, forse accertata troppo in fretta.
La Englaro, per dirla in modo semplice e senza ambiguità, è morta di fame e di sete, come è accaduto a Terry Schiavo, in America, anch’essa in stato vegetativo persistente, ma non di “morte cerebrale”, poiché entrambe non erano legate ad una macchina per poter sopravvivere, ma respiravano autonomamente ed avevano tutti gli organi funzionanti. Non è stata “staccata la spina” ad alcuna macchina, ma è stato tolto il sondino naso-gastrico, che assicurava ad ambedue la nutrizione e l’idratazione, provocando il blocco renale e la conseguente morte.
Inoltre, senza voler entrare nel merito dell’operato dei giudici, poiché non ho letto la sentenza a cui ti riferisci, ma basando il mio modesto parere su alcuni articoli in cui è stato riportato il caso, penso che l’intero impianto del giudicato sia stato costruito su una “presunta” volontà della Englaro, riportata dal padre, senza alcun appoggio documentale, che avvalorasse la sua testimonianza. Tutto ciò fa pensare ad un uso funzionale di un caso veramente tragico, diretto verso una regolamentazione della “morte”, pur esistendo già la possibilità di poter rifiutare l’accanimento terapeutico, anche da parte dei familiari del malato, nel caso in cui quest’ultimo non fosse in grado di intendere e di volere.
Perché, allora, interpellare i giudici per conseguire una sentenza che avrebbe lo scopo di rendere legale un diritto che esiste già?
Sarebbe opportuno che tali tristi eventi , come la morte, fossero riportati tra le mura domestiche, a contatto con i familiari della persona cara, prossima a lasciare questa vita, invece di imporre regole che costringerebbero colui il quale è in fin di vita a dover essere strattonato tra normative e camici bianchi, decretanti l’inderogabilità della dipartita.
@Marinfaliero & Lavoroalavoro:
figuriamoci se mi dispiacciono le opinioni dissenzienti (non sono mica del P.d.L. ;-) ....).
Purtroppo sono appena tornato da una lunga trasferta (tra l'altro ero a PD, ma ero 'in veste ufficiale' non ho potuto contattare gli amici .. sorry P.S. :-( )
Domani cerco di raccogliere le idee e di rispondere qualcosa di sensato ...
Esclusivamente sotto il profilo giuridico, vi (e mi) faccio però questa
domanda: se la costituzione ammette che "Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana." un privato puo' rifiutate l'alimentazione forzata? Se la risposta è sì, può essere "presunta" la volontà di rifiutare l'alimentazione forzata ove sia stata espressa la volontà di essere lasciato morire in caso di coma irreversibile che non consenta un'alimentazione autonoma?
'notte
secondo me, si...
"@Anonimo
Propongo di lasciare un ferito grave direttamente dentro la macchina.
Vuoi discutere o fare ideologia?"
Suppongo fosse rivolto a me.
Guarda che io sono rimbambito sia nel discutere che nel valutare ideologie.
Era solo una domanda.Innocente.
Molto sempliciottamente leggendo
"Mi diventa difficile far coincidere la ventilazione assistita (certamente atto terapeutico significativo) con l'alimentazione (atto terapeutico minimo)."
Si è creata nella mia testa l'equivalenza:
Non ventilo = schiatto
Non mi alimento = schiatto.
Tutto qui.
Comunque ancora non l'ho capito.
Beata ignoranza?
"Purtroppo sono appena tornato da una lunga trasferta (tra l'altro ero a PD, ma ero 'in veste ufficiale' non ho potuto contattare gli amici .. sorry P.S. :-( )"
Ma vah, dillo che era funzionale al non perdere credibilità :-D
Comunque sarei dovuto essere in facoltà oggi.In realtà mi sono finto influenzato (dopo una notte insonne e insufficiente di studio) per tentare di sfruttare un appello segreto per frequentanti next week.Sovrappongono gli esami sti porci.Possano morì ammazzati.
P.S
@Anonimo
Non è mia intenzione indispettire nessuno, ma nella mia mente (non meno sempliciotta) si è generata l'equivalenza 'non diamole da mangiare=lasciamoli direttamente nella carcassa della macchina'.
@HD
credo sia giusto interrogarsi sul significato di 'trattamento sanitario'.
Passo le giornate a cavillare sulle questioni tecnico-giuridiche, ma per una volta (vista la portata del tema trattato), cerco di interpretare un testo portato a referendum nel 1948 quando si moriva di tetano ed infezioni da gelone.
Mi permetto di dubitare fortemente sul fatto che i Padri Costituenti intendessero far rientrare pane e acqua nell'ambito sanitario, qunado pochi potevano permettersi di acquistare la penicillina dagli americani.
Il tenore letterale non può essere reso avulso dal contesto storico in cui si è realizzato.
E noi tentiamo di leggere la norma, spesso consapevoli che le norme si interpretano (o che giudici di curie diverse le interpretano in modo diverso), a seconda del significato che ne vogliamo ricavare.
Una legge è necessaria, ma evitiamo di attribuire alla Costituzione significati ermeneuticamente tirati per i capelli, e di attribuirgli capacità divinatorie.
Nel 48 mangiare e bere erano le uniche tecniche rianimatorie conosciute.
Chiudo: non è con questa Costituzione ch avremmo risolto i problemi della Signorina Engalo, ma con ben altro. Certamente da prendere per mano, prendendo spunto dalle valutazioni di IGNAZIO Marino
http://malvino.ilcannocchiale.it/post/2152650.html
'notte
@HD
Ho letto il post di Malvino. molto suggestivo peraltro.
Ma non risolve la questione che avevo sollevato sul contesto storico in cui si è sviluppata la Carta Fondamentale.
@Marinfaliero:
non penso nemmeno io che i costituenti avessero in mente l'alimentazione forzata, ma secondo me secondo me su una cosa zZilvio aveva (in parte) ragione: che scriveva la costituzione aveva in mente i regimi totalitari (e quindi l'Unione Sovietica) con il loro disinvolto uso della medicina nei confronti degli oppositori per etichettarli come malati e 'diversi' e sottoporsi a cure catte (pricipio recepito nella costituzione dell'URSS) e hanno vouto stabiire un principio di libertà assoluta del malato nei confronti delle scelte del medico che lo riguardano.
Se ci pensi è un principio valido allora come oggi ed è questo il principio che viene limitato (negato?) dal ddl in corso di approvazione,che mi sembra assegni al solo medico e non al malato il diritto di accorciare la vita ... brrr :-(
Sul caso Englaro, fai qualche ricerca sul "sondino nasogastrico" e chiediti se è così assurdo che ad un individuo (compos sui) possa essere concesso il diritto di rifiutare un simile trattamento (di carattere assolutamente 'medico', direi).
Qui si aggancia il discorso magistralmente riassunto da Malvino
ciao e a presto
--
herr doktor
Già, ma in generale questo Governo è parecchio insofferente nei confronti dei giudici e della magistratura.
@Fredduzzu:
in effetti la cosa mi sembra molto evidente
Non ho ancora letto il testo del ddl in approvazione, ma dai sunti su repubblica.it mi sembra un testo che sposta decisamente la facoltà di decisione sulle cure verso i medici, tagliando fuori non solo i magistrati, ma anche i malati stessi
NOn ci azzecca granchè, ma sapevo che ti avrebbe fatto piacere:
http://www.corriere.it/cronache/09_febbraio_24/beretta_duchesne_845a5704-024d-11de-adb7-00144f02aabc.shtml
@Marinfalero:
effettivamente 'non ci azzecca' ... ma merita ;-)
ciao
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