mercoledì 11 novembre 2009

L'ufficio illegale (parte quinta: allora si chiude?)

Prosegue l'esame della contestatissima riforma della professione forense e gli avvocati incalzano.

Non basta il ritorno ai minimi inderogabili, non bastano i divieti di pubblicità, gli ulteriori ostacoli alla pratica forense, lo scippo delle difese nei confronti dei praticanti.

Gli obiettivi sono stati ribaditi ancora oggi:

  • l'esclusiva agli avvocati della consulenza legale in ogni sua forma e dei procedimenti di mediazioni che potrebbero servire per deflazionare i processi e abbassarne i costi;

  • il 'numero chiuso'

  • l'espulsione definitiva dalla professioni di chi abbia sostenuto l'esame da pià di cinque anni.

In sostanza, non essendo riusciti a ricavarsi i loro spazi come hanno fatto altre libere professioni prive di esclusive, come i dottori commercialisti, gli spazi se li vogliono prendere per legge.

E che ce ne facciamo di quelli che questo lavoro già svolgevano in qualità di dipendenti?

Lascio parlare il comunicato delle principali associazioni imprenditoriali italiane (Abi, Ania, Assogestioni, Assonime, Confagricoltura, Confartigianato, Confcommercio, Confindustria, CNA, Legacoop):

"Se le nuove norme venissero approvate nella versione in discussione al Senato, le imprese dovrebbero rinunciare alle funzioni legali interne e sarebbero costrette a rivolgersi ad avvocati esterni per tutte le attività sopra menzionate con un impatto rilevantissimo, oltre che in termini di costi, anche sul piano organizzativo. Le imprese dovrebbero infatti trovare adeguata collocazione a tutte le risorse oggi impegnate in attività di consulenza legale interna"
Tutti a casa, quindi, perchè con i chiari di luna che ci sono .... E tutto per assecondare le voglie più corporative di una professione che non ha mai saputo esprimere – lasciatemelo dire – la minima capacità di cambiamento.

domenica 8 novembre 2009

Tranquilli, la crisi è alle spalle ....

Finchè non vedo non credo, ma in ogni caso credo poco nei numeri.

Come diceva il mio dominus quando facevo pratica (era, come si dice da noi, "un conte", ma ci beccava ...) "i numeri sono come la pelle dei co......ni, si tirano da tutte le parti".

Non so se i numeri dell'OCSE siano come quella pelle lì, ma i segni della ripresa intorno a me non li vedo proprio, salvi i prezzi che - nel silenzio generale - hanno ricominciato a salire (e non parlo solo della benzina, ma soprattutto della spesa settimanale che - rendiconto della carta di credito alla mano - sono saliti, e non di poco).

Tra i genitori dei compagni di classe dei miei figli, i disoccupati e cassaintegrati non sono calati. Anzi, una mamma ha perso definitivamente perso il posto a seguito della chiusura della ditta nella quale lavorava. Gli stipendi non sono saliti, anzi - con l'aumento dei prezzi - la quantità di beni e servizi che i lavoratori dipendenti (e parasubordinati) è calata ancora ...

Lo stato sta contraendo la spesa (parlando con i poliziotti si sentono storie da paura, di poliziotti che fanno la benzina all'auto di servizio con i loro soldi, ma che ormai non riescono neppure a far partire l'auto perché non ci sono parti di ricambio ...) e la riforma Gelmini ha appena iniziato a buttare precari fuori dalla scuola.

Mi auguro tanto che non sia così, ma il motore di questa ripresa prevista per l'Italia dai dati OCSE proprio non riesco a vederlo: se nè lo Stato nè le famiglie dei lavoratori dipendenti (la maggioranza degli italiani) non sono in grado di sostenere un aumento di spesa, mi chiedo la ripresa da dove possa venire.

Non ci vuole un esperto per farsi venire qualche dubbio, anche tralasciando il fatto che - come l'OCSE stesso avverte - si tratta di dati previsionali.

Non ci resta che sperare.

Nel frattempo non posso che osservare che in altri paesi (la Francia, ad esempio, che è indicato come il paese in più forte crescita con l'Italia) la stampa - salva la pubblicazione del comunicato stampa - e la politica non hanno dato alcun peso alla notizia.

Tanto per dare i numeri, su google news sono censiti 241 articoli in Italia che riprendevano la notizia e solo 27 in Francia ....

Quotidiani come "le Monde" non l'hanno neppure pubblicata.

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