lunedì 29 dicembre 2008

Privacy e libertà di espressione


"Come emerge in particolare dal trentasettesimo ‘considerando’ della direttiva [95/46/CE - n.d.r.], l’art. 9 di quest’ultima persegue la finalità di conciliare due diritti fondamentali, vale a dire, da un lato, la tutela della vita privata e, dall’altro, la libertà di espressione. Tale compito incombe agli Stati membri.... Nella prospettiva di conciliare questi due «diritti fondamentali» ai sensi della direttiva, gli Stati membri sono chiamati a prevedere determinate deroghe o limitazioni alla tutela dei dati, e quindi del diritto alla vita privata, previste nei capi II, IV e VI di detta direttiva. Ề consentito procedere a tali deroghe esclusivamente a scopi giornalistici o di espressione artistica o letteraria, rientranti nel diritto fondamentale della libertà d’espressione, soltanto nei limiti in cui esse risultino necessarie per conciliare il diritto alla vita privata con le norme che disciplinano la libertà d’espressione.... Onde tener conto dell’importanza riconosciuta alla libertà d’espressione in ogni società democratica, da un lato occorre interpretare in senso ampio le nozioni ad essa correlate, tra cui quella di giornalismo. Dall’altro, e per ottenere un equilibrato contemperamento dei due diritti fondamentali, la tutela del diritto fondamentale alla vita privata richiede che le deroghe e le limitazioni alla tutela dei dati previste ai summenzionati capi della direttiva debbano operare entro i limiti dello stretto necessario..... come emerge dai lavori preparatori della direttiva, le esenzioni e le deroghe di cui all’art. 9 della direttiva si applicano non solo alle imprese operanti nel settore dei media ma anche a chiunque svolga attività giornalistica".
L'interessante è, oltre al principio in se, è il fatto che la sentenza è stata resa con riferimento al caso di una società (finandese) che vendeva - letteralmente - i dati delle dichiarazioni dei redditi di quel paese.

Non voglio rivangare le polemiche sulla decisione di Visco - comunque politicamente inopportuna, dato il periodo post elettorale - ma evidenziare come la materia della tutela dei dati vada approcciata - specie dove suscettibile di limitare la libertà di esprimersi (e di conoscere) dei cittadini - in materia meno 'emotiva' di quanto si faccia in Italia, dove la "privacy" (comunque la si voglia pronunciare: "pràivasi" all'americana o "prìvasi" all'inglese) è vissuta sempre come un'assoluto e il "bilanciamento degli interessi" è stato posto sotto chiave, gelosamente custodito dall'Autorità.

In ogni caso la "libertà di stampa" non è un sinonimo di "libertà della stampa", ma va riconosciuta a ogni cittadino e a tutti gli strumenti di espressione.

Poi la smetto ... è tardi e, come disse Rossella, domani è un altro giorno.

domenica 28 dicembre 2008

La mucca catalitica?

Era un po' che volevo riprendere il tema dei brevetti, o meglio di certi brevetti e di alcuni aspetti del sistema della proprietà intellettuale che - da profano - continuano a stupirmi.

Si legge spesso dell'importanza della proprietà intellettuale, del fatto che sia importante - anzi indispensabile - per premiare gli autori e inventori degli sforzi fatti e - soprattutto - per promuovere l'innovazione e tutelare le aziende.

Non ho mai esaminato gli studi empirici che comprovano l'effetto benefico dei brevetti sull'innovazione e sulle imprese in generale, ma resto scettico e ricordo bene che un amico mi faceva giustamente notare che in Italia, fino al 1973, i brevetti sui farmaci non erano ammessi, ma l'industria farmaceutica italiana era articolata e piuttosto attiva e che dopo l'introduzione dei brevetti gran parte del mercato è caduto in mani straniere.

Negli Stati Uniti si è recentemente riaperto il dibattito (specie in materia di brevettabilità dei "metodi di business", ammessa in quell'ordinamento, come pure in Gran Bretagna) a seguito di una recente sentenza (resa dalla Court of Appeal for the Federal Circuit sul caso "Bilki"), peraltro passata quasi inosservata in ambito italiano.

In effetti quando si dice che il brevetto premia lo sforzo del'inventore e il contributo dato alla scienza, si tende a dimenticare che in realtà i parametri per accedere alla tutela brevettuale sono piuttosto bassi, essendo sostanzialmente sufficienti: la novità dell'invenzione e la sua non ovvietà. Quanto al requisito del contributo alla tecnica e la connessa applicabilità in ambito industriale (altre espressioni della massima vaghezza), che - poi - è l'aspetto più interessante della sentenza Bilski e della discussione sulla brevettabilità del software e dei metodi di business, non mi addentro.

Non è nemmeno necessario aver realizzato un prototipo dell'invenzione o dimostrare che l'invenzione funziona. E' sufficiente esprimere con chiarezza un'idea per avere il brevetto per avere un'esclusiva ventennale sull'idea stessa e a volte basta aspettare che qualcun altro (magari ignaro) la realizzi per fare qualche soldo (è il caso dei "patent trolls").

E così, come nel caso del disegno della "mucca catalitica" (si tratta di un vero brevetto depositato presso l'USPTO statunitense e presso l'EPO europeo).

Lo vorrei proprio vedere un prototipo funzionante di apparecchio per "l'utilizzazione delle emissioni del metano del ruminante, ..... un processo che utilizza il metano contenuto all'interno di esalazione del ruminante come fonte di energia" (ho quotato direttamente la traduzione automatica offerta dal sito dell'EPO).

Sostanzialmente si tratta di un metodo per prelevare le esalazioni di metano dell'intestino di una mucca direttamente dal ... corpo della medesima in modo da immagazzinare energia, salvaguardando l'ambiente. La genialità della scoperta sta nel fatto di aver osservato che la maggior quantità di metano esce dal corpo del ruminante dal ... sedere (dove sarebbe obiettivamene molto difficile intercettarlo ...) ma dalla bocca ... dove è altrettanto difficile, come si vede dalla complessità dal disegno sopra pubblicato.

Il tutto è illustrato, con gran disegni e ampie spiegazioni dell'innovazione introdotta dall'invenzione, sul sito dell'EPO (European Patent Office).

Bah ....

giovedì 25 dicembre 2008

Gola profonda ...

Se non ci si 'dà dentro' .... con il mangiare a Natale, allora quando?

Ho deciso quindi di rispolverare la ricetta della "marmitta di Dieppe", fastosa quanto serve a fare festa e complicata quanto basta a riprendere il gusto di cucinare.

Gli ingredienti sono tutti eccellenti (cozze, gamberi, salmone, capesante, funghi e panna) e - se ben cucinata - la zuppa è persino più buona della somma dei loro componenti. Vi sono altre versioni (forse l'originale) con altri tipi di pesce e senza funghi e presto o tardi le proverò, ma per ora rimango fedele a questa, anche perchè adoro l'accostamento pesce-funghi.

La preparazione è lunghetta (1 h e 1/2 o 2 a seconda dell'organizzazione .... e dello spazio in cucina) ma è perfetta per un giorno di festa.

In pratica si procede così.

Prima si cuociono le cozze 'alla marinara' (in pentola con 400 ml di vino bianco; meglio se si aggiungono un po' di scalogno e un po' di sapori).

Cotte le cozze si tolgono, si mettono da parte e nella loro acqua si cuociono gamberi e capesante.

Cotti gamberi e capesante, si tolgono e nel liquido si cuoce il salmone.

Cotto anche il salmone è meglio filtrare il liquido e metterlo in casseruola e quindi aggiungere i funghi e farlo sobbollire fino ad asciugarlo.

A questo punto, si possono aggiungere i gamberi e le conchiglie (meglio se sgusciati nel frattempo) e il salmone, far cuocere ancora un attimo, aggiungere la panna, spolverare di pepe e servire.

Il segreto è ovviamente nel rispetto dei tempi di cottura (che è meglio lasciare un filo indietro, perché gli ingredienti continuano a cuocersi lievemente quando messi via e comunque ribolliranno casseruola).

Buon appetito!


mercoledì 24 dicembre 2008

Auguri....

In un discorso a Cape Town (Sud Africa) nel 1966, Robert F.Kennedy (il fratello del più noto JFK, destinato anche lui a finire ammazzato circa due anni dopo) disse:
"C'è un'antica maledizione cinese che dice pressappoco così: 'che possa vivere tempi interessanti'. Ci piaccia o no viviamo tempi interessanti."
Vi sono molti dubbi che si tratti veramente di una antica maledizione cinese, ma la saggezza - oltre che l'ironia - del discorso di Kennedy può essere apprezzata ancora oggi. Anzi, specialmente oggi.

Qualunque cosa dica S.E. il Presidente del Consiglio on.Silvio cav.Berlusconi, siamo nell'imminenza di una crisi che entrerà nei libri di storia, per cui - in questi giorni - quando ricevo auguri di un 'fantastico' (a volte addirittura 'sensazionale') anno nuovo, quatto quatto mi tocco le .....

Visti i tempi che corrono (e come corrono!) auguro a tutti un anno , ma anche due, proprio piatto e senza eventi, magari persino noioso.

Auguri!

domenica 21 dicembre 2008

Perchè vietare i 'remix'?

Ricevo la segnalazione dal'amico Marco Scialdone e volentieri la rilancio

Divieto di Remix. Cambiamo le regole?

Il caso segnalato da Marco è molto specifico, ma ha tra l'altro riflessi molto interessanti.

Il caso parte da un'iniziativa di Fondazione Romaeuropa e Telecom Italia per lanciare grande concorso rivolto ad artisti e creativi sul web.

La particolarità di questo concorso è che è assolutamente vietata la partecipazione ad opere che costituiscano 'remix' o 'mash-up' (di precedenti opere).

Già: il problema è quello dei diritti d'autore (sulle opere remixate) e quindi gli organizzatori non vogliono correre rischi e bandiscono tutte le opere comunque basate su opere preesistenti.

Già, peccato che:

  • per la musica elettronica e le opere multimediali, oggetto del concorso, l'utilizzo di opere preesistenti sia una delle tecniche e delle forme più diffuse e, soprattutto che
  • non è affatto detto che il remix o mash-up avvengano in violazione di diritti altrui perchè vi sono ancora delle opere di 'pubblico dominio' o che consentono (ad es. perchè pubbicate sotto licenze 'Creative Commons') i riutilizzo da parte di terzi.

Sarebbe come vietare di proiettare ad una rassegna i cartoni animati di Disney perchè in gran parte basate su opere precedenti (le fiabe di Andersen e dei fratelli Grimm .....).

Già, perchè la ripresa di parti di altre opere, il reinterpretare e anche 'contaminare' temi altrui ha sempre fatto parte del percorso dell'arte e della cultura ..... quanto meno fino all'avvento del diritto d'autore, che - soprattutto nelle sue più recenti norme - riduce fin quasi ad annullare l'area del riutilizzo di temi di parti di opere altrui in un nuovo contesto creativo.

E non ditemi che ciò è nell'interesse dell'autore: il principale interesse dell'autore è che le suo opere siano conosciute ed è per l'interesse ad essere conosciuti, superando la strozzatura (in tutti i sensi) delle majors, che si sta diffondendo la musica in rete con licenza 'libera'.

Lunga vita alle licenze libere ....


mercoledì 17 dicembre 2008

Alberi di natale ...

Questo è un albero di natale un po' particolare.

Infatti è stato realizzato da un tecnico informatico che aveva ricevuto l'incarico di disfarsi di alcuni vecchi server .


Trovandosi di fronte a circa 70 hard disk di varie dimensioni e capacità, il nostro buontempone si è ben guardato dal renderli illeggibili con le tecniche più avanzate (quelle recentemente 'consigliate' dal Garante per la protezione dei dati personali), che comunque avrebbero chiesto diversi giorni.

Allora ha optato per un sistema alternativo: li ha smontati, ha estratto i 'piattelli' e ... ci ha fatto un bell'albero di natale.

Bello, no?

Non so cosa ne penserà il Garante o se alla fine abbia fatto meno fatica così, ma il risultato è per lo meno originale.

domenica 14 dicembre 2008

Regali scemi?


Il produttore dichiara di essere sommerso dalle richieste, ma garantisce che tutti gli ordini verranno evasi al più presto.

Il prodotto (chiamato 'toy taliban' ) è quanto meno singolare: si tratta di un minuscolo 'talebano' armato fino ai denti, da utilizzare come personaggio per il lego (sì, proprio i popolari mattoncini da costruzioni che tutti noi abbiamo usato da bambini).

Un ricco arsenale di riserva è parimenti disponibile sul sito ....

Che dire? Nulla. Se a qualcuno piace lo compri e ci si diverta.

In un mondo sempre più paranoico, nel quale le paure vengono spesso alimentate a bella posta, ci sta che qualcuno voglia approfittare della consolidata fama del terrorismo islamico per vendere qualcosa in più.

sabato 13 dicembre 2008

Ordine, contrordine, disordine

La vicenda della "riforma Gelmini", nonostante lo sbandierato decisionismo del governo (Consigli dei ministri nei quali in poche decine di minuti vengono approvati provvedimenti articolatissimi) sembra ormai avere più puntate di una soap opera.

L'ultima è relativa al famoso (o famigerato) maestro unico/prevalente (la legge parla chiaramente e solo di 'maestro unico', ma autorevoli esponenti del governo hanno più volte accreditato l'altra espressione, decisamente più 'morbida'), questione che ad oggi mi preoccupa molto di più di quella della riforma dell'università,vista l'età dei miei figli.

Ieri esce la notizia di un dietro-front della Gelmini. La notizia di una retromarcia viene puntualmente smentita il giorno dopo.

Un articolo di repubblica.it tenta di spiegare la situazione, ma non spiega più di tanto, proprio sul punto relativo almaestro unico.

Di nuovo, così, non ci si capisce più un c .....

Non è un caso e le colpe sono di tanti: la riforma è partita come una riforma per il contenimento della spesa pubblica (eliminare lo 'stipendificio', come testualmente si è detto), ma è stata 'venduta' come una riforma didattica (evitare di confondere i bambini) perché dir così brutalmente alle decine di migliaia di precari della scuola che la loro situazione di sarebbe stabilizzata 'al contrario' non stava bene.

La norma 'madre' della 'riforma Gelmini' (l'art.64 del d.l. l.112/08, come convertito con l.133/08) tuttavia era chiara nella sua lapidarietà (lapidaria in molti sensi ...):

Si procede, altresì, alla revisione dei criteri e dei parametri previsti per la definizione delle dotazioni organiche del personale amministrativo, tecnico ed ausiliario (ATA), in modo da conseguire, nel triennio 2009-2011 una riduzione complessiva del 17 per cento della consistenza numerica della dotazione organica determinata per l'anno scolastico 2007/2008. Per ciascuno degli anni considerati, detto decremento non deve essere inferiore ad un terzo della riduzione complessiva da conseguire, fermo restando quanto disposto dall'articolo 2, commi 411 e 412, della legge 24 dicembre 2007, n. 244

Poi la norma relativa al maestro unico - nella sua scarna formulazione - è di una flessibilità (ambiguità?) sconcertante:

Articolo 4.

(Insegnante unico nella scuola primaria).

1. Nell’ambito degli obiettivi di razionalizzazione di cui all’articolo 64 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, nei regolamenti previsti dal comma 4 del medesimo articolo 64 è ulteriormente previsto che le istituzioni scolastiche della scuola primaria costituiscono classi affidate ad un unico insegnante e funzionanti con orario di ventiquattro ore settimanali. Nei regolamenti si tiene comunque conto delle esigenze, correlate alla domanda delle famiglie, di una più ampia articolazione del tempo-scuola.


Tutto chiaro?

No: è chiaro che l'obiettivo è risparmiare (sul personale) ed è chiaro che la regola è quello del maestro unico con orario di 24 ore.

Poi si aggiungono due righe fumosissime ("Nei regolamenti si tiene comunque conto delle esigenze, correlate alla domanda delle famiglie, di una più ampia articolazione del tempo-scuola.") nel quale - alla faccia degli obiettivi didattici/di bilancio? - ci può stare tutto e il contrario di tutto.

Così non ha ragione chi dice che ci sarà una riduzione dell'orario scolastico, perché alla fine potrebbe non esserci e non ha ragione chi afferma che non ci sarà alcuna riduzione (perché potrà esserci). Comunque sembra di capire (ma giuro che non ci capisco più un c .....) che un po' di gente l'anno prossimo starà a casa,visto che non mi sembra proprio che il 'modulo' si sia salvato.



martedì 9 dicembre 2008

Mare d'inverno

Allungando di un giorno il ponte dell'Immacolata sono riuscito a fare una scappata al mare.

Sono stato fortunato: poca gente in giro, 16/18 gradi e giornate tersissime ... un'altro mondo rispetto al gelo e al grigio della pianura padana.

Fantastica la luce: forte e quasi abbagliante, visto che il sole - pur basso - non è offuscato dalla minima opacità dell'aria se non verso il tramonto, quando spunta qualche baffo di foschia.

Poi ... visto ero a due passi dalla costa azzurra, me ne torno a casa con la ricetta dei gamberoni al pastis (che trovate, con qualche interessante variante su questo blog) e un po' di vino (tutto, ... o quasi, rigorosamente in bag in box).


martedì 2 dicembre 2008

Phishing con la G maiuscola

Quest'oggi, in barba a tutti i filtri antispam e antiphishing della mail aziendale (e di quella di google ..) ho ricevuto questa mail:


"Google Online Promo © 2008

Dear Valued Customer,

Your e-mail have emerged as a winner of £500,000.00 GBP (Five Hundred Thousand British Pounds) in our 1Oth anniversary online giveaway draws.Your Winning details are as follows: Computer Generated Profile Numbers (CGPN):7-22-71-00-66-12, Ticket number: 00869575733664, Serial numbers:/BTD/8070447706/06, Lucky numbers: 12-12-23-35-40-41(12).

Contact your processing agent (Mr. Francis Henson) who has been assigned to handle your winning file and payment processing with the contact below:
Mr. Francis Henson,
Email: 2008agent.f.henson@gmail.com

Sincerely,
Mrs Eli Squier."


A pensarci bene è una boiata pazzesca: come fa google ad avere i miei indirizzi di mail (personale e aziendale)?

Eppure suona bene.

Boh, ho provato a rispondere. Per adesso nulla (nemmeno un gentile avviso di google che - guarda caso - è il gestore della casella e mail su cui si basa il tentativo di phishing).

Vi farò sapere.


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