martedì 29 novembre 2011

Programmi per elaboratori e ipotesi di 'copiatura funzionale' ...


Interessante e articolata l'opinione resa dall'Avvocato Generale presso la Corte di Giustizia dell'Unione Europea nella causa C-406/10.

L'High Court inglese ha interpellato la Corte di Giustizia dell'Unione Europea in un inconsueta causa promossa da SAS Institute Ltd contro World Programming Ltd relativa all'asserita riproduzione di funzioni di un programma per elaboratore.

Nella causa in corso in Inghilterra, una società (Sas Institute) accusava l'altra (World Programming) di aver realizzato un programma in grado di eseguire programmi di Sas (una sorta di emulatore) violando la  proprietà intellettule di quest'ultima.

E' interessante peraltro che non vi è prova che Word Programming  abbia avuto accesso al codice sorgente di Sas e quindi è difficile dire che abbia copiato in senso classico.

La causa si svolge pertanto sulla riproduzione di funzioni già implementate dal programma asseritamente 'copiato' e coinvolge vari temi, quali:

  • la tutelabilità delle idee (ipotesi nettamente rifiutata dall'Avvocato Generale, per lo meno sulla base della tutela data dal copyright);
  • la tutela dei manuali d'uso (ritenuti tutelabili in quanto siano espressione di originalità);
  • la tutela dei linguaggi di programmazione (visti dall'avvocato Generale come elementi funzionali, come tali non tutelabili);
  • la facoltà del licenziatario di risalire ai principi di funzionamento di un programma per elaboratore, con particolare riferimento alla possibilità di ricostruire i formati dei file del programma sotto osservazione (ammissibile negli stretti limiti necessari per raggiungere l'interoperabilità con altri programmi, ma non per ricostruire il codice sorgente);
Attendiamo la decisione della Corte

sabato 12 novembre 2011

Velasco - La cultura degli alibi



Questa sera c'è grande frenesia ed è giusto che sia così.

Non è che mi aspetti grandi miglioramenti a seguito delle dimissioni di Silvio Berlusconi (che rimane comunque nella posizione di condizionare pesantemente e di bloccare il paese ...), ma è un passo che andava fatto. Prima si inizia e prima si finisce ....

Poi la situazione è quella che è: vista la situazione in cui ci troviamo e la spinta dei mercati (o dei 'mercanti'?) possiamo scegliere tra una cura di "neoliberismo" (che non garantisce la ricrescita rischia di produrre pesanti danni sociali) o saltare il fosso e accettare una soluzione Islandese (dichiarare il default e accettare i crack della nostra finanza pubblica e privata). Sicuramente sceglieremo di bere l'amaro calice anche a costo del di cancellare gran parte del '900.

Shock economy, messa in pratica.

L'incredibile è che si sia giunti ad una situazione simile, a maggior ragione dopo gli sforzi e i sacrifici degli anni '90 per stabilizzare una finanza fuori controllo e entrare nell'euro ...


L'italiano è maestro di alibi, per sè e per gli altri. E' poi speciale a trovare alibi per i suoi governanti, a non chiedere loro di rendere conto delle loro azioni e a seguirli in ogni scelleratezza.

Senza una violenta reazione internazionali (suscitata dalla paura che a nostra crisi possa fare male a loro) questo governo sarebbe felicemente in carica e si preparerebbe a decidere l'elezione del prossimo Presidente della Repubblica: noi ci saremmo continuati ad accontentare di ragionamenti del tipo "tanto che ci vuoi fare", " ... sono tutti uguali" ... "siamo in Italia, queste cose sono nel nostro carattere nazionale". Mica diversi dagli argentini di Velasco ....

Non ne usciremo tanto bene, nè tanto presto (Argentina docet, anche in punto di necessità di pensare a soluzioni "anticonvenzionali" ai problemi economici), e in ogni caso chi pensa che tutto tornerà come prima si sbaglia di grosso.


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