lunedì 29 dicembre 2008

Privacy e libertà di espressione


"Come emerge in particolare dal trentasettesimo ‘considerando’ della direttiva [95/46/CE - n.d.r.], l’art. 9 di quest’ultima persegue la finalità di conciliare due diritti fondamentali, vale a dire, da un lato, la tutela della vita privata e, dall’altro, la libertà di espressione. Tale compito incombe agli Stati membri.... Nella prospettiva di conciliare questi due «diritti fondamentali» ai sensi della direttiva, gli Stati membri sono chiamati a prevedere determinate deroghe o limitazioni alla tutela dei dati, e quindi del diritto alla vita privata, previste nei capi II, IV e VI di detta direttiva. Ề consentito procedere a tali deroghe esclusivamente a scopi giornalistici o di espressione artistica o letteraria, rientranti nel diritto fondamentale della libertà d’espressione, soltanto nei limiti in cui esse risultino necessarie per conciliare il diritto alla vita privata con le norme che disciplinano la libertà d’espressione.... Onde tener conto dell’importanza riconosciuta alla libertà d’espressione in ogni società democratica, da un lato occorre interpretare in senso ampio le nozioni ad essa correlate, tra cui quella di giornalismo. Dall’altro, e per ottenere un equilibrato contemperamento dei due diritti fondamentali, la tutela del diritto fondamentale alla vita privata richiede che le deroghe e le limitazioni alla tutela dei dati previste ai summenzionati capi della direttiva debbano operare entro i limiti dello stretto necessario..... come emerge dai lavori preparatori della direttiva, le esenzioni e le deroghe di cui all’art. 9 della direttiva si applicano non solo alle imprese operanti nel settore dei media ma anche a chiunque svolga attività giornalistica".
L'interessante è, oltre al principio in se, è il fatto che la sentenza è stata resa con riferimento al caso di una società (finandese) che vendeva - letteralmente - i dati delle dichiarazioni dei redditi di quel paese.

Non voglio rivangare le polemiche sulla decisione di Visco - comunque politicamente inopportuna, dato il periodo post elettorale - ma evidenziare come la materia della tutela dei dati vada approcciata - specie dove suscettibile di limitare la libertà di esprimersi (e di conoscere) dei cittadini - in materia meno 'emotiva' di quanto si faccia in Italia, dove la "privacy" (comunque la si voglia pronunciare: "pràivasi" all'americana o "prìvasi" all'inglese) è vissuta sempre come un'assoluto e il "bilanciamento degli interessi" è stato posto sotto chiave, gelosamente custodito dall'Autorità.

In ogni caso la "libertà di stampa" non è un sinonimo di "libertà della stampa", ma va riconosciuta a ogni cittadino e a tutti gli strumenti di espressione.

Poi la smetto ... è tardi e, come disse Rossella, domani è un altro giorno.

domenica 28 dicembre 2008

La mucca catalitica?

Era un po' che volevo riprendere il tema dei brevetti, o meglio di certi brevetti e di alcuni aspetti del sistema della proprietà intellettuale che - da profano - continuano a stupirmi.

Si legge spesso dell'importanza della proprietà intellettuale, del fatto che sia importante - anzi indispensabile - per premiare gli autori e inventori degli sforzi fatti e - soprattutto - per promuovere l'innovazione e tutelare le aziende.

Non ho mai esaminato gli studi empirici che comprovano l'effetto benefico dei brevetti sull'innovazione e sulle imprese in generale, ma resto scettico e ricordo bene che un amico mi faceva giustamente notare che in Italia, fino al 1973, i brevetti sui farmaci non erano ammessi, ma l'industria farmaceutica italiana era articolata e piuttosto attiva e che dopo l'introduzione dei brevetti gran parte del mercato è caduto in mani straniere.

Negli Stati Uniti si è recentemente riaperto il dibattito (specie in materia di brevettabilità dei "metodi di business", ammessa in quell'ordinamento, come pure in Gran Bretagna) a seguito di una recente sentenza (resa dalla Court of Appeal for the Federal Circuit sul caso "Bilki"), peraltro passata quasi inosservata in ambito italiano.

In effetti quando si dice che il brevetto premia lo sforzo del'inventore e il contributo dato alla scienza, si tende a dimenticare che in realtà i parametri per accedere alla tutela brevettuale sono piuttosto bassi, essendo sostanzialmente sufficienti: la novità dell'invenzione e la sua non ovvietà. Quanto al requisito del contributo alla tecnica e la connessa applicabilità in ambito industriale (altre espressioni della massima vaghezza), che - poi - è l'aspetto più interessante della sentenza Bilski e della discussione sulla brevettabilità del software e dei metodi di business, non mi addentro.

Non è nemmeno necessario aver realizzato un prototipo dell'invenzione o dimostrare che l'invenzione funziona. E' sufficiente esprimere con chiarezza un'idea per avere il brevetto per avere un'esclusiva ventennale sull'idea stessa e a volte basta aspettare che qualcun altro (magari ignaro) la realizzi per fare qualche soldo (è il caso dei "patent trolls").

E così, come nel caso del disegno della "mucca catalitica" (si tratta di un vero brevetto depositato presso l'USPTO statunitense e presso l'EPO europeo).

Lo vorrei proprio vedere un prototipo funzionante di apparecchio per "l'utilizzazione delle emissioni del metano del ruminante, ..... un processo che utilizza il metano contenuto all'interno di esalazione del ruminante come fonte di energia" (ho quotato direttamente la traduzione automatica offerta dal sito dell'EPO).

Sostanzialmente si tratta di un metodo per prelevare le esalazioni di metano dell'intestino di una mucca direttamente dal ... corpo della medesima in modo da immagazzinare energia, salvaguardando l'ambiente. La genialità della scoperta sta nel fatto di aver osservato che la maggior quantità di metano esce dal corpo del ruminante dal ... sedere (dove sarebbe obiettivamene molto difficile intercettarlo ...) ma dalla bocca ... dove è altrettanto difficile, come si vede dalla complessità dal disegno sopra pubblicato.

Il tutto è illustrato, con gran disegni e ampie spiegazioni dell'innovazione introdotta dall'invenzione, sul sito dell'EPO (European Patent Office).

Bah ....

giovedì 25 dicembre 2008

Gola profonda ...

Se non ci si 'dà dentro' .... con il mangiare a Natale, allora quando?

Ho deciso quindi di rispolverare la ricetta della "marmitta di Dieppe", fastosa quanto serve a fare festa e complicata quanto basta a riprendere il gusto di cucinare.

Gli ingredienti sono tutti eccellenti (cozze, gamberi, salmone, capesante, funghi e panna) e - se ben cucinata - la zuppa è persino più buona della somma dei loro componenti. Vi sono altre versioni (forse l'originale) con altri tipi di pesce e senza funghi e presto o tardi le proverò, ma per ora rimango fedele a questa, anche perchè adoro l'accostamento pesce-funghi.

La preparazione è lunghetta (1 h e 1/2 o 2 a seconda dell'organizzazione .... e dello spazio in cucina) ma è perfetta per un giorno di festa.

In pratica si procede così.

Prima si cuociono le cozze 'alla marinara' (in pentola con 400 ml di vino bianco; meglio se si aggiungono un po' di scalogno e un po' di sapori).

Cotte le cozze si tolgono, si mettono da parte e nella loro acqua si cuociono gamberi e capesante.

Cotti gamberi e capesante, si tolgono e nel liquido si cuoce il salmone.

Cotto anche il salmone è meglio filtrare il liquido e metterlo in casseruola e quindi aggiungere i funghi e farlo sobbollire fino ad asciugarlo.

A questo punto, si possono aggiungere i gamberi e le conchiglie (meglio se sgusciati nel frattempo) e il salmone, far cuocere ancora un attimo, aggiungere la panna, spolverare di pepe e servire.

Il segreto è ovviamente nel rispetto dei tempi di cottura (che è meglio lasciare un filo indietro, perché gli ingredienti continuano a cuocersi lievemente quando messi via e comunque ribolliranno casseruola).

Buon appetito!


mercoledì 24 dicembre 2008

Auguri....

In un discorso a Cape Town (Sud Africa) nel 1966, Robert F.Kennedy (il fratello del più noto JFK, destinato anche lui a finire ammazzato circa due anni dopo) disse:
"C'è un'antica maledizione cinese che dice pressappoco così: 'che possa vivere tempi interessanti'. Ci piaccia o no viviamo tempi interessanti."
Vi sono molti dubbi che si tratti veramente di una antica maledizione cinese, ma la saggezza - oltre che l'ironia - del discorso di Kennedy può essere apprezzata ancora oggi. Anzi, specialmente oggi.

Qualunque cosa dica S.E. il Presidente del Consiglio on.Silvio cav.Berlusconi, siamo nell'imminenza di una crisi che entrerà nei libri di storia, per cui - in questi giorni - quando ricevo auguri di un 'fantastico' (a volte addirittura 'sensazionale') anno nuovo, quatto quatto mi tocco le .....

Visti i tempi che corrono (e come corrono!) auguro a tutti un anno , ma anche due, proprio piatto e senza eventi, magari persino noioso.

Auguri!

domenica 21 dicembre 2008

Perchè vietare i 'remix'?

Ricevo la segnalazione dal'amico Marco Scialdone e volentieri la rilancio

Divieto di Remix. Cambiamo le regole?

Il caso segnalato da Marco è molto specifico, ma ha tra l'altro riflessi molto interessanti.

Il caso parte da un'iniziativa di Fondazione Romaeuropa e Telecom Italia per lanciare grande concorso rivolto ad artisti e creativi sul web.

La particolarità di questo concorso è che è assolutamente vietata la partecipazione ad opere che costituiscano 'remix' o 'mash-up' (di precedenti opere).

Già: il problema è quello dei diritti d'autore (sulle opere remixate) e quindi gli organizzatori non vogliono correre rischi e bandiscono tutte le opere comunque basate su opere preesistenti.

Già, peccato che:

  • per la musica elettronica e le opere multimediali, oggetto del concorso, l'utilizzo di opere preesistenti sia una delle tecniche e delle forme più diffuse e, soprattutto che
  • non è affatto detto che il remix o mash-up avvengano in violazione di diritti altrui perchè vi sono ancora delle opere di 'pubblico dominio' o che consentono (ad es. perchè pubbicate sotto licenze 'Creative Commons') i riutilizzo da parte di terzi.

Sarebbe come vietare di proiettare ad una rassegna i cartoni animati di Disney perchè in gran parte basate su opere precedenti (le fiabe di Andersen e dei fratelli Grimm .....).

Già, perchè la ripresa di parti di altre opere, il reinterpretare e anche 'contaminare' temi altrui ha sempre fatto parte del percorso dell'arte e della cultura ..... quanto meno fino all'avvento del diritto d'autore, che - soprattutto nelle sue più recenti norme - riduce fin quasi ad annullare l'area del riutilizzo di temi di parti di opere altrui in un nuovo contesto creativo.

E non ditemi che ciò è nell'interesse dell'autore: il principale interesse dell'autore è che le suo opere siano conosciute ed è per l'interesse ad essere conosciuti, superando la strozzatura (in tutti i sensi) delle majors, che si sta diffondendo la musica in rete con licenza 'libera'.

Lunga vita alle licenze libere ....


mercoledì 17 dicembre 2008

Alberi di natale ...

Questo è un albero di natale un po' particolare.

Infatti è stato realizzato da un tecnico informatico che aveva ricevuto l'incarico di disfarsi di alcuni vecchi server .


Trovandosi di fronte a circa 70 hard disk di varie dimensioni e capacità, il nostro buontempone si è ben guardato dal renderli illeggibili con le tecniche più avanzate (quelle recentemente 'consigliate' dal Garante per la protezione dei dati personali), che comunque avrebbero chiesto diversi giorni.

Allora ha optato per un sistema alternativo: li ha smontati, ha estratto i 'piattelli' e ... ci ha fatto un bell'albero di natale.

Bello, no?

Non so cosa ne penserà il Garante o se alla fine abbia fatto meno fatica così, ma il risultato è per lo meno originale.

domenica 14 dicembre 2008

Regali scemi?


Il produttore dichiara di essere sommerso dalle richieste, ma garantisce che tutti gli ordini verranno evasi al più presto.

Il prodotto (chiamato 'toy taliban' ) è quanto meno singolare: si tratta di un minuscolo 'talebano' armato fino ai denti, da utilizzare come personaggio per il lego (sì, proprio i popolari mattoncini da costruzioni che tutti noi abbiamo usato da bambini).

Un ricco arsenale di riserva è parimenti disponibile sul sito ....

Che dire? Nulla. Se a qualcuno piace lo compri e ci si diverta.

In un mondo sempre più paranoico, nel quale le paure vengono spesso alimentate a bella posta, ci sta che qualcuno voglia approfittare della consolidata fama del terrorismo islamico per vendere qualcosa in più.

sabato 13 dicembre 2008

Ordine, contrordine, disordine

La vicenda della "riforma Gelmini", nonostante lo sbandierato decisionismo del governo (Consigli dei ministri nei quali in poche decine di minuti vengono approvati provvedimenti articolatissimi) sembra ormai avere più puntate di una soap opera.

L'ultima è relativa al famoso (o famigerato) maestro unico/prevalente (la legge parla chiaramente e solo di 'maestro unico', ma autorevoli esponenti del governo hanno più volte accreditato l'altra espressione, decisamente più 'morbida'), questione che ad oggi mi preoccupa molto di più di quella della riforma dell'università,vista l'età dei miei figli.

Ieri esce la notizia di un dietro-front della Gelmini. La notizia di una retromarcia viene puntualmente smentita il giorno dopo.

Un articolo di repubblica.it tenta di spiegare la situazione, ma non spiega più di tanto, proprio sul punto relativo almaestro unico.

Di nuovo, così, non ci si capisce più un c .....

Non è un caso e le colpe sono di tanti: la riforma è partita come una riforma per il contenimento della spesa pubblica (eliminare lo 'stipendificio', come testualmente si è detto), ma è stata 'venduta' come una riforma didattica (evitare di confondere i bambini) perché dir così brutalmente alle decine di migliaia di precari della scuola che la loro situazione di sarebbe stabilizzata 'al contrario' non stava bene.

La norma 'madre' della 'riforma Gelmini' (l'art.64 del d.l. l.112/08, come convertito con l.133/08) tuttavia era chiara nella sua lapidarietà (lapidaria in molti sensi ...):

Si procede, altresì, alla revisione dei criteri e dei parametri previsti per la definizione delle dotazioni organiche del personale amministrativo, tecnico ed ausiliario (ATA), in modo da conseguire, nel triennio 2009-2011 una riduzione complessiva del 17 per cento della consistenza numerica della dotazione organica determinata per l'anno scolastico 2007/2008. Per ciascuno degli anni considerati, detto decremento non deve essere inferiore ad un terzo della riduzione complessiva da conseguire, fermo restando quanto disposto dall'articolo 2, commi 411 e 412, della legge 24 dicembre 2007, n. 244

Poi la norma relativa al maestro unico - nella sua scarna formulazione - è di una flessibilità (ambiguità?) sconcertante:

Articolo 4.

(Insegnante unico nella scuola primaria).

1. Nell’ambito degli obiettivi di razionalizzazione di cui all’articolo 64 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, nei regolamenti previsti dal comma 4 del medesimo articolo 64 è ulteriormente previsto che le istituzioni scolastiche della scuola primaria costituiscono classi affidate ad un unico insegnante e funzionanti con orario di ventiquattro ore settimanali. Nei regolamenti si tiene comunque conto delle esigenze, correlate alla domanda delle famiglie, di una più ampia articolazione del tempo-scuola.


Tutto chiaro?

No: è chiaro che l'obiettivo è risparmiare (sul personale) ed è chiaro che la regola è quello del maestro unico con orario di 24 ore.

Poi si aggiungono due righe fumosissime ("Nei regolamenti si tiene comunque conto delle esigenze, correlate alla domanda delle famiglie, di una più ampia articolazione del tempo-scuola.") nel quale - alla faccia degli obiettivi didattici/di bilancio? - ci può stare tutto e il contrario di tutto.

Così non ha ragione chi dice che ci sarà una riduzione dell'orario scolastico, perché alla fine potrebbe non esserci e non ha ragione chi afferma che non ci sarà alcuna riduzione (perché potrà esserci). Comunque sembra di capire (ma giuro che non ci capisco più un c .....) che un po' di gente l'anno prossimo starà a casa,visto che non mi sembra proprio che il 'modulo' si sia salvato.



martedì 9 dicembre 2008

Mare d'inverno

Allungando di un giorno il ponte dell'Immacolata sono riuscito a fare una scappata al mare.

Sono stato fortunato: poca gente in giro, 16/18 gradi e giornate tersissime ... un'altro mondo rispetto al gelo e al grigio della pianura padana.

Fantastica la luce: forte e quasi abbagliante, visto che il sole - pur basso - non è offuscato dalla minima opacità dell'aria se non verso il tramonto, quando spunta qualche baffo di foschia.

Poi ... visto ero a due passi dalla costa azzurra, me ne torno a casa con la ricetta dei gamberoni al pastis (che trovate, con qualche interessante variante su questo blog) e un po' di vino (tutto, ... o quasi, rigorosamente in bag in box).


martedì 2 dicembre 2008

Phishing con la G maiuscola

Quest'oggi, in barba a tutti i filtri antispam e antiphishing della mail aziendale (e di quella di google ..) ho ricevuto questa mail:


"Google Online Promo © 2008

Dear Valued Customer,

Your e-mail have emerged as a winner of £500,000.00 GBP (Five Hundred Thousand British Pounds) in our 1Oth anniversary online giveaway draws.Your Winning details are as follows: Computer Generated Profile Numbers (CGPN):7-22-71-00-66-12, Ticket number: 00869575733664, Serial numbers:/BTD/8070447706/06, Lucky numbers: 12-12-23-35-40-41(12).

Contact your processing agent (Mr. Francis Henson) who has been assigned to handle your winning file and payment processing with the contact below:
Mr. Francis Henson,
Email: 2008agent.f.henson@gmail.com

Sincerely,
Mrs Eli Squier."


A pensarci bene è una boiata pazzesca: come fa google ad avere i miei indirizzi di mail (personale e aziendale)?

Eppure suona bene.

Boh, ho provato a rispondere. Per adesso nulla (nemmeno un gentile avviso di google che - guarda caso - è il gestore della casella e mail su cui si basa il tentativo di phishing).

Vi farò sapere.


sabato 29 novembre 2008

Atmosfere surreali


In questi giorni nella bassa padana è nevicato, come potete vedere ....

Venerdì, non vedendo passare nemmeno uno spazzaneve, telefono in Comune. L'impiegato (gentile) mi risponde: "Non si preoccupi, se non nevica troppo gli spazzaneve escono".......

martedì 25 novembre 2008

Pagare la "protezione" contro i brevetti software?

La notizia è di quelle un po' curiose, quanto meno per il panorama italiano: una società (costituita apposta allo scopo) sta comprando brevetti sul software per 'proteggere' le società che si associano ad essa (pagando, s'intende....) contro i famigerati 'patent trolls', ossia conro le società che comprano brevetti al solo scopo di far causa alle malcapitate società che non si sono accorte di avere in produzione metodi che violano i brevetti di questi soggetti.

In Italia (e in Europa) il fenomeno delle cause di brevetto è sostanzialmente limitato, specie al di fuori di certi campi (es. farmaceutiche) e comunque coinvolge poco il software.

Negli USA (e specie in corti locali particolarmente 'ricettive' come quelle del Texas) c'è, invece, un 'fiorire' di iniziative di tal genere, al punto da indurre qualche ripensamento sul punto, specie per la 'qualità' di questi brevetti, spesso concessi per 'invenzioni' prive del benchè minimo carattere innovativo (avete presente il famigerato "one click patent" di Amazon, poi - comunque - brevettato anche in europa?).

Ciononostante questa societa che offre "protezione" non ha un sapore, per così dire .... strano?


venerdì 14 novembre 2008

Footing ....



Ne ho il cestino pieno.

Credo che sia percepita come una questione di prestigio, una sorta di gara a chi “ce l’ha più lungo”, ma ad ogni mail che stampo, stampo almeno una spanna di “firme” e di “disclaimer” appesi automaticamente in calce ad ogni messaggio di mail, fosse pure un invito ad un aperitivo o la conferma (magari non richiesta) della partecipazione ad una riunione.

Non so se qualcuno ne ha mai calcolato gli impatti sulle risorse boschive mondiali, ma – appunto – ne ho il cestino pieno di “firme” che sembrano il curriculum vitae (titoli, onori, studi e qualifiche professionali) e “disclaimer” verbosissimi, a volte in due (o tre) lingue.

Poi c’è quello che pensa all’ambiente e quindi al termine di ogni mail digita due o tre spazi e scrive “Rispetta l'ambiente: se non ti è necessario, non stampare questa mail”, così sono altre tre o quattro righe stampate per nulla....

A che servono? A nulla. Più che altro fanno scena.

La riservatezza delle comunicazioni elettroniche discende dalla legge e non tanto da sbrodolate note in calce ("e-mail footer").

Il "migliore" tra quelli ricevuti negli ultimi tempi? Eccolo, ricevuto in calce alla mail di un sistema automatico di e.commerce (gestito da una banca) che mi confermava l'addebito di un acquisto sulla carta di credito:

“Le informazioni contenute in questo messaggio di posta elettronica sono riservate, rivolte esclusivamente al destinatario e non comportano alcun vincolo ne' creano obblighi per la societa' mittente, salvo che cio' non sia espressamente previsto da un precedente accordo. Ogni altra persona diversa dal destinatario non puo' copiare o consegnare il presente messaggio o parte dello stesso a terzi ne' trattare in alcun modo i dati contenuti. La informiamo inoltre che l'utilizzo non autorizzato del messaggio o dei suoi allegati potrebbe costituire reato.

Grazie per la collaborazione ".
Di seguito la rituale traduzione in inglese:
"The informations in this e-mail are are reserved, only addressed to the addressee and they are neither binding on this Society nor to be understood as creating any obligation on its part except where provided for an agreement. Everyone different from the addressee (who received this e-mail) can't neither copy nor deliver the message or a part of it in possesion of a third party, nor even deal with the informations in this e-mail. Furthermore the unauthorized use of this message or any attachments could be an offence.

Thank you for your cooperation".
Ora, non vorrei essere pedante, ma - anche a prescindere dalla qualità dell'inglese ("information", in inglese, non ha la forma plurale e "possession" è scritto con due coppie di "s") - vorrei capire che senso ha mandare una mail per confermare l'esecuzione di un pagamento e in calce alla stessa dichiarare che la mail non è vincolante per il mittente .....

martedì 11 novembre 2008

Privacy e avvocati: approvato il codice deontologico


Ne avevo parlato tempo fa. Il testo non è sostanzialmente cambiato rispetto allo schema preliminare.

Vedremo che reazioni vi saranno dal mondo forense. Non mi aspetto brindisi e grida di giubilo, fermo restando che alcune previsioni, come- ad es. - l'"informativa contestuale" e il riconoscimento del valore anche formativo della documentazione studiata per altre cause, che non trovano riscontro in altre categorie.


giovedì 6 novembre 2008

Politically (in)correct

Mi viene in mente una vecchia barzelletta che circolava nelle parrocchie e negli ambienti democristiani degli anni '70:

Aldo Moro si reca in visita ufficiale negli Stati Uniti. Arrivato a Washington viene presentato ad un negro altissimo ed esclama: "Piacere, Aldo Moro!". E il negro: "Io Aldo e Moro. Du, biggolo sdronzo! ...."
ogni riferimento alla gaffe del nostro Amato Premier ......

sabato 1 novembre 2008

1° novembre 2007

Messi a letto i pupi e spente le ultime candeline di halloween, mi resta un'ultima occorrenza da celebrare.

Il 1° novembre 2007 ho scritto il primo post su questo blog.

Era un tentativo. Non ero molto convinto della scelta di aprire un blog, non certo più una novità già allora. Lo scrivere, però, il focalizzare alcuni pensieri e soprattutto l'opportunità di discuterli con persone nuove, giorno dopo giorno, mi hanno appassionato.

Voglio ringraziare i lettori (quasi 8.000 le visita) e soprattutto i "commentatori", che si sono fermati a scambiare un saluto o un punto di vista.

Li ringrazio tutti e quindi grazie a: Etienne 64 (probabilmente il primo), a Chartitalia, a Rebus, a P.S., a Lavoroalavoro, a Maurizio Matteuzzi, a Daniele Minotti, a Gianluca Navarrini, a Marco Scialdone, a Soupe, ad Antaress, ad Alessandro, a Dalle8alle5, a Scriptabanane, a Marinfaliero, a .., a Woman in business, a Juliet, a Marzia.elle e a tutti quelli che, venerdì sera, festa di halloween, non mi vengono più in mente ...



domenica 26 ottobre 2008

Punture di spillo


E' un recente successo "editoriale" francese, tuttora in vendita su Amazon.fr.

Si tratta di una bambolina del presidente francese, completa di spilloni e istruzioni per un bel rito vudù.

Un grande successo, appunto, al punto che Sarkozy ha dato mandato ai suoi avvocati di agire in giudizio per ottenere il ritiro della bambolina da Amazon, sul presupposto che questo prodotto violi il suo diritto all'immagine.

Ma l'immagine di un politico non è pubblica? Sicuramente si quando parliamo di satira, forse no quando parliamo di prodotti commerciali.

Si tratta di satira o di prodotto commerciale? Tranquilli: pura, purissima satira. Basta leggere l'inizio delle istruzioni d'uso per convincersene:

" Odiate Sarkozy perchè è troppo a destra? Vi chiedete se pensa prima di parlare [n.d.r.: “oddio, mi ricorda qualcuno”]? Pensate di iniziare un secondo lavoro per tenere la testa fuori dall'acqua? Ottimo! Avete pensato di eleggere una persona che avrebbe fatto splendere la Francia su tutti gli altri paesi? E comunque avete problemi a giungere alla fine del mese e sognate di lasciare questa società che non fa nulla che beneficiare i ricchi ..... Respirate. Perchè è questo dove il manuale di Voodoo su Nicolas Sarkozy entra in gioco. Grazie alle magie di Yaël Rolognese, potete evitare il malocchio e impedire a Michael Sarkozy di fare ulteriori danni. Allora, che aspettate? Quando andrete in pensione - ad 87 anni - sarà troppo tardi. Cominciate a ricostruire da subito la scena politica francese grazie al manuale del Voodoo su Nicolas Sarkozy ".


Pare che l'inizativa in questione rispetti la par condicio perchè è in vendita anche il pupazzetto di Ségolène Royal, che - però - non riscuote lo stesso successo.

C'est la vie ....



venerdì 17 ottobre 2008

Quando cerchi un idraulico non lo trovi mai ...

...ormai sono diventati delle stelle della TV.

Come l'ormai mitico "Joe the Plumber" ("Peppe l'idraulico") che è diventato una stella della tv durante le ultime fasi della campagna elettorale statunitense.

Il nostro trucido Peppone si è fatto riprendere dalle telecamere mentre, in occasione di un comizio di Barack Obama, interrogava il candidato "caffelatte" sulle sue politiche fiscali, lamentando l'eccessivo peso delle tasse sulle attività produttive e paventandone l'aumento in caso di vittoria di Obama.

Così il faccione del nostro Peppe, con il suo progetto di comperare una ditta del valore di $.250.000 e la sua preoccupazione sull'aumento delle tasse ha fatto il giro del mondo, dopo essere diventato il punto centrale per il terzo e decisivo dibattito per la poltrona presidenziale della nazione (fino ad oggi) più potente del mondo (McCain in quell'occasione lo avrebbe nominato non meno di venti volte).

Un'icona del moderno liberalismo, insomma ....

Poi magari scopri che Peppe l'idraulico non è un idraulico, deve al fisco $1200 dollari e non si chiama neanche Peppe.

Miti e misteri dei nostri media.




mercoledì 15 ottobre 2008

Diritto di critica e provocazioni (updated: se sei un politico posso darti del 'rimbambito')

"la libertà giornalistica può includere la possibilità di utilizzare una certa quantità di provocazione. Inoltre, le espressioni utilizzate dal denunciante non hanno portato ad abusi e non dovrebbero essere considerate gratuitamente offensive, essendo infatti in relazione con la situazione che commentavano".
Sentenza della
Corte Europea dei Diritti dell'Uomo di Strasburgo
del 17 luglio 2008


Aggiormento del 16 ottobre:

In materia di critica politica la Corte di Cassazione ha avuto modo di precisare che: "l'uomo pubblico e' esposto a forme di critica, anche dure, a causa dell'interesse delle sue azioni suscitano nei cittadini" al punto di mandare assolto un Sindaco che era finito sotto processo per ingiuria per essersi rivolto , durante un Consiglio comunale, ad un consigliere d'opposizione dicendogli: "ho dimenticato per un attimo che lei e' il solito rimbambito".
La Corte di Cassazione ha ritenuto che "si sia trattato della manifestazione, con toni indubbiamente forti, di una critica all'iniziativa politica del consigliere d'opposizione verificatasi all'interno di una discussione nell'ambito del Consiglio comunale, con l'utilizzo di una espressione che non aveva superato il livello della continenza tipico della polemica politica".


domenica 12 ottobre 2008

12 ottobre 1492 ....

Il 12 ottobre è l'anniversario della scoperta dell'America da parte di Cristoforo Colombo.

Anche se è ormai accertato che Cristoforo Colombo non fu il primo europeo a scoprire l'America, il Columbus Day è festeggiato in molte nazioni e in particolare negli Stati Uniti, come una sorta di compleanno delle nazioni americane.

Ottobre però non porta bene all'economia americana: il 24 e 29 ottobre 1929 si consumò il famoso crollo di Wall Street (giovedì e martedì nero), il 19 ottobre 1987 si consumò un'altra grave crisi (lunedì nero). La crisi attuale (ancora in ottobre) la stiamo ancora scrivendo ......

Fatti gli scongiuri di rito, dedico all'economia americana il video seguente, antipatico, arrogante, di propaganda, ma comunque interessante:



P.S. caso mai vogliate ascoltare un'altra campana (ma la metto in secondo piano, vista la ricorrenza), andate a questo link.

mercoledì 8 ottobre 2008

Come ha potuto accadere?

Dove ci porterà la crisi che sta scuotendo le borse mondiali nessuno può saperlo.

Tutti sanno, però, qual'è stata la causa scatenante: la crisi dei mutui "subprime" negli Stati Uniti. Mutui "subprime" è un'espressione complicata per indicare mutui concessi a soggetti che non possono offrire alcuna garanzia ... a persone senza soldi e senza reddito , insomma.

Ad un certo punto queste persone hanno visto degradare talmente le proprie capacità economiche da non essere più in grado di far fronte ai propri debiti. Nel frattempo, però, i loro debiti erano stati impacchettati (in termini tecnici si dice "cartolarizzati") e rivenduti alle banche di tutto il mondo, spargendo così il "contagio".

Come si è potuti arrivare a questo?

In tanti modi, che
sicuramenteavremo modo di dibattere a nostro agio nei periodi, comunque non allegri, che verrano.

Ieri sera, però, nel duello
Barak-McCain la domanda è stata posta e McCain è stato prontissimo ad accusare i democratici di aver determinato la situazione nell'insano desiderio di aumentare il numero di persone proprietarie di case.

Chiaro, no? Logico persino.

Eppure pare che la realtà non sia - come spesso avviene - così semplice.

In questo momento, però, non mi interessa tanto verificare in termini semplicistici la causa "tecnica" della crisi - comunque chiaramente riconducibile alle nefandezze del sistema bancario internazionale - quanto, piuttosto, mostrare lo squallore della sua ricostruzione elettorale.

Val la pena, così, di leggere l'intero post di Floyd Norris.

E' in inglese e riporta le trascrizione di un discorso di
George W.Bush (al quale McCain era doverosamente presente) e che getta una luce ancora più sinistra tra l'incrocio tra affari e potere al vertice degli USA e sulla sfrontata ingordigia di certi modi di fare affari.


Ne traduco
alcuni brevi passaggi, ma la lettura integrale merita.

Bush annuncia:

Voglio ringraziare il Congresso per aver approvato agevolazioni nel pagamento di anticipi [nelle transazioni immobiliari] che aiuteranno le persone con basso reddito a comprare la propri a casa .....

Lo stato dell'Arizona sta stanziando 2.6 milioni di dollaro per aiutare le persone con gli anticipi. Io ho proposto che le persone con garanzia FHA non paghino alcun anticipo ...

Ho fatto un'altra cosa ho chiesto alle banche private di essere più aggressive nel prestare soldi ai nuovi acquirenti di case. E la risposta è stata molto buona..."


Appunto.


domenica 5 ottobre 2008

Aspettando le elezioni americane

Tra circa due mesi si svolgeranno le elezioni americane.

Per evitare lungaggini negli spogli dei voti e incertezze nei risultati (ma ve la ricordate la vicenda dello spoglio dei voti in Florida, decisivo per la prima elezione di George W.Bush?) gli USA hanno fatto massiccio ricorso al 'voto elettronico'.

Quanto all'affidabilità, non è che si siano fatti enormi passi avanti, come testimoniano le scorse elezioni, con notevolissimi problemi in molte zone e risultati al contagocce che hanno suscitato anche non pochi sospetti.

Quanto alla sicurezza di queste macchine, bah ... i dubbi ci sono, eccome, specie seguendo la via americana che elimina le schede cartacee e quindi la possibilità (anche solo teorica) di ricontare i voti.

Il problema, specie in elezioni molto combattute e con candidati ad un'incollatura l'uno dall'altro è enorme.

In attesa delle elezioni, vi suggerisco questo evergreen relativo alle ultime votazioni:


venerdì 3 ottobre 2008

Quanto fa 700 miliardi di dollari?

Alla fine il piano di salvataggio propugnato dall'amministrazione Bush è stato approvato dal congresso USA.

Il costo rischia di essere enorme, visto che la spesa autorizzata è di 700 miliardi di dollari (oltre un milione di miliardi delle nostre vecchie e sempre rimpiante lire ....).

Le critiche sono state tante, specie dagli esperti. Gli altri stanno guardando lo scempio del tutto basiti e non sanno che pensare.

Forse è vero che non si poteva fare altrimenti, visto che la situazione che si sta determinando è una pistola puntata alla tempia dell'economia ... (un'immagine comune di questi tempi, con buona pace di Brunetta).

In ogni caso, nonostante l'allarme per una crisi ormai conclamata, per superare le resistenze dei parlamentari, l'amministrazione Bush ha infarcito la manovra con una serie di incentivi fiscali per le categorie più disparate (produttori cinematografici, vittime della Exxon Valdez, ma anche costruttori di piste automobilistiche, produttori di rum, di frecce per bambini ...: il titolo della CNN è sferzante: "Spoonful of pork may help bitter economic pill go down").

Così l'amministrazione USA si è fatta autorizzare ad acquistare (a quali prezzi?) i crediti "problematici£ delle banche USA, addossandosi così i relativi rischi. Non è difficile immaginare che un simile impegno finisca col gravare molto sul bilancio federale anche nel caso in cui la valutazione oculata dei prezzi e il positivo andamento dell'economia consentisse un realizzo non troppo penalizzante di tali "investimenti". Non c'è molto da sperarci; in ogni caso le prime risposte del mercato non sono molto tranquillizzanti sugli effetti, quanto meno a breve del piano.

L'unica cosa che non si può dire di questo piano è che si tratti di un piano "bolscevico", come riferiva Il Giornale giorni fa: i bolscevichi avrebbero nazionalizzato le banche, non i loro debiti (come del resto fece il Duce nel '29 ...).

'notte.

domenica 21 settembre 2008

Fantozzi cerca compratori

Ammetto che il doppio senso è scontato e forse un po' vigliacco, vista la vicenda comunque dolorosa che si sta consumando.

Però quando ho letto il titolo di oggi di repubblica.it non ho saputo resistere dal proporre il tragicomico accostamento.

Vedremo ora come va a finire dopo i botti (e le balle) di quest'estate quando - pur di bloccare la vendita - si gridava alla svendita e alla difesa dell'italianità, favoleggiando di cordate già pronte, e dopo il botto (autolesionistico) del rifiuto di firmare il nuovo contratto di lavoro da parte di sindacati e di maestranze.

Sappiamo tutti (ivi compresi i dipendenti di Alitalia) che il forte interesse per l'acquisto di Alitalia era un balla e che i costi del salvataggio sarebbero stati orripilanti (vedi le stime di lavoce.info), proprio per la necessità di 'sollevare' i compratori da debiti e da rischi, ma si è voluto far finta di niente, tanto da parte del Governo che dei lavoratori.

Mo' vediamo: il governo tuona a parole ma esita in pratica sia a fare quello che ha sempre predicato e cioè di seguire una cultura di mercato, sia quello che i suoi stessi sostenitori gli chiedono e cioè di chiudere baracca e burattini sfruttando l' 'assist' dei sindacati.

Nel frattempo Alitalia si è mangiata altri 300 milioni di euro (il famoso 'prestito ponte') e non siamo più vicini di prima alla soluzione ....


domenica 14 settembre 2008

L'erba del vicino .....


Mi capita di leggere sul sito del Times un'articolo sull'efficacia delle giurie come strumento di amministrazione della giustizia.

Francamente (e dopo aver assistito, temporibus illis, a qualche processo in assise) sono portato a pensare che il "trial by jury" sia - proprio per i suoi 'presupposti idologici' (un giudizio dato da un gruppo di 'pari' dell'imputato) - appena al di là "trial by duel" nel percorso della civiltà giuridica e quasi pari al "trial by fire" come possibilità di avere un giudizio giusto, specie per coloro che fossero accusati di crimini di grave allarme sociale.

Pur trattandosi di una caratteristica tipica degli ordinamenti anglosassoni quella di preferire il giudizio di una dozzina di comuni cittadini rispetto a quello di giudici professionisti, il pur tradizionalista Times non lesina critiche al sistema (e ai risultati) delle giurie.

Eppure c'era chi in Italia (ma era tempo di campagne elettorali, quando se ne dicono tante ....) ne invocava l'introduzione pure in Italia ....

Evviva!



martedì 9 settembre 2008

Sic transit gloria mundi ...

Leggevo ieri questo articolo sul Times: "Like house prices, immigration could fall too".

Sembrerebbe che metà degli immigrati entrati nel Regno Unito dopo il 2004 dall'Europa dell'est se ne sia già andata e che il numero delle domande per un permesso di lavoro sia calato del 20% nell'ultimo anno.

Buone notizie per gli inglesi?

Leggo oggi questo articolo su Repubblica.it: "No coreano, panico a Wall Street".

La vicenda: una banca pubblica coreana (Korea Development Bank) strava trattando l'acquisto di una partecipazione di minoranza (20%) in Lehman Brothers, una delle principali banche d'affari del mondo.

Già il fatto che una banca coreana potesse entrare nel capitale di uno dei templi della finanza statunitense mi sembrava una notizia (rapportandola alla situazione italiana, un po' come la partecipazione-salvataggio della libica LAFICO nel capitale FIAT negli anni 70 ... l'ex schiavo che compra il padrone).

Ma la notizia di oggi è che la banca coreana ha educatamente annunciato di rinunciare all'investimento: la conseguenza è stata un crollo nei mercati finanziari mondiali.

Azz ....

lunedì 1 settembre 2008

Blog e stampa. Qualche considerazione sul "caso Ruta"

Ieri sera Daniele Minotti ha pubblicato la motivazione della sentenza e subito si è (ri)acceso il dibattito.

C'è chi parla di una sentenza contro la libertà di espressione, di una sentenza contro i blog, di un'ulteriore colpa di questo governo, di un provvedimento liberticida dei governi di sinistra ....

Beh forse un po' di tutto e un po' di niente.

Due osservazioni, comunque:

1) La sentenza non afferma che i blog in sé debbano ottenere registrazioni preventive. Ne riporto uno stralcio:

"Pertanto diverso può essere l’uso che si fa del blog nel senso che lo si può utilizzare semplicemente come strumento di comunicazione ove tutti indistintamente possono esprimere le proprie opinioni sui i più svariati argomenti ed in tal caso non ricorre certamente l’obbligo di registrazione, ovvero come strumento tramite il quale fare informazione".
2) La sentenza è discutibile, ma non "sballata", come convengono Guido Scorza e, con qualche altra sfumatura, Daniele Minotti.

In realtà la sentenza fa esplodere un'incertezza che durava da diversi anni, frutto di una legislazione - nella migliore delle ipotesi - pasticciona,

Abbiamo una legge 61/2001 che crea la nozione di "prodotto editoriale" senza darne una definizione organica, si preoccupa di escludere i "prodotti editoriali" aziendali (anche destinati alla comunicazione al pubblico), ma non "prodotti personali" (definizione mia).

Abbiamo poi un decreto con una disposizione "correttiva" (o interpretativa") che non menziona espressamente la normativa sulla quale interviene e comunque non menziona le attività "personali" (bella forza: la norma esentativa è inserita nella disciplina delle "società dell'informazione" ....).

La portata di questa sentenza, se fosse confermata, comunque non sarebbe semplicissima da gestire, visto che - se la registrazione, a certe condizioni, è esclusa - resterebbe sempre la disciplina degli stampati con l'indicazione dell'anno, del luogo di stampa e della denominazione dello "stampatore" (sic) come adattare la disciplina della stampa del 1948 a internet?. In ogni caso i blog con aggiornamento quotidiano rischierebbero comunque di essere qualificati come "quotidiani", appunto .....

Mah .... E' un discorso complesso e si fa tardi.

Nei prossimi giorni vedremo sicuramente molti altri commenti.

giovedì 28 agosto 2008

Bag in box: il vino in scatola

La notizia è ormai di alcun settimane fa, ma - tutto sommato e nonostante altri temi decisamente interessanti sorti in seguito (The Pirate Bay, Mediaset vs YouTube ...), il mio cervello è ancora in vacanza.

E quindi voglio parlare di "vino in scatola", o meglio di "Bag in Box" (abbreviato: "BiB").

Salvo che da parte dell'industria di settore i commenti che ho letto sono stati in linea di massima (molto) negativi. L'Associazione Italiana Sommelier, in particolare, ha commentato la notizia tra l'allarmato e lo scandalizzato: "Noi dell’Associazione Italiana Sommeliers – afferma il Presidente Terenzio Medri – vogliamo tutelare in maniera adeguata il vino di qualità. La decisione che dà il via libera alle confezioni alternative come il cartone rischia di danneggiare l’intero comparto e l’immagine del vino italiano, che ha mostrato di essere concorrenziale ed eccellente in questi anni. Non entriamo nel merito della conservazione e dell’invecchiamento del vino. Ve lo immaginate un vino DOC di un’annata particolarmente pregiata conservato in una confezione di cartone?".

Non sono un sommelier, tutt'altro, ma mi sembrano altri i problemi del vino italiano. Vogliamo parlare del Brunello, ad esempio ...?

Da consumatore ho avuto occasione di apprezzare anche quest'estate la praticità dei "BiB", molto diffusi in Francia.

Non dobbiamo confondere il BiB con il tetrapak (quello del Tavernello per intendersi): nel BiB il contenitore di cartone racchiude a sua volta una borsa di plastica che contiene il vino proteggendolo costantemente dall'ossidazione (via via che il vino viene spillato, il contenitore si affloscia impedendo l'entrata dell'aria).

Un Bib può essere consumato anche poco alla volta, un bicchiere al giorno, e può rimanere aperto anche per diverse settimane senza inacidire. L'ho sempre trovato molto pratico per questo, oltre che per il fatto che permette di comprare vini molto gradevoli (anche se non certo grandi vini) anche per 2/3 euro al litro.

Mi sembra che, come molto spesso avviene, certe polemiche lascino il tempo che trovano.

martedì 26 agosto 2008

Ritorno a casa

Tre settimane in ferie e ora di nuovo a casa.

Volente o nolente sono rimasto lontano da internet per quasi tutto il tempo e il mio feedreader si è riempito oltre misura.

Poco alla volta mi rimetto in pari. Nel frattempo mi godo gli ultimi momenti ...

giovedì 7 agosto 2008

Buone ferie!



Era ora.

Una casetta vicino al mare, con un bel barbecue (non quello della foto, anche se mi piacerebbe provare .... con il blakberry, magari ci posso grigliare un paguro e sarebbe comunque un piacere ;-)) e un po' di tempo per cazzeggiare con la famiglia.

A presto.

domenica 3 agosto 2008

Sangria

Col caldo, una buona sangria fresca è una delle cose più gradevoli che esistano.

Ho voluto provare a vedere se qualcuno si è preso la briga di mettere una ricetta su YouTube e, infatti:



Abbastanza buona come ricetta (per lo meno usano vino e frutta, e non sciroppi, come base).

La mia è la seguente (di questi tempi ne ho sempre un po' in frigo):

  • un bottiglione di vino rosso (ovviamente l'ingrediente più importante: deve essere corposo e, soprattutto, assolutamente fermo: ottimi molti vini del sud, anche economici);
  • tre/quattro pesche molto mature;
  • un limone (non trattato) a fette, completo di buccia;
  • due/tre cucchiai di zucchero
  • 6/8 ore di frigo.
Semplice e profumata.

Buona bevuta.

sabato 26 luglio 2008

Google video responsabile per il caso del ragazzino picchiato a scuola?


La notizia sta facendo il giro del mondo.

La Procura della Repubblica di Milano (sostituto dr.Caiani) ) ha chiesto il rinvio a giudizio di quattro dirigenti di Google per la pubblicazione del video del ragazzino disabile picchiato e deriso a scuola dai coetanei.

Le accuse sarebbero di diffamazione e trattamento illecito di dati personali in quanto, stando a la Repubblica:

avrebbero "offeso la reputazione dell'Associazione Vividown" e del ragazzo vittima del video, "consentendo che venisse immesso per la successiva diffusione a mezzo internet, attraverso le pagine di Google Video Italia e senza alcun controllo preventivo sul suo contenuto", un filmato in cui i compagni di scuola "ledevano i diritti e le libertà fondamentali nonché la dignità degli interessati".
Considerando che il dr. Caiani è magistrato, oltre che serio e dedicato, non certo digiuno di internet (segue di regola i crimini informatici e ha condotto brillantemente lunghe e complesse operazioni in tema di phishing), attendo a formulare un giudizio, ma rimango molto perplesso in quanto la legge italiana prevede espressamente che un provider (come Google video) non ha un dovere di sorveglianza preventiva.

Vediamo.

Ora è tardi.


giovedì 24 luglio 2008

Terque quaterque testiculis tactis ...

La fortuna non aiuta gli audaci .......

Per anni di nucleare in Italia non si è parlato, poi - all'improvviso (effetto della campagna elettorale) il tema è tornato prepotentemente all'attenzione dell'opinione pubblica italiana.

Costruiremo centrali, di terza (o era quarta?) generazione!

Eccellente.

Non ho capito se si stia parlando di una tecnologia già diffusa o di una tecnologia sperimentale (o forse solo futuribile). Sta di fatto che le centrali francesi aspettavano proprio questo momento per fare le bizze.

Prima una centrale nella Vaucluse (vi ricordate le "chiare fresche e dolci acque" petrarchesche?) che il 7 luglio scarica 30 metri cubi di liquido contenente uranio (Le Monde parla di 360 chili di minerale radioattivo) nel terreno, con possibile compromissione della falda freatica.

Poi altri incidenti minori (sia nella Drome, che - ancora - a Tricastel): l'ultimo riguarda un centinaio di addetti "lievemente" contaminati ....

I problemi del nucleare, in Italia, sono noti.

Tuttavia, il ministro Scajola (quello che aveva già dato del "rompicoglioni" a Marco Biagi che gli chiedeva invano una scorta), grande patrocinatore del nucleare, grida all'allarmismo: “Si è visto che questi episodi sono tutti sotto il livello minimo di pericolosità. Mi domando se questa enfatizzazione non sia eccessiva”.

Ma, non so.

Che certi soggetti portino sfiga?

lunedì 21 luglio 2008

Insolite compagnie



















Vorrei farvi notare che, date le dimensioni delle reti, il gatto è perfettamente in grado di entrare e uscire dalla gabbia quando vuole.


Evidentemente apprezza molto la compagnia del suo amico cane, che a sua volta ricambia.

mercoledì 16 luglio 2008

Qualcuno ne sentiva la mancanza?

Alla fine non potevano andare in ferie senza averlo fatto: la Commissione ha finalmente annunciato la presentazione della proposta di portare a 95 anni la durata dei diritti che spettano agli esecutori e ai produttori delle opere musicali (i cd. "diritti connessi").

La motivazione sarebbe quella di sostenere i redditi degli esecutori dei brani musicali negli ultimi anni della loro vita (alla faccia della longevità) e - incidentalmente - di sostenere i bilanci delle case discografiche.

Riporto letteralmente:
"The extended term would benefit performers who could continue earning money over an additional period. A 95-year term would bridge the income gap that performers face when they turn 70, just as their early performances recorded in their 20s would lose protection. They will continue to be eligible for broadcast remuneration, remuneration for performances in public places, such as bars and discotheques, and compensation payments for private copying of their performances.
The extended term would also benefit the record producers. It would generate additional revenue from the sale of records in shops and on the Internet. This should allow producers to adapt to the rapidly changing business environment which is characterised by a fast decline in physical sales (- 30% over the past five years) and the comparatively slow growth of online sales revenue."

Già perché il "diritti connessi" sono riscossi dalle case discografiche, sia quelli che incassano in proprio come titolari del diritto di autorizzare la riproduzione del 'loro' fonogramma, sia quelli che incassano come mandatari ex lege degli interpreti ed esecutori. Non c'è bisogno,credo, di precisare che la percentuale di diritti che effettivamente viene poi versata ad interpreti ed esecutori è in effetti risibile ....

In questo modo, oltre a continuare a foraggiare con i denari dei consumatori società che evidentemente non sono in grado di fare affari in altro modo, si estende la loro 'manomorta' sulla musica.

Se ne era già parlato mesi fa e francamente speravo che la proposta fosse rientrata, ma evidentemente ci sono, anche in Europa, ragioni assolutamente impellenti per spingere provvedimenti dei quali nessuno (o quasi) sente la necessità.

sabato 12 luglio 2008

Perchè pagare di più?


Sembra proprio che l'EeePc abbia aperto un mercato nuovo: dopo la Acer, anche HP sta lanciando un "subnotebook", ossia un pc portatile di dimensioni, peso (e prezzo) ridotti.

Mi sembra un'ottima cosa perché non capisco proprio a che servano (nell'uso di tutti i giorni: internet, applicazioni da ufficio) le prestazioni dei pc che sono in vendita nei supermercati.

Ancora ricordo il primo pc portatile che ho comprato: un pc di fascia bassa anche per l'epoca (offerta del MediaWorld) con schermo da 12 pollici, 32 MB di RAM (upgradati a 64), processore da pochissime centinaia di Ghz e peso di poco più di 2 chili, che ancora rimpiango (morì di 'caduta' non di disaffezione del proprietario). All'epoca anche il mio pc aziendale era un 13 '', dal peso di poco superiore (ma era un ThinkPad, con chassis extra robusto e qualità eccezionale): ora ho una caffettiera da 15.4'', molto più potente e molto più pesante (e ingombrante, sia quando è in borsa che quando è in docking station sulla scrivania) che fa esattamente le stesse cose, solo con più scomodità ....

A che servirà mai aumentare sempre le prestazioni? A mantenere i prezzi ...

Certo, se si debbono caricare applicazioni multimediali (ma chi ne ha bisogno, salvi i giochini) o se si deve caricare Windows Vista (ma anche qui, l'utente ne ha davvero bisogno?) i requisiti hardware (e i prezzi salgono molto).

Però i laptop mi piacciono portatili non semplicemente trasportabili (come certi mostri con schermo da 17'' a cui manca solo il trolley con le ruote .....). Per chi con il portatile è (anche solo sporadicamente) costretto a girarci e non deve solo esibirlo sulla scrivania, anche 1 chilo di peso in meno è un vantaggio apprezzatissimo (specie d'estate), figurarsi due chili. La riduzione di rumore data dalla mancanza di ventola consentita (come nell'EeePc) da processori meno "assatanati" e dalle memorie allo stato solido è poi semplicemente una delizia ...

Se poi vuoi confort visivo per lunghe sessioni sui documenti, puoi sempre aggiungere uno schermo piatto (200 euro per un 19'') e lasciarlo sulla scrivania. Puoi fare così anche con hd esterno/masterizzatore. Certo: il costo dei componenti fa lievitare il prezzo oltre il prezzo di un 'normale' 15'' pollici, ma il vantaggio della mobilità, quando serve, resta, anche se - in questo caso - ci sono alternative 'di marca' (ad es. Sony), da considerare.

Quello che non capisco è perché la soluzione non si estenda anche in altri ambiti, come i desktop e specialmente i pc destinati ad ambienti di ufficio.

Le considerazioni di cui sopra (a che servono certe prestazioni se usi il pc solo per applicazioni da ufficio o per navigare in internet) valgono a maggior ragione per i pc aziendali.

Parliamoci chiaro: in ambito aziendale il pc spesso è fin troppo performante e i ricambio dei pc è stato spesso determinato più dall'aumento della potenza assorbita dai sistemi operativi (e questo è uno dei motivi per cui molti clienti aziendali esitano a passare a Vista) che da esigenze elaborative locali.

In un mondo di applicazioni sempre più "webbizzate" e con una sempre maggiore disponibilità di TLC (la banda ora disponibile - al limite tramite WiFI - anche in località sperdute è sempre maggiore) che bisogno c'è di un pc?

E' poi necessario che tutte le postazioni siano dotate di CD/masterizzatore? A che serve un masterizzatore in un'ufficio paghe o in una biglietteria delle FFSS? A salvare i dati? Ci dovrebbero essere alternative più 'strutturate'. A caricare i giochini? Mmmmm ...

Ora Asus sta lanciando anche un desktop low cost, l'EeeBox: circa 300 euro per un pc (senza monitor e masterizzatore), di dimensioni assai compatte e con un hd da 80 GB, 1GB di RAM e sistema operativo Windows (Xp).

In totale anche meno di 600 euro per un posto di lavoro completo (EeeBox + schermo piatto da 19'' + stampantina laser) estremamente compatto (il case può essere installato dietro lo schermo piatto), il che - specie in certi uffici un po' "ricavati "- non è male. Scegliendo software free (OpenOffice e AWG antivirus) il prezzo di ferma lì (sennò raddoppierebbe, visto che la suite office di Microsoft, da sola, fa 500 euro e Norton, a parte il consumo di risorse hardware, richiede anche un canone annuale ....).

Lo so che le prestazioni non sono esattamente quelle di un pc "full optional" con software Microsoft "ultimo modello", ma ..... specie per gli utenti con molti posti di lavoro (mi viene in mente la PA) sarebbero risparmi.

Si può fare?







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