giovedì 31 gennaio 2008

Il cacciatore di aquiloni

L'ha letto tutto il mondo e durante le ultime vacanze di Natale l'ho letto anch'io.

Il cacciatore di aquiloni

Le poche notizie che ho mai avuto dell'Afganistan sono state quelle trasmesse dai telegiornali a partire dall'invasione sovietica della fine degli anni '70.

Le poche letture: un libro di Ken Follet (“Un un letto di leoni”, non uno dei suoi migliori), ambientato al tempo dell'invasione sovietica, e un racconto di Kipling (idem come sopra ... non ne ricordo neanche il nome), ambientato al tempo di un più risalente, ma parimenti fallito, tentativo di occupazione inglese.

Un paese difficile, inaccessibile, che fa parlare di sé solo quando sconfigge le armate lanciate alla sua conquista.

Il libro di Kaled Hosseini è la storia di due bambini, ambientata a cavallo dell'invasione sovietica.

E' una storia in certo modo semplice: i due bambini nascono agli estremi opposti della scala sociale in un paese aspro e arretrato, ma sono inseparabili fino a che uno dei due (quello ricco) tradisce l'altro e, dopo poco, ha l'opportunità di lasciare il paese invaso dai sovietici e tiraneggiato dai loro alleati locali.

La vita dell'emigrato – ripartendo a sua volta al fondo della scala sociale - non è facile, ma dopo anni di amarezza e sopportazioni il protagonsta riesce a conquistarsi una certa agiatezza. Il nostro emigrato non riesce però a godersi il dolce frutto di un 'sogno americano' che si avvera, perchè viene chiamato da un parente (e dai suoi rimorsi) in Afganistan a cercare il figlio del suo amico tradito e nel frattempo ucciso dai miliziani.

L'ultima parte del libro è una vera e propria discesa negli inferi di un paese ormai completamente disgregato, un “terra di Mordor” dove le bande dei Talebani dilaniano e profanano ogni istituzione, ogni luogo, ogni persona ....

Lo stile è asciutto, evocativo, sempre venato di una certa nostalgia e tristezza e il libro, le storie e le immagini non si dimenticano facimente, anche per i brevi squarci di un paese che non c'è più.

mercoledì 30 gennaio 2008

Firefox al 28%

Firefox avrebbe raggiunto, in Europa, una quota di mercato pari al 28%.

Mi fa piacere. Lo uso da meno di un anno, ma mi trovo benissimo.

Credo che la notizia faccia piacere anche a molti frequentatori del blog, visto che le statistiche danno una percentuale pari a ben il 46,84% (e giuro che non li ho fatti tutti io ;-).

Tra l'altro l'articolo prosegue argomentando che il successo di Firefox potrebbe indebolire il procedimento antitrust intentato da Opera contro Microsoft per abuso di posizione dominante. Non credo che il fatto che un altro browser abbia potuto acquistare una rilevante (ancorchè minoritaria) quota di mercato significhi che condotte abusive non possano esserci state. Anzi, magari Firefox potrà offrire testimonianze in proposito.

Il fatto è che Firefox è open source e non si basa sul profitto, ragion per cui - in primo luogo - politiche come quella della vendita a "prezzi predatori" o a costo zero non lo toccano, anzi lo rafforzano (mentre Netscape - ad es. - è andata fuori mercato), nè riducono le risorse destinate allo sviluppo.

Semmai, proprio il fatto che l'unico competitor sia open source (e quindi un non imprenditore) sta a significare che nel caso dei browser, il mercato fondato sulla concorrenza tra imprenditori non sta funzionando .... Un bel problema "politico" ;-)


lunedì 28 gennaio 2008

Notizie e non notizie su internet (updated)

Nei giorni scorsi si è sparsa per la rete la notizia che la Corte dei Conti ha scelto linux (Red Hat) per i propri sistemi informatici.

La notizia è interessante, ma in non merita - secondo me - il battage che ha ricevuto.

La Corte dei Conti è senz'altro un cliente prestigioso e importante, ma secondo me la notizia che linux sia stato scelto per l'ambiente server non colpisce più di tanto.

Tutto sommato l'ambiente server (qualcuno, ogni tanto lo definisce "ambiente open") è un ambiente diversificato, nel quale macchine Microsoft, Sun, Linux e Unix convivono in strutture a volte stratificate dove linux è storicamente molto forte.

Ben diversa sarebbe stata la notizia se l'adozione di linux avesse riguardato l'ambiente desktop (ossia i pc dei magistrati, dei cancellieri, degli operatori vari), che invece è ormai monopolio di windows (in ambito aziendale, specie se si parla di grandi aziende, si supera il 99% ....).

Eppure linux, per le applicazioni di ufficio è senz'altro già molto maturo, anche se non so se abbia il supporto e i tool di automazione che può vantare Microsoft, specie in ambito aziendale.

Certo la compatibilità di linux (specie in ambito hardware) può essere un problema.

Tuttavia, in periodo di budget sempre più ristretti e di spesa informatica in costante aumento, un software del tutto gratuito e che non costringe a cambiare l'hardware ogni pochi anni dovrebbe essere un'opzione, specie per chi come l'amministrazione dello Stato ha le dimensione per "pretendere" che il mercato si adegui offrendo prodotti compatibili con le sue esigenze.

Sicuramente, non sarebbe una via senza costi, ma sono convinto che - specie per l'amministrazione dello stato - anche se il costo complessivo di una migrazione a linux fosse pari a quello della gestione di una ambiente 'proprietario', riterrei più 'politically correct' spendere in servizi resi da imprese del territorio che in royalties a favore di imprese lontane .....

Aggiornamento del 30 gennaio:

Oggi France Press pubblica la notizia secondo la quale la Gendarmeria francese conta di sostituire i propri PC windows (stiamo parlando di 70.000 pc basati su Windows Xp) con macchine linux. Ubuntu sarebbe la distribuzione prescelta.

La notizia pare 'seria' perchè - a quanto sembra - la Gendarmeria ha una certo feeling con l'open source, essendo già passato al "software" libero nel 2005 per la suite office e nel 2006 per il browser.

Le ragioni del passaggio:

  1. diminuire la dipendenza dai fornitori;
  2. aumentare il controllo sui propri sistemi;
  3. last, but not least: ridurre i costi.

Francamente nulla da dire su queste motivazioni.

Oltretutto, Vista, con i problemi di compatibilità software e hardware con i quali sta affliggendo i suoi utenti, ha probabilmente contribuito a spingere la Gendarmeria ad affrontare il cambiamento .....



sabato 26 gennaio 2008

Il "fattore X"

Approfittando del sabato mi sono andato a cercare il grafico di un sondaggio che avevano mostrato martedì sera a Ballarò e mi aveva colpito moltissimo.

Eccolo: http://www.sondaggipoliticoelettorali.it/asp/visualizza_sondaggio.asp?idsondaggio=2672




Il grafico rappresenta le “intenzioni di voto” espresse dagli italiani nel periodo (quattro anni) a cavallo delle ultime elezioni.

Come vedete disegna una specie di x. Probabilmente la forma ha anche un qualche nome tecnico, che qualcuno che capisce qualcosa di geometria o scienze saprà individuare.

La cosa che più mi ha colpito è la totale specularità della situazione pre e ante elezioni e la quasi totale corrispondenza dei livelli.

Negli ultimi due anni del governo Berlusconi, il livello dei consensi del centrosinistra si è mantenuto tra il 54 e il 57% (con una punta del 57,9%) delle “intenzioni di voto” espresse nei sondaggi, per convergere rapidamente ad una quota del 50% al momento delle elezioni. Poi, dopo una breve luna di miele, la situazione si è esattamente ribaltata e da allora i livelli di consenso del centrodestra si sono rapidamente portati, appunto, ad un livello compreso tra il 56 e il 58% (con una punta del 58,7).

E' evidente a tutti che se si va alle elezioni a breve l'attuale schieramento, che ha fatto, male sarà sostituito non da un nuovo schieramento, che pure non ha fatto bene ....

Ma se guardiamo la storia degli ultimi 15 anni, è proprio quello che è sempre successo: lo schieramento che ha vinto le elezioni ha sempre perso le successive per tornare alle successive ancora.

I nomi sono sempre gli stessi, soltanto 15 anni più vecchi, al punto che i giornali stranieri irridono la “gerontocrazia italiana".

E come dargli torto. Nel frattempo il paese si è impoverito, perchè è “scoppiato alla base”, complici politiche di tutti i governi che si sono susseguiti che hanno perseguito da un lato la “moderazione” salariale e dall'altro l'alleggerimento delle tasse dei ceti più abbienti e delle imprese, senza curarsi che avvenisse alcuna forma di redistribuzione o un'aumento degli investimenti. Anzi, se nei decenni scorsi lo stato-imprenditore, sia pure senza particolare genio ed efficienza, investiva (le infrastrutture italiane, dalle reti di TLC, alle strade, ferrovie, scuole, banche .... sono state tutte messe in piedi dallo stato o dal “parastato”) il ruolo dello stato è stato sacrificato per finanziare i “nuovi” e poco intraprendenti capitani di sventura.

Se da noi non c'è stato il fragore di quello che è successo negli Stati Uniti è dovuto a molti fattori, positivi (lo stato “sociale”, che preferirei definire “socialdemocrazia europea”) e meno positivi (la minor capillarità ed efficienza del sistema finanziario ....,) ma siamo avviati molto male, visto che i prestiti che stanno sempre più gravando le famiglie italiane non derivano tanto dal voluttuario, ma da bisogni essenziali (casa) o comunque eccezionali, ma talvolta relativi alla vita normale (la riparazione della macchina, la sostituzione di un elettrodomestico) ....

Il fatto, poi, è che gli italiani non votano il merito di un governo. Gli italiani votano prevalentemente “contro”.

Per quarant'anni gli italiani hanno votato “contro” i comunisti (il “fattore K”) e ancora adesso molti lo fanno, aiutati da una certa propaganda che ha fatto tesoro della profondissima repulsione della maggioranza degli italiani verso tutto il “mondo” comunista (per rimanere sul faceto: avete notato che Rete 4 ha sempre trasmesso l'intera serie di “Peppone e don Camillo” in corrispondenza delle elezioni, locali o politiche, salvo le ultime? Io adoro quei film, ma avevo rinunciato a comprare il DVD, visto che ci sono elezioni tutti gli anni ....) e dai trascorsi di alcuni personaggi, che si aggirano – peraltro - in un substrato dalle forti note democristiane .......


Attualmente, molti di quelli che votano a sinistra, in realtà votano “contro Berlusconi” (il “fattore B”), aiutati dalla propaganda dei suoi avversari ... e qualche volta dalle dichiarazioni di quest'ultimo (a proposito: proprio ieri “B” ha annunciato che quando sarà al governo il suo primo provvedimento sarà nel senso di limitare drasticamente le intercettazioni telefoni .....).

E quindi? Quindi: K/B=X

Saluti a tutti.

mercoledì 23 gennaio 2008

IKEA, spazio alle idee ...

Sembrerebbe che una falla nella sicurezza dei server di Ikea abbia consentito a ignoti malviventi di utilizzare i sistemi del noto fabbricante di mobili per inviare mail contenenti virus.

Il fatto che le mail provenissero da server 'legittimi' ha permesso loro di superare i filtri antispam e di raggiungere un gran numero di utenti.

Sul sito nessun avviso del problema e pare che Ikea abbia mantenuto in funzione i server 'infetti' per cinque giorni dopo essere stati avvertiti .....

Qualche giorno fa Theregister si chiedeva se non fosse il caso di imporre a chi usa un computer un "esame di guida".

Una provocazione, certo, ma non curare la sicurezza del proprio hardware può creare danni (anche) agli altri.

P.S. proprio ora Theregister pubblica la notizia di un server di un'ambasciata olandese che spargeva malware ....

martedì 22 gennaio 2008

Politica tesa

Sto guardando Ballarò: facce tese, politici contro. Il ladro che insulta il mentitore ....

... e dopo due anni di muro contro muro.

Come si fa ad essere giunti così, senza un'alternativa?

domenica 20 gennaio 2008

Fiesta grande

Arriva il fine settimana e ci troviamo con una bottiglia di champagne, regalo di natale, una busta di salmone miracolosamente salvatasi dalle cene e controcene di fine d'anno e una piacevole novità da festeggiare.

Al supermercato compriamo delle ostriche magnifiche: ostriche bretoni di grande pezzatura. Tra l'altro non sono nemmeno troppo care (8 euro al chilo) e così, felici e contenti del nostro acquisto, ci “allarghiamo” e compriamo anche un whisky da 30 euro (un Islay: Laphroaig "quarter cask"). Vabbè, va finire sempre così .... è così che poi ti trovi sempre senza soldi ...

Tornando a casa telefoniamo ai miei ... tanto non c'è da cucinare; imparando il trucco, aprire le ostriche è una scemata: bisogna usare un coltello dalla lama triangolare molto sottile e appuntito e tagliare il tendine I coltelli del grana, che alcuni usano, non vanno molto bene perchè sono troppo larghi e se il bordo dell'ostrica è ondulato è un macello e bisogna forzare molto.

Ci sediamo a tavola: per iniziare una pasta veloce al salmone. Tempo di preparazione pari al tempo per far bollire la pasta: un soffrittino leggero, facendo passire la cipolla a fuoco lento e poi sciogliendola un poco nel vino bianco, passata di pomodoro e - verso la fine - panna e pepe bianco. Proprio all'ultimo le striscioline di salmone, bagnate con vino rosè (residuo di una scorreria in Francia); il cognac sarebbe meglio, ma ci sono i bambini.

Piatto forte: le ostriche. Eccellenti: carnose e profumate. Non bisogna mangiarle d'estate: i mesi buoni sono quelli con la “r” (in francese).


Apriamo lo champagne (altro lavoro da uomini).

Poi apriamo il whisky: ottimo acquisto e adattissimo al pasto. Il profumo torbato con sentori salmastri si sente già aprendo la bottiglia. Aggiungendo acqua fresca (circa 1/3) si ingentilisce e diventa più complesso. Si sentono note di legno. Accompagnato da sfoglie di cioccolato fondente (altro residuo delle feste) è un vero piacere.

Superiamo la mezzanotte senza accorgercene. Questa mattina, però, ho un filo di mal di testa. Sarà il salmone?



mercoledì 16 gennaio 2008

Quanto guadagnano gli avvocati

Bella domanda .......

A giudicare dalle statistiche degli accessi al sito, sembra uno degli elementi che più interessano i visitatori.

Come a molte domande semplici, non credo sia facile dare una risposta univoca. Soprattutto perchè non esiste una "tipologia" unica di avvocati e perchè l'ammontare delle retribuzioni varia molto con la zona, la tipologia delle attività, l'età e - last but not least - le doti personali del professionista.

Statistiche ovviamente non ne esistono ed è un tema sul quale gli interessati tendono a dare risposte evasive, ma in rete qualche indicazione si può trovare.

Le indicazioni che ho trovato fanno riferimento a situazioni in certo modo "estreme" e mostrano una forbice molto, ma molto ampia, a conferma che la "categoria" non è unitaria, anzi ........

La prima fonte informativa è la sezione "annunci" del sito www.penale.it, dove possiamo trovare una serie di domande/offerte di collaborazioni professionali. E' un servizio gratuito e interessante che, per il momento, non ha avuto il successo che mi sarei aspettato.

Lasciamo perdere la prassi di non pagare i praticanti e stendiamoci un velo pietoso: non si può fare da un lato una campagna sui "minimi obbligatori" affermando che sono una garanzia di qualità della prestazione e dall'altro lato "subappaltare" lavori a praticanti sottopagati o non pagati del tutto ........ Tra l'altro, la durata stessa del periodo di pratica (diversi anni, tenuto conto dei tempi tecnici dell'esame) rende la cosa non sostenibile per chi non abbia comunque mezzi propri.

In ogni caso, scorrendo gli annunci vedo che non sono poche le "offerte di collaborazione" (intese come disponibilità a collaborare), anche di avvocati con buon voto di laurea e/o qualche anno di esperienza, che richiedono una paga "minima" attorno ai mille euro (lordi, direi).

All'estremo opposto ci sono i dati (rigorosamente anonimi) che risultano dai commenti ad un post su studioillegale.splinder.com, riferiti ai famosi "avvocati d'affari", o quanto meno ai loro più giovani collaboratori.

Qualche esempio: un "trainee" (ossia un laureato non ancora avvocato) con un anno di esperienza: 22.000 euro all'anno, un praticante con due anni di esperienza (altro studio) 35 mila euro, un avvocato, dopo 4 anni dall'abilitazione 85.000 euro l'anno ......

Continuate voi http://studioillegale.splinder.com/post/15449263 commenti successivi al #115

Decisamente più bassi gli stipendi dei "colleghi" che si sono impiegati presso qualche società: 20/40000 euro, a seconda dell'anzianità (impiegati/quadri di medio livello).

Mi manca qualche indicazione su quanto guadagni qualche avvocato più tradizionale, che so ... l'Avv.Italo Medio dell'omonimo studio di una città di provincia ....



lunedì 14 gennaio 2008

La montagna e il topolino (segue)

Pochi giorni fa commentavo la notizia dell'azione intrapresa avanti la Commissione Europea da Opera (il topolino) nei confronti di Microsoft (la montagna).

Ora la Commissione Europea ha annunciato di avere aperto un procedimento nei confronti di Microsoft, anche a seguito delle segnalazioni di Opera, in relazione alla strategia di Microsoft di offrire software applicativi insieme ai sui sistemi operativo.

Unitamente al reclamo di Opera, la Commissione ha annunciato che intende esaminare anche un reclamo dell'European Committee for Interoperable Systems (ECIS) che lamenta un rifiuto da parte di Microsoft di fornire informazioni necessarie per l'interoperabilità di una gran numero di applicazioni, inclusa la suite Office.

Entrambe le questioni verranno viste alla luce del provvedimento della Commissione del marzo 2004 (il provvedimento che aveva imposto a Microsoft, tra l'altro, di vendere i suoi sistemi operativi senza Microsoft Media Player): sotto il profilo della separazione tra le vendite di un sistema operativo windows e di Windows Media Player un flop clamoroso, tanto che sembrava il caso classico di un montagna che aveva partorito un topolino: chi di voi ha mai visto in negozio un sistema operativo windows senza windows media player (ancorchè la versione di windows senza windows media player sia regolarmente a catalogo sul sito di Microsoft)?

Ora un nuovo topolino sta cercando di scalare la sua montagna, riprendendo proprio il cammino del primo e spera di non fare la fine recentemente fatta da Netscape.

Come giustamente nota Roberto Dadda a proposito del caso Netscape, le dinamiche del business non sempre tengono in considerazione la qualità dei prodotti (come a me piace ripetere: la legge della giungla non sempre premia il leone più meritevole, ma semplicemente il più forte)

Indubitabilmente Microsoft è la più forte, ma non è detto che la riduzione della 'biodiversità', anche nel campo del mercato dei browser, sia un aspetto vantaggioso.

E' qui che entra in gioco il difficile compito dell' autority antitrust .....

sabato 12 gennaio 2008

Perchè non fare anche i PC "low cost"? (updated)

Domanda stupida, probabilmente, perchè i personal computer "low cost" già li fanno o - quanto meno - li progettano, fanno prototipi ed esemplari di pre-produzione e li mostrano ai media, come l'ormai famoso OLPC ("One Laptop Per Child", ossia "un portatile per ogni bambino" specificamente studiato per i paesi del terzo mondo) che vi mostro su un filmato su YouTube:



Bello, no?

Oltretutto come browser usa Opera (mon amour ;-) )

Il prezzo: avrebbe dovuto uscire a 100 dollari. Pare che, però, stanti il numero di ordini non esaltante il prezzo sia di 200 dollari (comunque meno di 200 euro, il prezzo di un iPod ....).

E' comunque poco: in un mondo in cui ormai i ragazzini che vanno a scuola (e qualche volta anche i bambini) necessitano sempre più di computer, questi pc dovrebbero venderli a noi, sui banchi degli hard discount. Poi le quantità per abbassare i prezzi ci sarebbero, eccome.

E com'è che in una società sedicente libera e di mercato non ci arrivano, se non per limitate e ... discutibili "offerte speciali"? Ma vogliono venderli davvero o no?

Altro che terzo mondo ...

Aggiornamento del 13 gennaio:


Proprio questa mattina leggo che il progetto OLPC ha annunciato di voler distribuire il pc low cost a studenti bisognosi negli Stati Uniti.

Tra l'altro l'articolo nota che negli Stati Uniti l'istruzione di un bambino costa in media 10.000 dollari l'anno ..... Mi viene da dire: ma come fa uno che ha uno stipendio, ad es. di 25.000 (e non sto facendo esempi estremi)? Ho paura che il numero dei "bisognosi" possa risultare in effetti assai alto, al di là delle possibilità di qualunque progetto umanitario ....

E cominciare a venderli nei supermercati, no?

Intanto un amico mi segnala un pc (sempre basato su software open source) a 299 euro in vendita in Italia.

Prove di vita low cost?

domenica 6 gennaio 2008

Due righe di contratto (buone letture) ...

"Se ti capitano a studio due facce contente, per chiederti di buttar giù due righe di contratto, due righe alla buona, per pura formalità, perché tanto tra amici non si litiga, tu rispondi secco e deciso, no! Rispondi, se è questione di amicizia, non occorrono contratti: ma se invece si tratta di affari... sonanti, allora vale il proverbio, patti chiari e amicizia lunga.

Dunque, in tutti i casi, facce contente o facce da temporale, butta giù i contratti con chiarezza, con precisa esposizione delle varie pattuizioni e clausole, e con tutte le formalità volute dalla legge civile, dalla legge sul bollo, dalla legge di registro. Ti parrà un paradosso, ma è proprio così: se dalle scritture che tu compili, non sorgeranno mai né liti né litigi, non ti mancheranno mai cause e clienti. E invece perderai cause e clienti quando tu, o per pigrizia, o per dare ascolto agli stessi richiedenti, accetterai di buttar giù due righe di contratto, sul quale poi ogni malintenzionato trovi cento appigli per averla dalla sua parte o per far liti."

Da: Angelo Angeli Coarelli, Avvocatino impara, Cedam, 1952

giovedì 3 gennaio 2008

La montagna e il topolino


Opera è stato per alcuni anni il mio browser preferito: l'ho usato a lungo su windows, poi su linux e persino sul cellulare.

Ho sempre apprezzato la sua leggerezza e l'interfaccia pulita, che lo rendono imbattibile sui pc vecchi (come il mio) e a maggior ragione su cellulari. Opera Mini (la versione in java, liberamente scaricabile sui cellulari) è davvero fantastica perchè, a parte la buona qualità complessiva della visualizzazione anche sul 'piccolo schermo', permette di portare i feed RSS direttamente sul cellulare, in modo da convogliare automaticamente una grande quantità di informazioni anche sui cellulari e anche su quelli che ancora debbano dipendere da reti GPRS/EDGE.

Poi ho cominciato a soffrire per l'incapacità di Opera di “digerire” alcune pagine e, complice la ricca offerta di 'plug-in' che lo caratterizza, sono passato a Firefox. Tengo però sempre installata sul pc una versione di Opera perchè, stranamente, Firefox non riesce ad accedere correttamente alla webmail della posta dell'ufficio (basata su Microsoft Exchange), mentre Opera non ha alcun problema.

Opera, però, è un topolino e – se si difende bene nel campo (piuttosto marginale) dei browser per telefoni cellulari – nell'ambito dei personal computer la sua penetrazione ormai non raggiunge l'1% contro lo strapotere di Microsoft Explorer, che supera di regola il 75% del mercato del browser per pc (il resto, sostanzialmente, è in mano a Firefox, che è un prodotto open source e non fa capo a nessuna software house).

Tempo fa, però, il topolino ha deciso di scalare la montagna e di attaccare frontalmente Microsoft con un esposto all'autorità antitrust euopea. In sostanza Opera si lamenta che Micorsoft, sfruttando il suo incontrastato dominio nel mercato dei sistemi operativi per pc (il 98% dei pc monta sistemi operativi della famiglia Windows) che integra un browser (Explorer, appunto) introduca sul mercato nove funzionalità fuori standard, “spiazzando” i concorrenti. Ora la questione è davvero sottile.

Già è interessante il tema del “bundling” (ossia del “legame”) tra sistema operativo e browser. Ricordate che Netscape, che prima dell'avvento di Explorer era leader nel mercato dei browser fu costretta a chiudere quando Microsoft offrì Explorer “gratuitamente” (in realtà Explorer era, più che gratis, compresa nel prezzo di un sistema operativo della famiglia Windows).

L'accusa a Microsoft di inserire nei suoi browser funzionalità che non rispettavano gli standard che regolano il funzionamento (e l'interoperabilità) dei browser, non è certo nuova, anzi.

Certo, entrambe le cose non sono necessariamente una 'colpa', anzi.

Offrire un browser compreso nel prezzo non è un illecito, anzi, e neppure avere il 98% del mercato dei sistemi operativi (anche se sa oggettivamente un po' di monopolio di fatto ....). Anche introdurre funzionalità differenti non è un male, anzi, sembrerebbe introdurre diversificazioni nel mercato e in un'ottica darwiniana dovrebbe favorire la diversificazione e l'evoluzione della specie, anche se effettivamente, non vi possono essere interoperabilità e prodotti "multipiattaforma" (ossia browser indipendenti dal sistema operativo) senza standard tecnici ragionevolmente certi.

Alla fine, però, è un fatto che l'unica alternativa attuale a Microsoft è l'open source, e che le società che si erano messe sul mercato dei browser per ritagliarsi una fetta del mercato ne sono uscite con le ossa rotte (salva Apple con Safari, ma – anche qui – il browser è già compreso nel sistema operativo ed installato con quest'ultimo e raramente un utente Microsoft o Linux lo sceglie come suo browser).

E' abbastanza evidente che Opera sta tentando di mettersi nel solco delle recenti vicende di Microsoft dinnanzi all'unione europea. In questi casi (indagine sull'interoperabilità e su Microsoft Media Player) la montagna ha partorito un topolino. E ora? Bah, noi non abbiamo quote di mercato che calano e possiamo aspettare serenamente l'esito dello “scontro”.


Dove va il diritto d'autore? (II)


Approfitto del periodo di ferie e di alcune recenti notizie per riprendere il tema di un mio precedente post.

La notizia è quella secondo la quale la RIAA (l'Associazione delle case discografiche americane, che è impegnata in una lunga “battaglia legale” contro l'utilizzo illecito della musica, anche con processi a gruppi di utenti in stile “peppermint”) avrebbe iniziato a perseguire legalmente gli utilizzatori che effettuano “copie private” in formato elettronico dei propri dischi.

Sulla base di quanto riportato in un articolo su questo blog, la notizia è parzialmente da correggere.

Sembrerebbe che nei casi che sono stati recentemente portati in giudizio e hanno suscitato lo stupore e l'allarme del pubblico, il fondamento della causa non sia tanto il fatto che siano state copiate in formato elettronico delle registrazioni musicali (CD musicali regolarmente acquistati), quanto il fatto che le copie elettroniche erano state stivate in aree condivise del computer. Fatta questa precisazione, il problema però resta perchè la RIAA sostiene che in ogni caso copiare, anche per fini privati, un supporto musicale è come rubare e che l'eventuale uso privato ha solo l'effetto di ridurre di fatto la pericolosità della condotta che, solo di fatto, non merita di essere perseguita legalmente.

Nella “vecchia Europa” per fortuna le leggi le scriviamo ancora e non le lasciamo tra le righe dei precedenti giurisprudenziali e così una condotta del genere non è un illecito (anche perchè, non dimentichiamolo, paghiamo un “compenso” alla SIAE basata sulla capacità dei supporti di memorizzazione elettronici e ottici proprio per “pagarci” il diritto alla copia privata). Lasciamo poi stare le puntigliose (e numerose) eccezioni di cui soffre la norma (articoli 71 – sexies e seguenti della legge 633/941) e “godiamoci” la norma – e la musica – così com'è.


Certamente l'atteggiamento della RIAA comincia a diventare preoccupante. Sul serio, come comincia a diventare preoccupante l'invasività delle campagne condotte anche verso i singoli utenti dalle società discografiche. Vi ricordate il caso Peppermint?

Non è il caso di cominciare a pensare alle regole e non solo a trovare ostacoli (più o meno legati alla privacy) alle azioni legali, ormai sempre più vicine a noi, delle società discografiche?

Nel frattempo, chi sa bene l'inglese e ha voglia di una lettura interessante sull'insostenibilità dell'attuale modello di business delle majors rappresentate da RIAA, si legge il seguente articolo, già segnalato dall'ottimo Chartitalia.


mercoledì 2 gennaio 2008

Internet batte TV?

Un articolo di oggi di repubblica.it "annuncia" il prossimo sorpasso di internet sulla televisione.

A quanto sembra, la quantità di tempo che la gente passa on-line sta rapidamente aumentando a scapito del tempo passato davanti alla TV fino al punto di far pensare che quest'anno potrebbe esserci il fatidico "sorpasso".

Mi si consenta di essere un filo scettico: pur col la diffusione della banda larga (non così diffusa, però, come posso testimoniare in prima persona) e del "social web"- un fenomeno dilagante non solo tra i giovanissimi - stento a credere che la maggioranza della popolazione italiana possa rivolgersi al web al posto della tv.

Certo, sembrerebbe che proprio internet stia fortemente erodendo l'attenzione degli italiani proprio durante il "prime time" televisivo (cioè nell'ambitissima fascia tra le 20 e le 22) e non stento a crederci, stante il degrado ormai cronico delle prestazioni delle reti UMTS/GPRS a quelle ore. Del resto, stante la qualità dei programmi televisivi anche sulla tanto pubblicizzata tv a pagamento....

Alcuni blog (pensiamo a Beppe Grillo) stanno poi diventando dei veri "opinion maker" anche i Italia, mentre negli Stati Uniti una grossa fetta della campagna elettorale si sta svolgendo sui blog e su YouTube.

Larga parte dell'Italia resta però estranea a qualsiasi passione (lasciamo poi stare la padronanza) per l'elettronica e, comunque, è più facile trovare case con due (o più) televisori che case con una pluralità di linee collegate con internet. Mi piacerebbe sapere come vengono redatte (e verificate) certe statistiche.

In ogni caso, vogliamo scommettere che vedremo l'emanazione di nuovi provvedimenti tesi ad un maggior controllo di internet?

Parrucchini & parrucconi

Sicuramente vi interesserà sapere che anche gli avvocati britannici che non sono barrister hanno conquistato il diritto a portare il parrucchino alle stesse condizioni degli esclusivi e invidiatissimi barrister.

Non vi interessava saperlo? Nooooo??
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