martedì 29 dicembre 2009

Tales from a new world ...

"A terrorist attack cannot possibly destroy a country's way of life; it's only our reaction to that attack that can do that kind of damage. The more we undermine our own laws, the more we convert our buildings into fortresses, the more we reduce the freedoms and liberties at the foundation of our societies, the more we're doing the terrorists' job for them."

mercoledì 23 dicembre 2009

Dalla legge a bit ....

... deve passare ancora molto tempo.

Sarà probabilmente il tipo di formazione (prevalentemente) umanistica, sarà l'orgoglio intellettuale di considerare la propria specifica conoscenza la principale (o la sola?) conoscenza da coltivare, ma conosco poche categorie così lontane dall'informatica.

Ci sono poche e lodevoli ecccezioni, ma - ripeto - sono ancora poche. E non importa se si parla di magistrati, avvocati, giuristi d'impresa (ekkekazzo saranno ormai?) o pubblici funzionari.

Il piccì è affare d'altri ......

Non mi stupisce neppure più che questo fenomeno non sia solo italiano, come mostra questo sprezzante pezzo di theregister su un funzionario del CPS (il Crown Prosecution Service, ossia l'ufficio del pubblico ministero inglese) che viene alla fine ripreso dal giudice per aver comunque preferito stampare una pila di documenti cartacei, piuttosto che produrli tramite un semplice CD ....

sabato 19 dicembre 2009

Legislazione d'emergenza?

Le recenti polemiche seguite al clamore generato dai gruppi su facebook che inneggivano allo sciagurato attentatore del Presidente del Consiglio segneranno il varo di una nuova legislazione d'emergenza?

Probabilmente no, anche se qualcosa rischia di essere già cambiato irreversibilmente in Italia, visto il clima di tensione che ora si respira.

Non stupisce più di tanto, quindi, se un parlamentare propone un disegno di legge per punire con una pena da tre a dodici anni chiunque, comunicando con più persone in qualsiasi forma, istighi a commettere uno o più tra i delitti contro la vita e l'incolumità di un individuo.

La pena (che è poi la pena già oggi comminata dalla legge per l'apologia di genocidio e per i più gravi reati colposi contro l'incolumità e la salute pubblica) verrebbe poi aggravata se commessa tramite strumenti di comunicazione (telefonica o telematica).

E tuttavia le leggi per gli illeciti su internet già ci siano e in particolare quelle contro l'istigazione ci ci sono già da tempo (dal tempo del fascismo) ....

Ma forse l'importante è solo tenere sempre alta la tensione.

domenica 13 dicembre 2009

Le tux militaire ...

A la guerre avec Linux?

Non solo la gendarmeria francese ha una spiccata preferenza per l'open source e per linux, ma sembra che anche le forze armate transalpine siano attivamente impegnate nello sviluppo e nell'utilizzo di codice libero ...

Non solo ragioni di economia (ragioni ignote alla nostra Pubblica Amministrazione che continua a spendere milioni e milioni di euro per software che - specie per i pacchetti Office - è perfettamente sostituibile con software gratuito ..), ma anche di sicurezza.

Così dalla scorsa settimana il codice di Tunderbird 3 include parti scritte dalle forze armate francesi nell'ambito del progetto "Trustedbird" (già "Milimail").

Se alla bontà strutturale del codice (che non è più prerogativa di Linux, specie visti i progressi dei sistemi operativi Windows, ormai ben lontani delle "semplificazioni" delle serie '95 e '98 ...) aggiungiamo la sicurezza data da programmi realizzati appositamente e - soprattutto - dal fatto che con un codice aperto puoi anche avere l'assoluta sicurezza di sapere che fa davvero il tuo computer, direi che non si sono sbagliati di molto .....

mercoledì 11 novembre 2009

L'ufficio illegale (parte quinta: allora si chiude?)

Prosegue l'esame della contestatissima riforma della professione forense e gli avvocati incalzano.

Non basta il ritorno ai minimi inderogabili, non bastano i divieti di pubblicità, gli ulteriori ostacoli alla pratica forense, lo scippo delle difese nei confronti dei praticanti.

Gli obiettivi sono stati ribaditi ancora oggi:

  • l'esclusiva agli avvocati della consulenza legale in ogni sua forma e dei procedimenti di mediazioni che potrebbero servire per deflazionare i processi e abbassarne i costi;

  • il 'numero chiuso'

  • l'espulsione definitiva dalla professioni di chi abbia sostenuto l'esame da pià di cinque anni.

In sostanza, non essendo riusciti a ricavarsi i loro spazi come hanno fatto altre libere professioni prive di esclusive, come i dottori commercialisti, gli spazi se li vogliono prendere per legge.

E che ce ne facciamo di quelli che questo lavoro già svolgevano in qualità di dipendenti?

Lascio parlare il comunicato delle principali associazioni imprenditoriali italiane (Abi, Ania, Assogestioni, Assonime, Confagricoltura, Confartigianato, Confcommercio, Confindustria, CNA, Legacoop):

"Se le nuove norme venissero approvate nella versione in discussione al Senato, le imprese dovrebbero rinunciare alle funzioni legali interne e sarebbero costrette a rivolgersi ad avvocati esterni per tutte le attività sopra menzionate con un impatto rilevantissimo, oltre che in termini di costi, anche sul piano organizzativo. Le imprese dovrebbero infatti trovare adeguata collocazione a tutte le risorse oggi impegnate in attività di consulenza legale interna"
Tutti a casa, quindi, perchè con i chiari di luna che ci sono .... E tutto per assecondare le voglie più corporative di una professione che non ha mai saputo esprimere – lasciatemelo dire – la minima capacità di cambiamento.

domenica 8 novembre 2009

Tranquilli, la crisi è alle spalle ....

Finchè non vedo non credo, ma in ogni caso credo poco nei numeri.

Come diceva il mio dominus quando facevo pratica (era, come si dice da noi, "un conte", ma ci beccava ...) "i numeri sono come la pelle dei co......ni, si tirano da tutte le parti".

Non so se i numeri dell'OCSE siano come quella pelle lì, ma i segni della ripresa intorno a me non li vedo proprio, salvi i prezzi che - nel silenzio generale - hanno ricominciato a salire (e non parlo solo della benzina, ma soprattutto della spesa settimanale che - rendiconto della carta di credito alla mano - sono saliti, e non di poco).

Tra i genitori dei compagni di classe dei miei figli, i disoccupati e cassaintegrati non sono calati. Anzi, una mamma ha perso definitivamente perso il posto a seguito della chiusura della ditta nella quale lavorava. Gli stipendi non sono saliti, anzi - con l'aumento dei prezzi - la quantità di beni e servizi che i lavoratori dipendenti (e parasubordinati) è calata ancora ...

Lo stato sta contraendo la spesa (parlando con i poliziotti si sentono storie da paura, di poliziotti che fanno la benzina all'auto di servizio con i loro soldi, ma che ormai non riescono neppure a far partire l'auto perché non ci sono parti di ricambio ...) e la riforma Gelmini ha appena iniziato a buttare precari fuori dalla scuola.

Mi auguro tanto che non sia così, ma il motore di questa ripresa prevista per l'Italia dai dati OCSE proprio non riesco a vederlo: se nè lo Stato nè le famiglie dei lavoratori dipendenti (la maggioranza degli italiani) non sono in grado di sostenere un aumento di spesa, mi chiedo la ripresa da dove possa venire.

Non ci vuole un esperto per farsi venire qualche dubbio, anche tralasciando il fatto che - come l'OCSE stesso avverte - si tratta di dati previsionali.

Non ci resta che sperare.

Nel frattempo non posso che osservare che in altri paesi (la Francia, ad esempio, che è indicato come il paese in più forte crescita con l'Italia) la stampa - salva la pubblicazione del comunicato stampa - e la politica non hanno dato alcun peso alla notizia.

Tanto per dare i numeri, su google news sono censiti 241 articoli in Italia che riprendevano la notizia e solo 27 in Francia ....

Quotidiani come "le Monde" non l'hanno neppure pubblicata.

giovedì 15 ottobre 2009

L'influenza dei porcelli ....(upgraded)



Stiamo per spendere milioni di euro per comprare un vaccino sperimentale che rischia di essere ben più dannoso della malattia che deve curare e qualcuno dubita ancora che il consenso dell'opinione pubblica possa essere manipolato?

Aggiornamento del 16 ottobre:

ringrazio Nicola per la precisazione (e il link): il vaccino non è sperimentale, anche se lo era ancora quando i governi dei principali paesi si sono affrettati ad ordinarne decine di milioni di dosi.

Il problema delle influenze di origine animale può essere molto serio, in quanto - trattandosi di influenze 'nuove' per l'uomo - non ci sono ancora soggetti naturalmente immunizzate e possono avere una diffusione rapidissima.

L'influenza suina è poi 'parente' della famigerata influenza spagnola, che nel 1918 fece milioni di morte pertanto certamente da non sottovalutare (anche se pare che la gran parte dei morti fosse stato allora causato dalle complicanze batteriche della malattia, ora curabili) .

Per tale ragione, in occasione di una precedente comparsa di un virus dello stesso ceppo (nel 1974 negli USA) ,si procedette ad una vaccinazione di massa poi presto sospesa in quanto, non solo la pandemia non si manifestava, ma - oltretutto - il vaccino fu ritenuto responsabile di gravi complicanze (circa in un caso ogni 100.000).

Anche allora la vaccinazione di massa fu preceduta da una massiccia campagna sui media ...

Ora lungi da me criticare le autorità sanitarie per l'attenzione con cui hanno seguito lo sviluppo della malattia, ma trovo che la copertura mediatica sia stata a tutti gli effetti terroristica, con servizi giornalistici 'sparati' in prima serata al telegiornale sia ai primi focolai nel mondo, sia ai primi sfortunati decessi in Italia, nonostante già da quest'estate le cifre indicassero percentuali di mortalità inferiori a quelle dell'influenza normale .....

lunedì 12 ottobre 2009

Sarkò e uno, Sarkò e due ........

Epperò.

Una lunga battaglia per emanare una normativa draconiana a tutela della proprietà intellettuale e poi?

E poi è la seconda volta in pochi mesi che il suo staff si fa beccare a copiare opere altrui.

E' di pochi mesi fa il risarcimento che il suo partito ha dovuto pagare ad una band canadese per l'utilizzo indebito di una loro canzone.

Ora un nuovo episodio, del tutto slegato dal precedente: la nuova accusa è quella di aver fatto copiare circa 400 cd per farne omaggi.


Un esempio edificante, non c'è che dire.

Anche perchè i CD, relativi ad un documentario che lo riguardava, sono stati copiati senza complimenti e sostituendone integralmente la copertina (su quella originale compariva il nome del produttore. Vuoi mettere quanto è meglio mettervi direttamente il marchio del "Service audiovisuel de la presidence de la Republique" ...?).

domenica 11 ottobre 2009

L'ufficio illegale (to be continued)

Quando si parla di interessi particolari è facile diventare noiosi e perdere il contatto con la realtà ('autoreferenziali', come si dice oggi).

Mi sono, quindi, finora astenuto (mordendomi la lingua e dandomi sonore bacchettate sulle mani) di commentare i 'progressi' del disegno di legge sulla riforma della professione forense, inizialmente rinviato a settembre e ora rinviato a una qualche data da destinarsi nel prossimo futuro. Ci sono ben altre cose di cui occuparsi.

Intanto comunque, sui due punti 'qualificanti' (esclusiva della consulenza legale agli avvocati e limite di cinque anni per iscriversi all'albo) nella prima fase dei lavori parlamentari si era registrato un 1-1: la riserva della consulenza legale veniva confermata agli avvocati, mentre cadeva il limite dei cinque anni. Accordo raggiunto? No, per niente: sono stati presentati alla commissione oltre 100 emendamenti (compresi alcuni per reintrodurre il limite dei 5 anni).


Quindi ancora tutto da discutere.

Un governo in cerca di consensi difficilmente scontenterà una categoria numerosa e tradizionalmente fedele, ma qualche associazione di categoria comincia a farsi sentire.

Tacciono ancora le categorie (commercialisti, innanzi tutto, ma anche geometri, consulenti in marchi e brevetti, notai, ...per non parlare di sindacati e patronati e delle associazioni di categoria stesse che sono le prime, con i loro esperti, a dare l'assistenza 'di primo livello' agli iscritti) che la consulenza legale e l'assistenza stragiudiziale la fanno davvero, ma si sta svegliando la Confindustria, accortasi finalmente che i legali interni fanno un lavoro più aderente alle necessità dell'azienda (e costano notevolmente meno).

E quindi anche oggi un articolo su il sole 24 ore.

Alla prossima ...

lunedì 28 settembre 2009

Con la benda sugli occhi (Achtung Piraten!)

Non sarà il partito più importante della Repubblica Federale Tedesca (in effetti non è nemmeno riuscito ad entrare in parlamento), ma il Partito Pirata tedesco ha raggiunto un più che lusinghiero 2%, catturando circa il 13% dei consensi di coloro che votavano per la prima volta.

Un successo che si aggiunge al recente successo alle elezioni europee (che ha visto l'elezione di rappresentanti del Pirateparteit al Parlamento Europeo).

Tutto sommato non mi fa impazzire un partito che fa così scopertamente l'occhiolino alla pirateria.

Però è l'unico partito che prende in considerazione i temi della proprietà intellettuale dalla parte dei consumatori, al di là della retoria della 'tutela della creatività' (di chi? delle Majors e delle grandi software houses??), che parla di proprietà intellettuale eccessivamente protetta, di assurdità della brevettabilità dei geni e delle specie animali .....

Altro che benda sugli occhi .....

venerdì 25 settembre 2009

Dura lex sed linux

Ha fatto un certo scalpore (non in Italia) una recente sentenza della Corte d'Appello di Parigi che ha riconosciuto la validità delle licenze GNU.

Il caso oggetto del giudizio era quello di una software house che si era 'appropriata' di software open source coperto da licenza GNU inglobandolo nei propri prodotti senza rispettare i termini di licenza,

Che cos'è una GNU? Bah ... potete leggere qui (in dialetto milanese ....) o qui (in italiano). In estrema sintesi è un tipo di licenza di software pubblica' (ossia non basata su una contrattazione individuale, ma sulla base di condizioni 'generali' allegate in forma di file di testo e accettate direttamente tramite l'uso del programma) molto utilizzata nella distribuzione di programmi Linux e open source in generale.

Come molte novità (anche se non proprio più nuovissima, ormai), in molti paesi e pure in Francia si è subito discusso della loro validità e portata nell'ordinamento giuridico.

Anche nei paesi di origine anglosassone (dimenticando che la più famosa delle GNU, la GPL è stata studiata da giuristi) si mette spesso in discussione la validità delle GNU come contratti, sotto diversi profili.

In Italia c'è poco sulle licenze pubbliche, anche se val la pena di leggere questo ponderoso articolo di Carlo Piana.

Ora, comunque, la Corte d'Appello di Parigi non ha proprio avuto difficoltà a riconoscere (prima facie, direi, visto che non ha speso molto sul punto specifico ...) la validità delle licenze GNU-GPL.

E pare poi che il problema della violazione dei termini delle licenze GNU-GPL non sia nella pratica così raro ....

venerdì 31 luglio 2009

Viale del tramonto

C'è qualcosa di sottilmente ironico nella vicenda di un'antica istituzione britannica come la Camera dei Lord che - poco prima di perdere definitivamente le sue funzioni giurisdizionali (poco dopo l'estate saranno passate ad una Suprema Corte di nuova istituzione) - viene chiamata a pronunciarsi sul "diritto di morire".

Eppure (un estremo scatto di orgoglio?) la pronuncia è di quelle che lasciano il segno: il responsabile del Crown Prosecution Office britannico (il responsabile dei Pubblici Ministeri) è chiamato ad emanare istruzioni ai pubblici ministeri per distinguere i casi di induzione al suicidio (da perseguire in giudizio) dai casi in cui l'assistenza al suicida (che in questo caso necessitava dell'assistenza della moglie per recarsi in Svizzera a morire) è da considerare non punibile in quanto esercizio del "diritto di vivere".

Un altro paese e un altro diritto (i pubblici ministeri e persino la polizia hanno da sempre ampia discrezionalità circa la determinazione dei reati per i quali esercitare l'azione penale) ma una pronuncia interessante e motivata.

Un argomento comunque controverso: la stessa Camera dei Lord, chiamata a pronunciarsi (in funzione questa volta legislativa) su un emendamento proposto per eliminare il richio di incriminazione per suicidio assistito aveva bocciato la proposta.

mercoledì 15 luglio 2009

Scarpe rotte, eppur bisogna andar ...

Quando ho letto la notizia sul mio feedreader sono rimasto un po' lì .. un'altra americanata, mi dicevo. Poi, quando ho letto la copia dell'istanza sono proprio scoppiato a ridere.

In breve: un avvocato della Florida ha presentato un'istanza al giudice perchè quest'ultimo imponesse all'avvocato della difesa di indossare scarpe più decorose.

No, non è una questione di decoro della classe forense: l'avvocato istante ne ha fatto proprio un problema di strategia professionale .....

Davvero: secondo questo avvocato, il suo avversario (l'avvocato della difesa in un processo per civile per risarcimento di danni) sarebbe solito adottare una peculiare strategia processuale tesa ad accattivarsi la giuria mostrandosi povero e tirato e per contrasto facendo apparie avida ed eccessiva la controparte.

Di qui l'argomentata istanza scritta tesa a fargli indossare scarpe più decorose.

Ora, l'immagine dell'uomo con le scarpe bucate può essere davvero accattivante e di successo. Barack Obama, in campagna elettorale, ha fatto di questa foto una vera e propria bandiera. Queste cose non sono state capite dal nostro avvocato (ma del resto anche in Italia e in Francia si preferiscono altri stili ...).

Certa gente non ha il senso del ridicolo (e certamente neppure il senso dell'opportunità) e l'istanza ha fatto il giro del mondo. Non ne conosco l'esito processuale, ma credo che dopo la figura da ... non interessi più molto neppure all'avvocato che ha presentato l'istanza.

lunedì 6 luglio 2009

Verso la chiusura anticipata della via spagnola?

Pessime notizie per il giovani (e non più giovani) praticanti che stanno pianificano un giro in Spagna per approfittare della possibilità di iscriversi colà all'albo degli avvocati (in Spagna non c'è l'esame di avvocato) e subito dopo chiedere il riconoscimento del titolo nell'ordinamento italiano.

Non è una cosa di tutto comodo perché prima occorre avere il riconoscimento della laurea italiana, ma almeno (a differenza dell'esame nostrano) il risultato è sicuro in tempi ragionevoli (anche se per i primi tra anni sarai ancora 'abogado' ... che fa un po' ridere e non 'avvocato' a tutti gli effetti).

In questi anni è diventata una piccola industria: in attesa della chiusura (perchè l'esame dovrebbe essere introdotto nel 2011) ormai le domande di riconoscimento erano sulle 500 all'anno.

Tuttavia è di oggi un comunicato del Consiglio Nazionale Forense dal titolo minaccioso: Avvocati stabiliti: stretta sulle iscrizioni nell’albo forense italiano.

In sostanza il CNF 'suggerisce' ai singoli Ordini di procedere ad una verifica dell'effettivo esercizio della professione nel paese 'd'origine' da parte dell'avvocato 'straniero' che intenda ottenere il riconoscimento.

La nuova posizione si basa su una recente sentenza della Corte di Giustizia dell'Unione Europea, resa sul rifiuto dell'ordine degli ingegneri di iscrivere un ingegnere 'spagnolo' e basata sul principio secondo il quale non dà diritto a riconoscimento "il titolo rilasciato da uno Stato membro che non attesti alcuna formazione prevista dal sistema di istruzione di tale Stato membro e non si fondi né su di un esame né su di un’esperienza professionale acquisita in detto Stato membro".

'Ovviamente' non vengono toccati i diritti quesiti, ma per chi è ancora in mezzo al guado ...

mercoledì 1 luglio 2009

La copia di back-up va in Cassazione ...

Nel panorama abbastanza sconfortante della giurisprudenza italiana in materia di sofware (dove le sentenze più interessanti e innovative sono ancora quelle delle preture e dei tribunali degli anni '70 e '80 ...) mi è capitato di reperire una recente sentenza della Corte di Cassazione in tema di cessione di una copia di un programma per elaboratore e copie di bak-up.

Nel caso in questione, tra le lamentele del cliente (vittorioso) vi era anche quella relativa alla mancata consegna di una copia che consentisse la reinstallazione del programma.

La legge (633/1941) consente al licenziatario di effettuare una copia di sicurezza del programma quando tale copia è necessaria per l'uso.

Lasciando stare il fatto che - specie di fronte alle sanzioni per l'illecita duplicazione del software - non è facile capire quando una copia di sicurezza sia 'necessaria per l'uso', se il programma è preinstallato, fare una copia che possa essere reinstallata su un hard disk o su un elaboratore diverso.

Sia come sia, il principio affermato dalla Cassazione è (dal punto di vista del cliente) interessante e innovativo:
"l'omessa consegna dei dischetti di installazione, eventualmente previa apposizione di strumenti di autotutela del diritto di autore, come rileva ineccepibilmente la Corte d'appello, costituisce una violazione di quei doveri di protezione che ineriscono alla diligenza nell'attuazione del rapporto obbligatorio. La gravità dell'inadempimento è stata valutata in relazione alle conseguenze di eventuale perdita dei programmi, in mancanza della possibilità di rendere operativo il sistema su altri computer o comunque di avere la disponibilità agevole per la reinstallazione".
Poi, la prassi di mercato, sia nel settore della fornitura di sistemi professionali, che della fornitura dei semplici pc per famiglie è molto diversa.

Ormai, anche nella fornitura dei comuni pc, la consegna del disco di installazione è praticamente venuta meno, sostituita dal 'disco di ripristino' o dal 'fai da te', nel senso che il produttore ti consente di farti da te una sorta di disco di avvio per cercare (sulla macchina danneggiata) un back-up sulla base del quale effettuare un ripristino: un sistema macchinoso che anche in mano ad utenti non certo sprovveduto può comportare - com'è ovvio - difficoltà considerevoli,.

domenica 21 giugno 2009

W il partito pirata

Due settimane fa, l'elezione in Svezia di alcuni rappresentanti del Partito Pirata ha suscitato molta curiosità. 

Adesso, ovviamente, la curiosità è scemata. Altri partiti e altri pirati occupano gli schermi, come sempre.

Tuttavia, forse non è solo un fenomeno di colore o, magari, un causa di comodo della serie: quando stai per finire in galera fondi un partito ….

E' di oggi (tramite Slashdot) la notizia di un parlamentare tedesco (parlamento federale) che ha lasciato il suo partito  per protesta dopo 40 anni dando la sua disponibilità a confluire nel 'Partito Pirata'

Premetto che non amo i download di musica gratuita e i peer-to-peer (l'unico peer-to-peer che uso è skype): ho in caso un gran numero di dischi e cd, molta più musica di quanta ne senta normalmente, e nel mio iPod ci sono finiti un po' di questi, debitamente compressi.

Fatico quindi fatica a capire la 'bulimia' (l'espressione non è mia, è di Marco Scialdone) di chi scarica grandi quantità di musica dalla rete. Sono tuttavia convinto che tale bulimia non danneggi più di tanto le cade produttrici e gli autori, ma che anzi sia uno straordinario strumento pubblicitario.

Mi spiego.

Non solo esistono studi che confermano che la diffusione illegale di musica non ha danneggiato il mercato della musica (anzi), ma è anche una questione di buon senso.

Non solo, infatti, non è affatto detto che chi scarica gratuitamente scaricherebbe le stesse quantità di musica a pagamento se gli fossero preclusi i download illegali, ma la stessa la diffusione gratuita della musica è un formidabile strumento di lancio di questo prodotto (specie considerando i prezzi e – spesso – i vincoli del mercato legale). In altri campi (software) ci sono esempi di come l'iniziale tolleranza (anzi, anche un certo grado di 'incoraggiamento') della pirateria aiuti a saturare un determinato mercato, con notevoli vantaggi per il futuro.

Tuttavia l'azione di contrasto della 'pirateria' è sempre ai primi posti delle agende politiche (vedi 'dottrina Sarkozy') e delle cronache, anche giudiziarie. E' di questi giorni la notizia della mamma americana condannata a pagare 222.000 dollari per 24 canzoni.

Siamo di fronte alla possibilità che facciano questo anche da noi?

Alla fine non credo sia questo l'obiettivo, quanto meno in questa fase. Certamente lo sono - in primis - gli ISP, già recentemente costretti a dotarsi di strutture di filtraggio degli IP per via del contrasto alla pedopornografia.

Tuttavia, la prospettiva che il controllo delle connessioni e dei contenuti veicolati dagli ISP venga effettuato con capillarità e – oltre tutto - da strutture non giurisdizionali se non addirittura private, non lascia del tutto tranquillo. Che poi il controllo sia diretto dai fornitori dei contenuti (siano esse case musicali, cinematografiche o altri editori), mi piace ancor meno.

La battaglia da parte dell'industria musicale è in atto da tempo e con grande spiegamento di forze (e anche di forze dell'ordine, con notevole dispendio di denaro pubblico ....). Non è ora che cominci a diventare anche un argomento d'attenzione per la politica 'comune'?

mercoledì 27 maggio 2009

“Girare le palle”: etimologia di un'espressione

Ho le palle girate” è un'espressione ormai talmente diffusa da essere entrata di pieno diritto nei dizionari della lingua.

La sua origine è peraltro generalmente ignorata. La si accosta ad altre (come “rompere le palle”, "avere le palle", “avere le palle piene”, etc...) chiaramente riferite alle gonadi maschili, ma la sua nascita ha poco a fare con gli “addobbi” dei maschietti ....

L'origine dell'espressione, sembrerebbe essere proprio militare (Mariano De Peron, Quando i soldati avevano le "palle girate") e non è – se non indirettamente – collegata all'umore dei soldati.

La pratica di “girare le palle” (intese come pallottole) era stata adottata, all'epoca della prima guerra mondiale, da molti nostri soldati come modo sbrigativo e “alternativo” di rendere più letale il munizionamento.

Invece di modificare la punta delle pallottole al fine di indurre effetti espansivi (ad esempio bucando la punta, come nelle hollow point, o segandola, come nelle classiche dum dum inglesi) i fanti più “industriosi” e meno attrezzati sfilavano le pallottole (le palle) dal bossolo e le reinserivano girate. Così facendo ottenevano due scoprisultati: non solo ne avanzavano il baricentro, rendendole più stabili e precise nel tragitto verso il bersaglio, ma soprattutto le rendevano estremamente instabili e prone a ribaltarsi al momento dell'impatto, determinando ferite estese e difficilissime da operare, anche quando non profonde.

Questo munizionamento era proibito dalla convenzione di Ginevra e i soldati che avevano le “palle girate” erano, così, i più aggressivi e i più carogna ... gente dalla quale era meglio stare alla larga.

Altro che palle ...


lunedì 25 maggio 2009

L'ufficio illegale ...(parte quarta: parliamone?)

Sto diventando monotono, lo so, ma la questione mi interessa molto.

Sul ruolo dei giuristi d'impresa nella riforma della professione forense attualmente all'esame del Parlamento, si è tenuto, il 22 maggio, un convegno organizzato da TopLegal (mi toccherà proprio iniziare a parlare bene di 'sta rivista ...).

Devo dire che un certo coraggio, l'avv.De Tilla ce l'ha avuto a presentarsi ad una platea di rappresentanti di uffici legali non certo ben disposti nei confronti della proposta di riforma presentata dall'avvocatura ....

E gli aspetti più stridenti del progetto di riforma sono stati puntualmente sottolineati:

  • impossibilità per l'ufficio legale della capogruppo di prestare consulenza alle partecipate;
  • impossibilità per l'avvocato che abbia deciso di accettare un incarico nell'ufficio legale di un'impresa di tornare alla libera professione.
Resta il problema del riconoscimento della professione fatta come dipendente. Su questo punto, però, nonostante il riconoscimento dello stesso De Tilla del fatto che molti paesi stranieri non ci siano problemi a permettere l'iscrizione in un albo speciali degli avvocati dipendenti - la vedo molto dura. E la vedo molto dura anche su altre cosette che mi riguardano più da vicino...

domenica 10 maggio 2009

L'ufficio illegale ... (parte terza: 'invisibili'?)

Era tempo che gli interessati si svegliassero.

Nel primo post dedicato al disegno di (contro)riforma dell'ordinamento forense presentato dal CNF dicevo che era una riforma contro i giovani e contro le 'minoranze' (tra cui i 'giuristi d'impresa'). In effetti è anche una riforma contro le categorie, tutt'altro che 'minoritarie' (i commercialisti in primis, ma – nel loro 'piccolo' - ad. es. i geometri svolgono la maggior parte della consulenza in campo urbanistico...) che nel tempo hanno 'occupato' il campo della consulenza legale, specie in campi specialisti, ma queste categorie tacciono .... . O gli va bene o sono convinti che la riforma così com'è non passerà.

Intanto, però, una prima presa di posizione negativa su alcuni aspetti della (contro)riforma la si registra dall'Unione Giovani Avvocati Italiani, che lamentano l'eccessiva penalizzazione dei giovani.

Una seconda presa di posizione è stata finalmente diffusa anche da AIGI, l'associazione che raggruppa i (tutto sommato pochi) legali che operano come dipendenti delle imprese e che non possono essere iscritti all'Albo degli avvocati neppure quando in possesso di regolare abilitazione a causa di un'incompatibilità espressamente inserita nella legge professionale.

In altri momenti, le esigenze di un gruppo tutto sommato sparuto di soggetti (tenuto conto delle dimensioni medio piccole della generalità delle imprese italiane, si calcola in poche miglia, forse solo quattro o cinque mila, il numero di laureati in legge che è stabilmente ed esclusivamente addetto a strutture legali interne) avrebbero probabilmente meritato una disciplina apposita e tutto sommato una disciplina la meriterebbero perchè – espulsi dagli albi dagli anni 30 - sono diventati una figura tanto tradizionale quanto 'invisibile'.

Eppure questa 'invisibilità' fa riscontro ad un ruolo che, oltre a non essere facile (come tanti altri del resto) non è del tutto irrilevante a fronte di interessi pubblici come quello della legalità dell'operato delle aziende. Ci si aspetta che che l'Ufficio Legale (metto le maiuscole solo per sottolineare il paradosso della situazione ...) concorra in modo determinante a mantenere la condotta dell'azienda nei binari della legge, contrastando se del caso le spinte del profitto e di chi pensi di avere interessi contrari (soci compresi?) e nel frattempo si nega ogni riconoscimento al ruolo? Attualmente l'imprenditore che decidesse di mettere a capo dell'ufficio legale un soggetto nemmeno laureato in legge (o, se vuole, neppure laureato) può farlo ... tanto è tutta 'roba' sua ...

Visto che in Italia, quando vogliamo far passare una tesi che ci sta a cuore, ci rifacciamo sempre all'esperienza (vera o presunta) dell'Europa, anch'io vi dico che all'estero non si fa così. Anzi ve lo dicono alcuni studi di AIGI.

E i casi recenti (vedi Parmalat con le operazioni 'cucinate' tutte all'esterno nelle segrete stanze del mitico Studio Zini, dalle quali i legali interni erano del tutto tagliati fuori) non credo abbiano insegnato qualcosa ....

venerdì 1 maggio 2009

Razza padrona ...

Beh, non c'è male. Proprio il partito del presidente Sarkozy, l'ispiratore della celebre 'dottrina' della 'risposta graduata' (troppo brutto chiamarla 'tolleranza zero') che prevede la disconnessione automatica di chi viene colto scaricare files illegali da internet, si è reso responsabile della violazione dei diritti di proprietà intellettuale di una band, gli MGMT.

Il primo tentativo di uscirne in souplesse offrendo il risarcimento simbolico di un euro, si ha incontrato un netto rifiuto della band (e gli spernacchiamenti di tantissimi internauti ...).

Ora è venuto il momento del redde rationem, e il partito di Sarkozy ha finito con il pagare un risarcimento di 30.000 euro pur di chiudere più quietamente possibile la vicenda.

Non male come risarcimento per un solo brano, ma l'infortunio non ferma le iniziative del presidente Sarkozy contro la pirateria su internet ...

La coerenza non è importante. Importanti sono i propri obiettivi.

Per dirla con le parole della canzone indebitamente utilizzata:

"Non c'è tempo di pensare alle conseguenze .....".

lunedì 27 aprile 2009

L'ufficio illegale ... (parte seconda)

L'iter del progetto di riforma della professione forense continua la sua (misteriosa) corsa tra i corridoi del parlamento e qualcuno (alla buon'ora) si sta cominciando a preoccupare.

Dopo una prima iniziativa dell'Assoziazione Italiana dei Giuristi d'Impresa (di cui però si avuta - finora - notizia solo tramite TopLegal) non si è visto finora molto da parte delle categorie più direttamente interessate.

Ineressante ed articolata, però, la recente presa di posizione di Assonime, con uno studio pubblicato sul suo sito e dal titolo: "Progetti di riforma della disciplina della professione forense: restrizioni ingiustificate e costi per le imprese".

Ne riporto parte dell'abstract:
"I principali motivi di preoccupazione riguardano: l’estensione della riserva di attività in favore degli avvocati a numerosi ambiti, tra cui la consulenza legale in ogni campo del diritto; gli ostacoli al passaggio dall’attività di giurista di impresa alla libera professione che risulterebbero dal limite temporale di cinque anni dal superamento dell’esame di Stato per l’iscrizione o la reiscrizione all’Albo; la reintroduzione delle tariffe minime; i limiti alle modalità organizzative più efficienti per l’esercizio della professione forense".

Già, la riserva dell'attività di consulenza agli avvocati, che in Europa (e forse nel mondo) è prevista solo nella legislazione portoghese (cfr. pag. 11 di questo studio pubblicato sul sito del Consiglio Nazionale Forense), forse l'unico aspetto nuovo di una riforma che sa di 'controriforma'.

Se gli avvocati si vogliono imbarcare in una riforma che non farà che introdurre laccini e lacciuoli anche per loro e comunque per allontanare la loro professione dal mercato (sia italiano che, soprattutto, europeo) facciano pure. Lascino, però, che gli altri facciano il proprio lavoro e che le associazioni di categoria facciano consulenza alle associate e che le capogruppo facciano consulenza alle partecipate.







sabato 25 aprile 2009

25 aprile



Favolosa la canzone e molto suggestive le foto utilizzate per realizzare il filmato.

Il 25 aprile è una festa partigiana e (mi scuserà S.E. il Presidente del Consiglio, on.Silvio cav.Berlusconi) è una festa di parte solo in quanto vi è una parte che (tuttora: cfr.on La Russa) non vi si riconosce.

Il 25 aprile (vedi foto) però festeggia la fine di una guerra, che è stata anche una guerra civile.

E qui do ragione a S.E. il Presidente del Consiglio: tutte le vittime di quella guerra, inclusi i repubblichini, meritano la nostra pietà. E ci mancherebbe altro. Dovremmo sennò togliere dai monumenti dei caduti i nomi dei soldati del Regio Esercito che sono morti combattendo a fianco dei nazisti?

Poi ... dalla pietà all'equiparazione dell'esperienza repubblichina a quella partigiana il passo è un po' ... lunghetto e, francamente, non credo proprio che sia il caso di avventurarsi in quella direzione.

giovedì 16 aprile 2009

Istruzioni per rendersi infelici

"Da un essere umano, che cosa ci si può attendere? Lo si colmi di tutti i beni di questo mondo, lo si sprofondi fino alla radice dei capelli nella felicità, e anche oltre ...; gli si dia di che vivere, al punto che non gli rimanga altro da fare che dormire, divorare dolci e pensare alla sopravvivenza dell’umanità; ebbene, in questo stesso istante, proprio lo stesso essere umano vi giocherà un brutto tiro, per pura ingratitudine, solo per insultare. Egli metterà in gioco perfino i dolci e si augurerà la più nociva assurdità, la più dispendiosa sciocchezza, soltanto per aggiungere a questa positiva razionalità un proprio funesto e fantastico elemento. Egli vorrà conservare le sue stravaganti idee, la sua banale stupidità…

Da Istruzioni per rendersi infelici
di Paul Watzlawick
Feltrinelli, 1997

mercoledì 15 aprile 2009

Palle e valanghe ....

Ci sono certe vicende che si sviluppano come le valanghe: prima delle piccole palle cominciano a rotolare, poi diventano sempre più grosse ... poi parte la valanga.

Settimana scorsa Santoro ha messo in onda la prevista puntata di "Anno Zero" e, puntualmente, ha innescato le (solite) polemiche.

Questa volta ha voluto pigliarsela con gli abusi che hanno permesso ad un terremoto forte, ma non eccezionale (come ad esempio quello storico di Messina) di distruggere una regione. Poi ha voluto calcare la mano sulla protezione civile: ha fatto un po' lo s...... , ha diffuso alcune interviste di terremotati che lamentavano che la protezione civile fosse arrivata solo alcune oro dopo il terremoto, ha fatto qualche commento ingeneroso su Bertoalso. Alla fine Vauro si è prodotto con le consueta caustiche vignette.

Francamente le interviste se le poteva risparmiare (anche se la gente d'Abruzzo, specie dopo un mese di scosse, la capisco) e anche in seguito è stato un po' fazioso ma - soprattutto di questi tempi - non certo trascendentale. Ma le vignette?

E inizia la valanga. La prima palla è un articolo un po' santimonioso di Aldo Grasso sul Corriere, che - però - conclude in un modo che mi ha lasciato lì:

"Di fronte a una simile tragedia, ma soprattutto di fronte al meraviglioso e commovente impegno dei Vigili del fuoco, dei volontari, della Protezione civile, dei militari, di tutte le organizzazioni che hanno passato notti insonni per salvare il salvabile, Santoro si è sentito in dovere di metterci in guardia dalla speculazione incombente, di seminare zizzania con i morti ancora sotto le macerie, di descrivere l'Italia come il solito Paese di furbi, incapaci di rispettare ogni legge scritta e morale.
Santoro la chiama libertà d'informazione. Esistono gli abusi edilizi, ma forse anche gli abusi di libertà."

Abusi di libertà? Cosa? La denuncia dell'evidente e tragico mancato rispetto delle norme antisismiche (e delle norme dell'arte) che hanno lasciato inagibili oltre il 50% delle case coinvolte è abuso di libertà?

E la valanga s'ingrossa: i commenti dei politici non tardano ad arrivare.

Visto che i politici accorrono, anche Bruno Vespa accorre denunciando le condizioni di "assoluto privilegio" di Michele Santoro ...

E i vertici della Rai intervengono: Santoro "condannato" a riequilibrare l'informazione, Vauro sospeso (per una vignetta francamente innocua, quella relativa all' "aumento delle cubature" ...).

Questo paese però non decollerà mai se certe cose non si possono dire.

Forza Vauro!

lunedì 30 marzo 2009

La crisi li fa ricchi ....

Non so bene perchè o chi abbia dato loro il mio nome, ma da un po' ricevo ogni mese in ufficio una copia gratis di "Top Legal", mensile autoerotico (*) per avvocati.

Il tema del mese è appunto "Labour - la crisi li fa ricchi". Sembra - infatti - che, con l'incipiente crisi e l'alto numero di licenziamenti, gli avvocati che praticano diritto del lavoro, stiano facendo affari d'oro.

Nell'articolo che ha meritato il titolo in copertina si dice che che professione di avvocato del lavoro è "anticiclica per eccellenza"

Beati loro. Pare che si tratti "di una delle specializzazioni più richieste in questa fase di recessione mondiale, capace di sviluppare un giro d'affari di oltre 140 milioni di euro ....".

In effetti già mesi fa leggevo che molti famosi studi 'illegali' internazionali rafforzavano i loro dipartimenti "litigation", cercando nel contenzioso (che notoriamente aumenta di numero - e di criticità - in momenti di crisi, appunto) una fonte di fatturato che consentisse di salvaguadrare gli incassi degli studi.

Ma la crisi li farà ricchi? Me lo auguro per loro, ma di solito piove sempre sul bagnato, come si dice, e le crisi non sono un'eccezione. Anzi: nella crisi chi è ricco diventa più ricco, chi non lo è deve combattere per non diventare povero.

Quanto agli studi grossi, buon per loro. Per lo meno, nell'ambito del "labour" (ecchiamiamolo pure lavoro, ... ) anche i grossi studi hanno ancora un nome italiano e sanno coniugare in modo .... insolito per degli avvocati, l'attività di contenzioso con quella di consulenza.

Farà bene la crisi ai nostri contenziosisti?

Mah ... una cosa è certa: molti clienti, ma - soprattutto per chi tratta con i privati - poco diniero e qui c'è già un 'piccolo' problema ...

Poi c'è la giustizia sempre più lenta e farraginosa (ed è certo un grosso problema soprattutto per gli avvocati) e un governo sempre più interessato a trovare una soluzione 'extragiudiziale' delle controversie di lavoro (vedi la manovra di 'stabilizzazione' dei precari delle Poste di quest'estate o il ddl 1441 quater sulla limitazione del sindacato giudiziale nelle controversie di lavoro).

Però, anche se più tignosi e meno redditizi, ci saranno molti clienti. Ma il nostriostudio legale tradizionale è attrezzato per cogliere la situazione?

(*) la cosa che da subito mi ha più colpito di Top Legal è il fatto
che si tratta di un periodico che tratta solo di avvocati,
scritto (di riffa o di raffa) da avvocati
e che viene letto solo da avvocati ...
Interessante.



domenica 29 marzo 2009

Tempo così così ....

Sistemate le costine di maiale (1 kg circa per 4 persone) in una teglia, con patate tagliate a pezzi e un po' di cipolle affettate. Insaporite con un po' di pepe, aglio e rosmarino e condite con giusto un filo d'olio.

Sistemate il tutto in forno a 160° per un'oretta.

Servite con un buon vino rosso, meglio se giovane, fermo e lievemente amaro. Io le ho provate con un buon aglianico e andava benissimo.

Semplice e ragionevolmente veloce, specie in una domenica piovosa. Poi si fa festa con poco (non più di 12 euro di ingredienti, vino compreso).

domenica 22 marzo 2009

Timeo danaos et dona ferentis ...

Avrete probabilmente letto della decisione di Microsoft di offrire in futuro la facoltà di disinstallare Explorer dai sistemi operativi della famiglia Windows.

Una decisione epocale, tesa ad evitare un nuovo scontro con la Commissione Europea.

Vittoria per Opera Software, la piccola società norvegese che aveva iniziato l'azione presso la Commissione Europea?

Forse è una vittoria di Pirro, perchè dubito molto che Microsoft o i produttori di pc suoi licenziatari (tutti) si offrano di installare Opera sui propri sistemi e perchè la decisione omette di affrontare un altro aspetto, forse più importante, quello del rispetto degli standard.

Già, perchè il reclamo di Opera era proprio quello: nell'esposto iniziale alla Commissione Europea, la software house norvegese sosteneva, infatti, che Microsoft introducesse sul mercato prodotti che non supportano correttamente gli standard web, spiazzando i concorrenti.

La questione è molto sottile: l'introduzione di nuovi standard potrebbe essere un miglioramento per il mercato ove introducano nuove funzionalità, ma si presta eventualmente anche ad abusi, specie quando questi standard sono governati da chi detiene una maggioranza schiacciante sul mercato. E' un po' come per i prezzi: abbassare i prezzi è un bene, in certi casi, i prezzi bassi ('dumping' o 'prezzi predatori') costituiscono un abuso contro i concorrenti.

Il forte timore di Opera Software è che Microsoft non intenda rinunciare alla sua politica di introdurre standard 'di fatto' dai quali escludere i concorrenti, mantenendo saldo il suo dominio sul mercato e anzi estendendolo anche su altre piattaforme in ascesa, come i palmari e flismarphone, che - incidentalmente - sono la nicchia in cui si è rifugiata Opera sfruttando la naturale leggerezza del suo browser.

lunedì 16 marzo 2009

L'ufficio illegale ... (parte prima)

No, non è un tributo all'outing di Duchesne, che sembra peraltro aver choccato alcuni dei suoi ammiratori.

E' una denuncia.

Non mi piacciono i toni alti, ma è un po' che ci rimuginavo.

Avrete sentito, immagino, della recente proposta dell'avvocatura sulla riforma della professione forense.

Se ne è detto già molto, soprattutto per il trattamento dei giovani.

Io non sono più giovane, però, e non sono un avvocato, nel senso che - dopo un certo periodo di praticantato in uno studio "illegale" (studio diverso da quello di Duchesne, perchè lì si faceva penale, ancorchè fosse il penale dei 'colletti bianchi') - ho mollato prima di iscrivermi all'Albo (l'esame l'ho passato pochi mesi dopo, quando ormai ero entrato nell'ufficio legale di una società).

Da allora il titolo l'ho tenuto "in soffitta", per scarmanzia, perchè (specie di questi tempi) non si sa mai. Pur facendo il legale, sul lavoro non lo uso quasi mai, se non per l'occasionale contenzioso o per un convegno al quale mi presento a titolo personale.

Mi sembra sempre un po' assurdo assumere di tanto in tanto degli avvocati ai quali trasferire, magari per un cautelare o per una transazione da portare in sede giudiziale, le consegne di quell'affare che - a dispetto di ogni buona volontà - non sono propprio riuscito a tenere lontano dal contenzioso, ma - in fondo - può essere comodo scaricare le 'grane' su qualcun altro che le gestisce per professione. Con il fatto di non potermi iscrivere all'Albo essendo un dipendente ci ho fatto il callo (anche se mi capita di chiedermi, quanti siano - tra "avvocati collaboratori" e "associates" degli studi illegali, gli avvocati che staccano solo 12 fatture all'anno ...).

La riforma proposta dal CNF contiene, però, una piccola novità: l'iscrizione all'albo sarà possibile solo a quelli che hanno passato l'esame da non più di cinque anni.

Cinque anni. Punto. Se in quei cinque anni hai fatto qualcosa di diverso dal politico (per il quale è prevista una causa di sospensione) non ti puoi iscrivere mai più: devi rifare l'esame (dopo ovviamente aver rifatto il praticantato - gratuito per il primo anno - e la scuola forense - a pagamento). Se poi non ti sei neanche iscritto ...

Cioè: avvocato ci devi nascere (con tanto di mezzi per mantenerti nei primi anni) e poi devi anche morirci, perchè se ti capita il ghiribizzo di impiegarti, devi rientrare nell'Ordine prima che decorrano i cinque anni dall'esame.

L'idea che si possa passare dalla professione al ruolo di legale interno - come negli USA o nel Regno Unico, qui non ci sfiora nemmeno. Eppure pare che là funzioni .....

Eppure da noi gli avvocati sono troppi.

Certo, dove altro volete che vadano quelle migliaia di laureati in legge sfornati dalle università ogni anno? L'avvocatura non rifiuterà mai un 'parcheggio' al laureato che voglia fare pratica e attendere il suo turno alla roulette degli esami. In fondo basta aspettare, alla fine tutti (o quasi) passano. Anch'io sono passato (dopo).

E allora tagliamo le 'minoranze', come i giuristi di impresa e rendiamo un po' più lungo e impervio (ma comunque non proibitivo) il percorso dei giovani (e intanto togliamogli il patrocinio autonomo ... così non rubano clienti a chi c'è già ...).

Ma non c'è lavoro per tutti. Ragion per cui la riforma attribuisce l'esclusiva della consulenza legale agli avvocati.

Ma davvero?

Guardiamoci in faccia:
  • il diritto commerciale e le società le curano i commercialisti (o notai, se c'è bisogno un legale);
  • i contratti d'impresa li scrivono i commercialisti;
  • il diritto tributario .... sempre i commercialisti;
  • il diritto urbanistico lo seguono i geometri;
  • per il diritto del lavoro, ci sono i consulenti del lavoro, che ti aiutano anche a gestire il contenzioso;
  • la consulenza in materia di privacy la fanno gli informatici;
  • di brevetti si occupano solo gli ingegneri .....
E che c'entrano gli avvocati con la consulenza legale? Oggi in Italia si va da un avvocato solo se una pratica è finita in contenzioso o per una separazione. E c'è poco da stare allegri con i tempi della giustizia (che gli avvocati, peraltro, subiscono forse più degli altri, perchè ne va del loro 'prodotto').

Però la consulenza non la fanno. Com'è possibile fare seriamente consulenza, quando l'avvocatura si affida invariabilmente a studi singoli o di pochissimi professionisti che - semmai - dividono le spese, ma non lavorano insieme? Con dimensioni simili, sono condannati ad essere dei generalisti con poche speranze - salvi sforzi titanici e francamente sproporzionati - di fornire una consulenza veramente efficace e a 360 gradi ad un'impresa (fosse pure una PMI).

In Francia i notai stessi, per assicurare un servizio di qualità, sono obbligati ad associarsi in studi ben organizzati (cabinets notariales), presenti in ogni centro abitato anche medio-piccolo (e che drenano una buona fetta di clienti che in altri paesi andrebbero agli avvocati).

Ma qui no, qui si fa la guerra ai giovani e alle minoranze ....

(segue ... un giorno che sarò meno amaro)

venerdì 13 marzo 2009

Non è difficile ...

La gendarmeria francese era già nota per aver sostituito sui suoi pc gli applicativi Windows (suite Office, browser, client di posta) con sofware open source (Open Office, Firefox, Thunderbird ....).

Ora la gendarmeria ha deciso di fare un passo più in là: sostituire l'intero sistema operativo, passando a Ubuntu.

Per adesso le postazioni che montano Ubuntu sono solo 5.000, ma il piano è quello di installare linux su tutti e 90.000 i pc. I risparmi previsti sono imponenti.

Avevo già detto che spendere milioni di euro per licenze Microsoft (per non parlare dei costi dell'aggiornamento hardware necessario per seguire le evoluzioni dei sistemi Microsoft) mentre si lasciano a casa migliaia di precari per tagliare i costi è immorale.

Ora vorrei dire che è anche stupido.




domenica 8 marzo 2009

Il ministero della paura




Da repubblica.it di oggi:

"...nel 2003 il Tg1 ha dato notizie di cronaca nera per l'11% del suo tempo, il 19,4% nel 2006, il 23% nel 2007. Il Tg2 è passato dal 9,7% del 2003 al 21% del 2006, fino ad arrivare nel 2007, al 25,4%. Il Tg3 è la testata che registra il minore aumento, passando dall'11,5% del 2003 al 18,6% del 2007. Sulle reti Mediaset l'aumento è maggiore: per Studio Aperto, la percentuale è stata pari al 30,2 della durata totale dei tg del 2007, contro il 12,6% del 2003. Il Tg5 è passato dal 10,8% al 25,7%. Il Tg4, malgrado il raddoppio negli ultimi 5 anni, ha avuto l'incremento minore, dal 10,2% del 2003 al 20,9% del 2007...."

Non si tratta di una novità: su la voce.info di qualche settimana fa era già stato pubblicato uno studio sulla rilevazione del numero di notizie di reato date sui telegiornali negli stessi periodi (i testi e i grafici sono chiarissimi).

Già a metà dello scorso anno il Governo era, però, corso ad annunciare che i reati sono in calo (ormai dal 2007).

domenica 1 marzo 2009

Parbleau, mon president!


Per un motivo o per l'altro il Presidente della Repubblica Francese Nicolas Sarkozy è un personaggio ricorrente di questo blog. Già tempo fa c'era stata la storia delle bamboline (bamboline vodoo, che avete capito?) e della sua fallita azione legale per toglierle da Amazon.

Prima ancora avevo pubblicato il video che lo mostrava ubriaco al G8 (lui però non si è dimesso, come il ministro delle finanze giapponese ...). Politici di razza ....

Ora si scopre che sta rischiando un'azione legale per violazione dei diritti d'autore di una band musicale, proprio lui che ha proposto in Europa la 'sanzione' del distacco da internet dei soggetti che siano stati colti in violazione del diritto d'autore per tre volte (la famosa 'dottrina Sarkozy' o 'risposta graduata' come la chiamano le majors della musica).

Una piccola 'nota di colore' : di fronte alle pretese della band canadese, l'entourage del Presidente ha proposto di chiudere amichevolmente la lite versando il risarcimento di un euro. Ci credete che la band si è sentita un po' presa in giro?



domenica 15 febbraio 2009

Morire di sentenza?

Mi sono trattenuto sul caso di Eluana Englaro, perché ritenevo di non avere granchè titolo ad intervenire in un caso con così grandi implicazioni morali.

Mi sono ricreduto, perché mi sono reso conto che la morale c'entrava poco o nulla. O meglio: se per la Chiesa la questione della tutela (a oltranza) della vita è fondamentale, per il Governo il problema è un altro. Già, perché se nel caso Englaro il Governo ha assunto un atteggiamento chiaramente “interventista”, nel caso dell'aborto e – in particolare - nel caso dell'aborto “terapeutico”, dove il problema della “tutela della vita” mi sembra senz'altro più delicato, l'atteggiamento mi sembra decisamente più “distaccato”.

Il punto “dolente”, nell'ottica del Governo, è stato evidenziato con assoluta chiarezza dal Ministro delle Giustizia, On.Angelino Alfano: il punto è che Eluana Englaro è morta “di sentenza”.

Il problema è quindi che della sopravvivenza di Eluana Englaro (o meglio del “diritto” di veder sospesa le cure che la mantenevano in vita) abbiano deciso dei giudici?

Francamente non vedo il problema: in uno stato di diritto mi sembra del tutto normale (e auspicabile) che dell'interpretazione delle leggi decidano i giudici. Chi altri?

Si è detto che i giudici non avrebbero dovuto decidere senza una legge che regolasse la fattispecie.

Tuttavia esistono principi giuridicamente validi (e vincolanti per i giudici) che si trovano non solo nelle leggi, ma anche nella Costituzione, come si è riconosciuto a proposito del diritto del malato di rifiutare cure, anche necessario per salvare la sua vita.

In questo quadro i giudici che hanno sottoscritto la sentenza (assumendosene le relative responsabilità giuridiche, oltre che morali) non avevano il diritto (anzi: il dovere) di pronunciarsi sulla domanda di far cessare quelle particolari cure (alimentazione forzata)?

Sulle conclusioni dei giudici si potrà discutere all'infinito (ma è singolare il fatto che si sia discusso di tutto, ma che della effettiva motivazione dei provvedimenti, si è parlato in modo molto indiretto e spesso sommario), ma la questione ha una sua dignità e delicatezza.

Il fatto, però, che un giudice sia stato chiamato a pronunciarsi di una simile questione non mi sembra avere nulla di sbagliato o “eversivo”, tutt'altro.

venerdì 13 febbraio 2009

Hasta la vista .... comandante

Poco dopo la Russia, anche Cuba annuncia una distribuzione Linux "nazionale".

Recentemente anche il governo Viet Nam aveva annunciato misure per installare software open source (non necessariamente Linux) sul 70% dei propri PC entro il 2009 (100% delle postazioni nei dipartimenti IT).

Non male, specie pensando che si tratta di paesi a fortissima espansione e con popolazioni molto numerose.

La situazione è un po' diversa in Cina, dove a suo tempo il Governo ha dato forte impulso allo sviluppo di una distribuzione linux nazionale, ma dove Windows sta ora riuscendo ad aumentare il distacco grazie ad una prudente tolleranza dell'endemica pirateria cinese che - tutto sommato - si è rivelata sempre un ottimo strumento di diffusione del proprio software (non solo in Cina).

Tuttavia è curioso notare come molti paesi dell'ex blocco comunista stanno prendendo posizioni un po' "provocatorie" rispetto all'assoluta ortodossia degli stato (ex) capitalisti.

Mah, in fondo, tenendo conto del peso della "bolletta informatica" delle pubbliche amministrazioni e dell'impulso che tecnologie open source possono dare a imprese locali, non avranno in definitiva ragione loro?

giovedì 12 febbraio 2009

Uomini veri ...

In concomitanza con l'inizio del "6 nazioni" (a proposito, l'Italia è stata 'stirata' alla prima da una brutta Inghilterra ...) arriva la notizia che il governo Neozelandese ha riconosciuto i diritti di proprietà intellettuale sulla haka (la danza rituale degli "All Blacks") ai Maori.

Tra l'altro i Maori si sarebbero lamentati di alcuni usi pubblicitari, tra i quali - si dice - un recente spot di Fiat che vedeva donne eseguire la danza rituale (cosa vietatissima, a quanto parte ...).

Senza nulla togliere a Fiat, forse, si sono arrabbiati più per questa:


mercoledì 11 febbraio 2009

Half life

Odio l'inverno.

Odio di più quando devo arrivare prima in ufficio e mi avvio per Milano ancora al buio.

Odio arrivare all'autosilo con la nebbia d'inverno e il freddo che sembra irraggiarsi dai muri, quando l'unico segno di vita è il blip dell'auricolare bluetooth del pendolare di fronte a me sull'ascensore ...

Odio di più solamente tornare a casa sempre tardi ...

lunedì 2 febbraio 2009

La mamma di tutte le tangenti

S.E. il Presidente del Consiglio, Silvio cav.Berlusconi promette 80 miliardi contro la crisi "e intercettazioni al massimo per due mesi".

Un'offerta che non si può rifiutare?

domenica 25 gennaio 2009

C'è da stupirsi?

La notizia più in evidenza sul Times di oggi riguarda l'inchiesta su alcuni membri della House of Lords che, contattati da giornalisti in incognito, si sarebbero dichiarati disponibili a 'correggere' delle leggi in cambio di soldi.

Lo scandalo sta montando e sta coinvolgendo un'istituzione tanto antica quanto criticata (la Camera dei Lord), vero relitto dell'Inghilterra feudale e (inspiegabilmente?) presente tutt'oggi nell'ordinamento britannico.

C'è da stupirsi? Assolutamente no e non solo perchè si tratta di Lord e non di membri della House of Commons o di un altro parlamento.

Il problema della corruzione nella politica è un problema assolutamente serio, in Inghilterra come in altri paesi. Comunque, fino a che si fanno inchieste, il sistema funziona.

Funziona meno, secondo me, in altri paesi dove la politica discute dell'opportunità di ammettere le intercettazioni su ordine della magistratura per reati tipo (facciamo un esempio) la corruzione...

sabato 17 gennaio 2009

La montagna e il topolino (i topolini crescono, magari tardi, ma crescono ...)


Era tutto sommato partita in sordina l'azione legale della piccola Opera nei confronti di Microsoft per abuso di posizioni dominante da parte di quest'ultima sul mercato del browser.

Era persino curioso, da un certo punto di vista, che un'azione antitrust di una società Norvegese nei confronti di una società anch'essa extra UE come Microsoft venisse instaurata davanti alla Commissione Europea.

Ma la Commissione ha aperto il procedimento e, ieri, ha annunciato di aver chiesto formalmente chiarimenti a Microsoft sul punto.

La Commissione ha annunciato di aver raggiunto una "conclusione preliminare" secondo la quale l'operazione con la quale Microsoft ha legato il browser al sistema operativo avrebbe daneggiato la concorrenza sul mercato dei browser.

In sostanza le conclusioni alle quali la Commissione Europea è giunta sono le seguenti.

La prima si basa sull'osservazione - ovvia - che offendo gratuitamente il proprio browser a tutti i clienti dei sistemi operativi Windows (presenti su oltre il 90% dei personal computer) si 'uccide' il mercato dei browser perché nessuno riuscirà a farsi pagare per vendere un browser (vedi Netscape che, infatti, ha chiuso i battenti nonostante un prodotto almeno altrettanto valido di Microsoft Explorer).

La seconda parte dell'osservazione che, visto che Microsoft Explorer è lo standard di riferimento, gli sviluppatori e i content providers potrebbero essere spinti a produrle programmi e siti web pensati esclusivamente per questo programma con ulteriori distorsioni della concorrenza.

Beh, tenuto conto del fatto che gli effetti della politica di Microsoft sul mercato dei browser si sono manifestati in tutta la loro evidenza già da diversi anni (Netscape è 'morta' alla fine degli anni '90 in conseguenza della decisione di Microsoft di offrire gratuitamente il proprio browser ai clienti dei propri sistemi operativi) la decisione della Commissione può sembrare anche un filo tardiva (anche se a dire il vero non credo che vi fossero allora concorrenti europei delle due software house statunitensi, per cui semmai il fatto era di competenza delle autorità USA, le stesse che hanno chiuso un occhio - se non tutti e due - su questo e altri monopoli in campo informatico ...).

La parte più 'innovativa' e interessante è rappresentata dall'osservazione secondo la quale Explorer sarebbe diventato uno standard 'di fatto' per le applicazioni web, controllato esclusivamente da Microsoft, che potrebbe così approfittarne per estendere il proprio monopolio ad altri ambiti.

Vediamo coma va a finire. La decisione della Commissione Europea sul caso di "Media Player" (software anch'esso da un certo momento incluso gratuitamente nei sistemi operativi Windows con gran ira dei concorrenti) non aveva modificato lo stato di fatto visto che Media Player è di fatto ancora presente in tutte le copie dei sistemi operativi vendute da Microsoft (per il 'bunding di programmi' a montagna aveva partorito un topolino), ma aveva fissato alcuni principi che ora sono alla base della nuova indagine.

Vediamo un po' quanta strada può fare 'sto topolino ...

giovedì 8 gennaio 2009

Il grande freddo

No, no mi sto riferendo al tempo, ma a una notizia che sto leggendo sull'edizione on-line del Times.

La notizia riguarda il progetto di Clifford Chance, nota 'law firm' inglese, di tagliare fino al 10% dei suoi avvocati londinesi (si pensa che possano essere lasciati a casa fino a 80 avvocati).

Visti i tempi che corrono, non dovrebbe essere una notizia tanto singolare. C'è la crisi e, in un certo senso, è 'normale' che ne siano colpiti anche i grandi 'studi' internazionali (chiamiamole come vogliamo: 'law farm' o 'studi illegali' ...).

Butto lì, così di getto, tre spunti:

  1. come il Times stesso evidenzia, Clifford Chance è la maggior 'law firm' del mondo per quanto riguarda i guadagni;
  2. l'attività degli 'studi illegali' offrirebbe probabilmente ampi spazi di razionalizzazione delle spese (ad es. riduzione delle spese 'di rappresentanza') anche senza ridurre il numero degi avvocati;
  3. i tagli si concentrerebbero nella fascia 'di mezzo', visto che - come l'articolo si affretta a precisare, i praticanti e i soci sarebbero esenti dalla 'manovra' ....
E' purtroppo la riedizione di un film già visto in altri ambiti: ci si affretta a tagliare da una parte sola.


mercoledì 7 gennaio 2009

Un altro anno, un altro paesaggio ...

Quest'anno ho deciso di prolungare un po' le vacanze e di rimanere al mare fino al 10 gennaio.

Fortunata deisione. E, in questo angolo di Mediterraneo schiacciato verso la Francia, il tempo è tutto sommato ancora così così e la neve (vedi la foto: Cap Ferrat fotografato dalla Grande Corniche) aggiunge solo magia a questi giorni 'rubati'.

Davvero. Così, mentre a Milano arrancano anche solo per andare al lavoro, io con un po' di tempo al blackberry e poca attività al computer a fine giornata riesco a comprarmi un prolungamento di vacanza con la famiglia.

See you later .....
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