lunedì 27 aprile 2009

L'ufficio illegale ... (parte seconda)

L'iter del progetto di riforma della professione forense continua la sua (misteriosa) corsa tra i corridoi del parlamento e qualcuno (alla buon'ora) si sta cominciando a preoccupare.

Dopo una prima iniziativa dell'Assoziazione Italiana dei Giuristi d'Impresa (di cui però si avuta - finora - notizia solo tramite TopLegal) non si è visto finora molto da parte delle categorie più direttamente interessate.

Ineressante ed articolata, però, la recente presa di posizione di Assonime, con uno studio pubblicato sul suo sito e dal titolo: "Progetti di riforma della disciplina della professione forense: restrizioni ingiustificate e costi per le imprese".

Ne riporto parte dell'abstract:
"I principali motivi di preoccupazione riguardano: l’estensione della riserva di attività in favore degli avvocati a numerosi ambiti, tra cui la consulenza legale in ogni campo del diritto; gli ostacoli al passaggio dall’attività di giurista di impresa alla libera professione che risulterebbero dal limite temporale di cinque anni dal superamento dell’esame di Stato per l’iscrizione o la reiscrizione all’Albo; la reintroduzione delle tariffe minime; i limiti alle modalità organizzative più efficienti per l’esercizio della professione forense".

Già, la riserva dell'attività di consulenza agli avvocati, che in Europa (e forse nel mondo) è prevista solo nella legislazione portoghese (cfr. pag. 11 di questo studio pubblicato sul sito del Consiglio Nazionale Forense), forse l'unico aspetto nuovo di una riforma che sa di 'controriforma'.

Se gli avvocati si vogliono imbarcare in una riforma che non farà che introdurre laccini e lacciuoli anche per loro e comunque per allontanare la loro professione dal mercato (sia italiano che, soprattutto, europeo) facciano pure. Lascino, però, che gli altri facciano il proprio lavoro e che le associazioni di categoria facciano consulenza alle associate e che le capogruppo facciano consulenza alle partecipate.







5 commenti:

Juliet ha detto...

Imho sarebbe opportuno consentire l'iscrizione in apposita sezione dell'albo ai giuristi d'impresa "titolati", che hanno pur sempre superato fatidico (quanto assurdo, almeno così com'è) esame.
E penso che questo potrebbe essere anche un importante tassello per dirimere la questione dell'esclusiva sulla consulenza legale.
'notte

herr doktor ha detto...

... credo sia un passo molto lungo per la realtà italiana :-(

ciao

Anonimo ha detto...

Ma secondo te arriveranno da qualche parte o la cosa è destinata a morire (e risorgere periodicamente) in itinere?

P.S

Anonimo ha detto...

Mah.... tanto l'esclusiva sulla consulenza legale è praticamente irrealizzabile. Scusi, sior architetto, ma qui c'é un abuso edilizio? Mah, vede, visto quello e visto quell'altro dire che.... ma questa sarebbe una consulenza "tecnica".
E poi non ho capito perché sarebbe disdicevole farsi far un contratto da uno non iscritto all'albo.
Se poi si aggiunge che gli avv.ti hanno tanta voglia di riservarsi la consulenza, ma assai poca voglia di studiare un po' di fisco e un po' di economia aziendale, francamente non capisco a che pro si ritaglino settori impossibili di competenza.
Mah....
etienne64

herr doktor ha detto...

>tanto l'esclusiva sulla consulenza legale è praticamente irrealizzabile.

quindi tanto vale che l'avvocatura la pianti lì ... facciamo prima tutti ;-) (tanto poi la consulenza legale alle PMI non riescono a toglierla ai commercialisti: quelli fanno consulenza fiscale, fanno assistenza alle imprese, fanno)
Volendo mantenere l'esclusiva della consulenza agli avvocati è giocoforza aprire gli albi anche ai dipendenti (anche non 'titolati, perchè uffici legali delle imprese e delel assoociazioni di categoria e gli uffici di gabinetto delle PA sono piene di non avvocati) il che non sarebbe poi male, per un sacco di motivi.

ciao

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