Quando si parla di interessi particolari è facile diventare noiosi e perdere il contatto con la realtà ('autoreferenziali', come si dice oggi).
Mi sono, quindi, finora astenuto (mordendomi la lingua e dandomi sonore bacchettate sulle mani) di commentare i 'progressi' del disegno di legge sulla riforma della professione forense, inizialmente rinviato a settembre e ora rinviato a una qualche data da destinarsi nel prossimo futuro. Ci sono ben altre cose di cui occuparsi.
Intanto comunque, sui due punti 'qualificanti' (esclusiva della consulenza legale agli avvocati e limite di cinque anni per iscriversi all'albo) nella prima fase dei lavori parlamentari si era registrato un 1-1: la riserva della consulenza legale veniva confermata agli avvocati, mentre cadeva il limite dei cinque anni. Accordo raggiunto? No, per niente: sono stati presentati alla commissione oltre 100 emendamenti (compresi alcuni per reintrodurre il limite dei 5 anni).
Quindi ancora tutto da discutere.
Un governo in cerca di consensi difficilmente scontenterà una categoria numerosa e tradizionalmente fedele, ma qualche associazione di categoria comincia a farsi sentire.
Tacciono ancora le categorie (commercialisti, innanzi tutto, ma anche geometri, consulenti in marchi e brevetti, notai, ...per non parlare di sindacati e patronati e delle associazioni di categoria stesse che sono le prime, con i loro esperti, a dare l'assistenza 'di primo livello' agli iscritti) che la consulenza legale e l'assistenza stragiudiziale la fanno davvero, ma si sta svegliando la Confindustria, accortasi finalmente che i legali interni fanno un lavoro più aderente alle necessità dell'azienda (e costano notevolmente meno).
E quindi anche oggi un articolo su il sole 24 ore.
Alla prossima ...
Nessun commento:
Posta un commento