giovedì 21 ottobre 2010

Copio e incollo ...

Dalla newsletter di Top Legal:
Tornano i minimi tariffari inderogabili. O meglio, torneranno se legge di riforma della professione forense verrà approvata, nell'attuale formulazione, dal Parlamento.
Ieri, il Senato della Repubblica ha approvato l'articolo 12 della futura legge professionale reintroducendo il concetto della inderogabilità dei minimi, abrogato dal famoso decreto Bersani di fine 2006.
La notizia salutata con giubilo dai vertici della professione forense ci lascia perplessi.
Senza voler essere sterilmente polemici, pensiamo sia utile riflettere su questa decisione del Legislatore in coincidenza con la pubblicazione, da parte del Financial Times, della classifica degli avvocati innovatori (Innovative Lawyers) per il 2010.
Nell'elenco dei primi 50 studi, compaiono solo tre italiani. Nctm, Portolano Colella Cavallo e Assistenza Legale (A.L.) ovvero il network di negozi legali che ha costruito la propria fortuna lavorando proprio sulla formulazione di una politica tariffaria innovativa, lontanissima dalla logica che sottende il concetto dell'inderogabilità dei minimi.
Leggendo la classifica degli studi più innovativi sul fronte dell'efficienza operativa, inoltre, si riscontra che gli studi più elogiati dal Financial Times sono stati proprio quelli che sono riusciti a costruire delle strutture in grado di generare economie a tutto vantaggio delle tasche dei clienti.
L'Italia, in ambito internazionale, continua a muoversi con i paraocchi.
E questo non vale solo per il tema tariffe. Il Financial Times ha stilato una classifica anche per le direzioni affari legali. Anche qui l'Italia è rappresentata al minimo sindacale con Monte dei Paschi di Siena e Ferrero.
In questo caso, se possibile, siamo messi anche peggio. Per il nostro Legislatore, i giuristi d'impresa non sono nemmeno degni di essere considerati avvocati.

9 commenti:

Anonimo ha detto...

E questo?
http://www.avvocati-part-time.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1668:riforma-forense-emendamento-cancella-incompatibilita-con-lavoro-dipendente-privato-&catid=1:tutte-le-notizie&Itemid=2
notte.
p

herr doktor ha detto...

veramente interessante. Davvero. Temo però che non basti questa rondine a fare primavera. Grazie 1000 comunque della segnalazione

Marin Faliero ha detto...

Sinceramente ho sempre ritenuto che l'abolizione dei minimi tariffari avrebbe condotto alla creazione di studi abnormi, in grado di 'sopprimere' ogni concorrenza.
Ma è solo una mia idea

Anonimo ha detto...

No, decisamente non è primavera :-)


COMUNICATO STAMPA

Riforma avvocatura, Alpa: “Contrari all’iscrizione all’albo di lavoratori dipendenti.
Il Senato approvi in fretta la riforma senza stravolgimenti”

Il presidente del Cnf commenta il voto odierno del senato che ha eliminato la incompatibilità tra iscrizione all’albo e rapporto di lavoro subordinato privato e ribadisce con forza la necessità che l’approvazione del testo prosegua celermente senza stravolgimento dei principi cardine della riforma.


Roma 21/10/2010 - “Apprendiamo con sorpresa che l’aula del senato oggi ha approvato un emendamento dell’opposizione, con parere favorevole del governo, che elimina la incompatibilità tra l’iscrizione all’albo forense e il rapporto di lavoro subordinato di natura privatistica”, commenta Guido Alpa, presidente del Consiglio nazionale forense. “La nuova previsione travolge alcuni dei principi cardine della professione di avvocato quali quelli dell’autonomia e dell’indipendenza del professionista, peraltro ribaditi con forza dall’articolo 1 del disegno di legge. Nello specifico, la lettera c) e d) prevedono che l’ordinamento forense è teso a garantire “l’indipendenza e l’autonomia degli avvocati, indispensabili condizioni dell’effettività della difesa e della tutela dei diritti e “tutela l’affidamento della collettività e della clientela, prescrivendo l’obbligo della correttezza dei comportamenti e favorendo la qualità e l’efficacia della prestazione professionale”, ricorda Alpa. “Non solo. La stessa previsione contrasta palesemente con lo spirito di una normativa improntata a garantire la qualità della prestazione professionale a esclusivo vantaggio dei cittadini. Non si vede infatti come un avvocato che svolga la propria attività nei ritagli di tempo lasciati disponibili dal suo lavoro dipendente, possa garantire adeguata e qualificata assistenza al proprio cliente”.

P

etienne64 ha detto...

Mah...
Quel che penso dei minimi di tariffa lo sapete già.
Ma come diavolo uno studio legale possa fare innovazione è, per la mia mente ottusa, un mistero.
Non riesco ad immaginare come organizzando in modo diverso il lavoro si potrebbe scrivere un ricorso per cassazione.
Dividiamo il lavoro per ogni motivo di Cassazione?
Vabbé, avremo un sovrintendente ai motivi che decide quali sono in motivi di cassazione da scrivere. Supponiamo che siano 3. Poi piglio tre persone e ad ognuna le faccio scrivere un motivo.
A parte il coordinamento dei tre motivi (ma ci pensa già il sovraintendente), 'sti motivi bisogna pur scriverli.
Supponiamo che per fare un motivo ci vogliano 24 ore di lavoro effettivo.
Totale, abbiamo 72 ore di lavoro dei "motivisti" a cui aggiungere il lavoro e la remunerazione del sovraintendente, stimiamo pari a 6 ore di lavoro effettivo.
Domanda: che risparmio nella produzione si ha a lavorare così anziché far lavorare un unico avvocato (come, alla fine, succede anche negli studi portaerei) per 78 ore?
Il punto è che il valore aggiunto di una prestazione professionale è dato, essenzialmehte, dal lavoro delle persone fisiche, mentre l'apporto di capitali (macchine, strumenti, etc.etc.) è strutturalmente minimale.
Il che, mi pare, renda un po' difficile parlare di economie di scala.
Sicché, con tutto il rispetto per il mio pel resto beneamato segretario, perché c@@@o un mega studio dovrebbe essere più efficente?
etienne64

herr doktor ha detto...

@Marinfaliero:
beh, l'aumento della concorrenza potrebbe effettivamente indurre un aumento delle dimensione degli studi legali (che - con buona pace di Etienne - qualche sinergia la possono pure mettere in atto), ma non fino a portare al "gigantismo" degli studi legali, che non è spinto dalla concorrenza sul prezzo (infatti gli studi ipermagaultragalattici economici non lo sono affatto)
ciao

herr doktor ha detto...

@Etienne:
come si fa a fare innovazione? Provando e riprovando (si fa così dall'età della pietra).
L'esempio che fai tu è interessante e ben svolto: è un esempio di 'parallelizzazione' del lavoro: invece di svolgere le attività 'in serie' (come si fa di solito) si possono parallelizzare come tu esemplifichi in modo magistrale.
Ci sono due problemi: il primo è che non è facile parallelizzare: ci vuole chiarezza di idee e molta disciplina (mai facili da trovare, entrambe) il secondo è che non ti riduce le ore lavoro spese (effort) ma riduce solo il tempo per redigere l'atto (elapsed). Anzi, se condotta male (e comunque per la necessità di coordiamento tra persone diverse) la parallelizzazione è intrinsecamente dispersiva.
Eppure talvolta il fattore tempo è fondamentale (ad esempio per un cautelare in materie notevolmente complesse che coinvolgono più aspetti fortemente specialistici e diversi tra di loro): in tali casi "parallelizzare" puo' essere - oltre che indispensabile - tutto sommato più efficente anche in tema di 'effort' (perchè la mente umana ha comunque una capienza e oltre ad una certa complessità e/o oltre un certo livello di novità comincia fatalmente a perdere di lucidità e ad avere bisogno di tempo per recuperarla).
Ho fatto la prova a spaccare materie articolate fino a 4 persone (di non grande seniority, peraltro, e i risultati non sono stati male: nessuno di loro avrebbe completato il compito perhè prima di completarlo sarebbero stati interrotti da qualcosa d'altro di assorbente e le cose sarebbero andate alle calende greche (se pure si chiudeva).
In ogni caso, anche sotto il profilo economico, lo studio associato è più conveniente, perchè si condividono numerose spese, con vantaggio di tutti (dalle macchine d'ufficio, alla segreteria, alle stanze 'comuni' dello studio).
Ma sotto il profilo professionale, lo studio associato (e in primis il mega studio) hanno 2 vantaggio:
- la 'forza bruta' che consente loro di occuparsi di pratiche complesse che richiedono un notevole effort già solo in tema di ore di lavoro (per raccolta elementi ed esigenze, redazione/controllo di documentazione articolata, studio questioni nuove ...)
- la multidisciplinarità, per cui il cliente non deve necessariamente (lo fa se è furbo e gli conviene) cambiare studio se cambia la materia da affrontare ...


ciao

herr doktor ha detto...

@P:
hai visto? hanno già fatto l'emendamento dell'emendamento ...

Anonimo ha detto...

Sì sì ho letto ma cerco di seguirli meno possibile vah che uno meno sa meglio campa :-)

ciao
p

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