lunedì 30 maggio 2011

L'effetto (dell'esaurimento) dei brevetti sulla ricerca ...

"Over the next three years, drug companies will watch $50 billion of revenue disappear as drugs lose patent protection. Desperate for new revenue, companies are making a big bet on cancer"
Tradotto, suona: "Nei prossimi tre anni, le società farmaceutiche vedranno 50 miliardi di dollari di guadagni sparire via via che i farmaci perderanno la protezione dei brevetti. Disperate di non poter fare nuovi guadagni, le farmaceutiche faranno una grande scommessa sul cancro ...".
Quanto sia grande questa scommessa, lo mostra il grafico che segue:


Ma come, non si era sempre detto che i brevetti sono sì una restrizione alla concorrenza ma sono indispensabili per garantire l'innovazione?

Non si era sempre detto che i brevetti stimolano la ricerca?

Talvolta, invece, le cose sono come sembrano: una restrizione della concorrenza è una restrizione della concorrenza e non si traduce necessariamente in un incentivo alla ricerca.

Non è neanche detto che i brevetti facciano bene all'industria in quanto tale o, quanto meno,  alla sua 'biodiversità'.
Solo per fare un esempio di casa nostra, possiamo ricordare che in Italia l'introduzione del brevetti nel campo dei farmaci, che data al 1978, non ha portato fortuna all'industria farmaceutica: prima di tale innovazione l'industria farmaceutica italiana era forte (il quinto produttore mondiale e il settimo esportatore). Attualmente molte case sono cadute in mano straniera e l'industria farmaceutica italiana è del tutto uscita dall'arena internazionale.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Però il cancro è anche il "mercato" in cui vi possono esssere maggiori miglioramenti.
Tutto sommato, la buona vecchia aspirina funziona piuttosto bene....
etienne64

herr doktor ha detto...

Etienne, l'aspirina è una marchio e non cura nulla, quello che ti cura è il buon vecchio acido acetilsalicilico, che cura benissimo (e a molto minor prezzo) se non protetto da brevetti e marchi ...
In Italia, però siamo una nazione di sob e anche le medicine le vogliamo griffate e un sacco di gente rifiuta ancora i generici perchè 'non sono come quelli originali' ...
Quanto al fatto che il cancro sia un 'mercato' si possono scrivere fiumi di parole, ma posto che la scelta politica (tutto sommato condivisibile, in linea di massima) è quella di una sanità con forte presenza privata è ovvio che le malattie siano un mercato. Certo se si impostasse la sanità come esclusivamente pubblica si potrebbero eliminare certe storture mercantilistiche e certe notevoli (forse eccessivi) profitti, ma temo che non sarebbe una scelta molto praticabile (specie in questo momento politico)
ciao

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