La notizia è ormai di alcun settimane fa, ma - tutto sommato e nonostante altri temi decisamente interessanti sorti in seguito (The Pirate Bay, Mediaset vs YouTube ...), il mio cervello è ancora in vacanza.
E quindi voglio parlare di "vino in scatola", o meglio di "Bag in Box" (abbreviato: "BiB").
Salvo che da parte dell'industria di settore i commenti che ho letto sono stati in linea di massima (molto) negativi. L'Associazione Italiana Sommelier, in particolare, ha commentato la notizia tra l'allarmato e lo scandalizzato: "Noi dell’Associazione Italiana Sommeliers – afferma il Presidente Terenzio Medri – vogliamo tutelare in maniera adeguata il vino di qualità. La decisione che dà il via libera alle confezioni alternative come il cartone rischia di danneggiare l’intero comparto e l’immagine del vino italiano, che ha mostrato di essere concorrenziale ed eccellente in questi anni. Non entriamo nel merito della conservazione e dell’invecchiamento del vino. Ve lo immaginate un vino DOC di un’annata particolarmente pregiata conservato in una confezione di cartone?".
Non sono un sommelier, tutt'altro, ma mi sembrano altri i problemi del vino italiano. Vogliamo parlare del Brunello, ad esempio ...?
Da consumatore ho avuto occasione di apprezzare anche quest'estate la praticità dei "BiB", molto diffusi in Francia.
Non dobbiamo confondere il BiB con il tetrapak (quello del Tavernello per intendersi): nel BiB il contenitore di cartone racchiude a sua volta una borsa di plastica che contiene il vino proteggendolo costantemente dall'ossidazione (via via che il vino viene spillato, il contenitore si affloscia impedendo l'entrata dell'aria).
Un Bib può essere consumato anche poco alla volta, un bicchiere al giorno, e può rimanere aperto anche per diverse settimane senza inacidire. L'ho sempre trovato molto pratico per questo, oltre che per il fatto che permette di comprare vini molto gradevoli (anche se non certo grandi vini) anche per 2/3 euro al litro.
Mi sembra che, come molto spesso avviene, certe polemiche lascino il tempo che trovano.
E quindi voglio parlare di "vino in scatola", o meglio di "Bag in Box" (abbreviato: "BiB").
Salvo che da parte dell'industria di settore i commenti che ho letto sono stati in linea di massima (molto) negativi. L'Associazione Italiana Sommelier, in particolare, ha commentato la notizia tra l'allarmato e lo scandalizzato: "Noi dell’Associazione Italiana Sommeliers – afferma il Presidente Terenzio Medri – vogliamo tutelare in maniera adeguata il vino di qualità. La decisione che dà il via libera alle confezioni alternative come il cartone rischia di danneggiare l’intero comparto e l’immagine del vino italiano, che ha mostrato di essere concorrenziale ed eccellente in questi anni. Non entriamo nel merito della conservazione e dell’invecchiamento del vino. Ve lo immaginate un vino DOC di un’annata particolarmente pregiata conservato in una confezione di cartone?".
Non sono un sommelier, tutt'altro, ma mi sembrano altri i problemi del vino italiano. Vogliamo parlare del Brunello, ad esempio ...?
Da consumatore ho avuto occasione di apprezzare anche quest'estate la praticità dei "BiB", molto diffusi in Francia.
Non dobbiamo confondere il BiB con il tetrapak (quello del Tavernello per intendersi): nel BiB il contenitore di cartone racchiude a sua volta una borsa di plastica che contiene il vino proteggendolo costantemente dall'ossidazione (via via che il vino viene spillato, il contenitore si affloscia impedendo l'entrata dell'aria).
Un Bib può essere consumato anche poco alla volta, un bicchiere al giorno, e può rimanere aperto anche per diverse settimane senza inacidire. L'ho sempre trovato molto pratico per questo, oltre che per il fatto che permette di comprare vini molto gradevoli (anche se non certo grandi vini) anche per 2/3 euro al litro.
Mi sembra che, come molto spesso avviene, certe polemiche lascino il tempo che trovano.