domenica 21 settembre 2008

Fantozzi cerca compratori

Ammetto che il doppio senso è scontato e forse un po' vigliacco, vista la vicenda comunque dolorosa che si sta consumando.

Però quando ho letto il titolo di oggi di repubblica.it non ho saputo resistere dal proporre il tragicomico accostamento.

Vedremo ora come va a finire dopo i botti (e le balle) di quest'estate quando - pur di bloccare la vendita - si gridava alla svendita e alla difesa dell'italianità, favoleggiando di cordate già pronte, e dopo il botto (autolesionistico) del rifiuto di firmare il nuovo contratto di lavoro da parte di sindacati e di maestranze.

Sappiamo tutti (ivi compresi i dipendenti di Alitalia) che il forte interesse per l'acquisto di Alitalia era un balla e che i costi del salvataggio sarebbero stati orripilanti (vedi le stime di lavoce.info), proprio per la necessità di 'sollevare' i compratori da debiti e da rischi, ma si è voluto far finta di niente, tanto da parte del Governo che dei lavoratori.

Mo' vediamo: il governo tuona a parole ma esita in pratica sia a fare quello che ha sempre predicato e cioè di seguire una cultura di mercato, sia quello che i suoi stessi sostenitori gli chiedono e cioè di chiudere baracca e burattini sfruttando l' 'assist' dei sindacati.

Nel frattempo Alitalia si è mangiata altri 300 milioni di euro (il famoso 'prestito ponte') e non siamo più vicini di prima alla soluzione ....


domenica 14 settembre 2008

L'erba del vicino .....


Mi capita di leggere sul sito del Times un'articolo sull'efficacia delle giurie come strumento di amministrazione della giustizia.

Francamente (e dopo aver assistito, temporibus illis, a qualche processo in assise) sono portato a pensare che il "trial by jury" sia - proprio per i suoi 'presupposti idologici' (un giudizio dato da un gruppo di 'pari' dell'imputato) - appena al di là "trial by duel" nel percorso della civiltà giuridica e quasi pari al "trial by fire" come possibilità di avere un giudizio giusto, specie per coloro che fossero accusati di crimini di grave allarme sociale.

Pur trattandosi di una caratteristica tipica degli ordinamenti anglosassoni quella di preferire il giudizio di una dozzina di comuni cittadini rispetto a quello di giudici professionisti, il pur tradizionalista Times non lesina critiche al sistema (e ai risultati) delle giurie.

Eppure c'era chi in Italia (ma era tempo di campagne elettorali, quando se ne dicono tante ....) ne invocava l'introduzione pure in Italia ....

Evviva!



martedì 9 settembre 2008

Sic transit gloria mundi ...

Leggevo ieri questo articolo sul Times: "Like house prices, immigration could fall too".

Sembrerebbe che metà degli immigrati entrati nel Regno Unito dopo il 2004 dall'Europa dell'est se ne sia già andata e che il numero delle domande per un permesso di lavoro sia calato del 20% nell'ultimo anno.

Buone notizie per gli inglesi?

Leggo oggi questo articolo su Repubblica.it: "No coreano, panico a Wall Street".

La vicenda: una banca pubblica coreana (Korea Development Bank) strava trattando l'acquisto di una partecipazione di minoranza (20%) in Lehman Brothers, una delle principali banche d'affari del mondo.

Già il fatto che una banca coreana potesse entrare nel capitale di uno dei templi della finanza statunitense mi sembrava una notizia (rapportandola alla situazione italiana, un po' come la partecipazione-salvataggio della libica LAFICO nel capitale FIAT negli anni 70 ... l'ex schiavo che compra il padrone).

Ma la notizia di oggi è che la banca coreana ha educatamente annunciato di rinunciare all'investimento: la conseguenza è stata un crollo nei mercati finanziari mondiali.

Azz ....

lunedì 1 settembre 2008

Blog e stampa. Qualche considerazione sul "caso Ruta"

Ieri sera Daniele Minotti ha pubblicato la motivazione della sentenza e subito si è (ri)acceso il dibattito.

C'è chi parla di una sentenza contro la libertà di espressione, di una sentenza contro i blog, di un'ulteriore colpa di questo governo, di un provvedimento liberticida dei governi di sinistra ....

Beh forse un po' di tutto e un po' di niente.

Due osservazioni, comunque:

1) La sentenza non afferma che i blog in sé debbano ottenere registrazioni preventive. Ne riporto uno stralcio:

"Pertanto diverso può essere l’uso che si fa del blog nel senso che lo si può utilizzare semplicemente come strumento di comunicazione ove tutti indistintamente possono esprimere le proprie opinioni sui i più svariati argomenti ed in tal caso non ricorre certamente l’obbligo di registrazione, ovvero come strumento tramite il quale fare informazione".
2) La sentenza è discutibile, ma non "sballata", come convengono Guido Scorza e, con qualche altra sfumatura, Daniele Minotti.

In realtà la sentenza fa esplodere un'incertezza che durava da diversi anni, frutto di una legislazione - nella migliore delle ipotesi - pasticciona,

Abbiamo una legge 61/2001 che crea la nozione di "prodotto editoriale" senza darne una definizione organica, si preoccupa di escludere i "prodotti editoriali" aziendali (anche destinati alla comunicazione al pubblico), ma non "prodotti personali" (definizione mia).

Abbiamo poi un decreto con una disposizione "correttiva" (o interpretativa") che non menziona espressamente la normativa sulla quale interviene e comunque non menziona le attività "personali" (bella forza: la norma esentativa è inserita nella disciplina delle "società dell'informazione" ....).

La portata di questa sentenza, se fosse confermata, comunque non sarebbe semplicissima da gestire, visto che - se la registrazione, a certe condizioni, è esclusa - resterebbe sempre la disciplina degli stampati con l'indicazione dell'anno, del luogo di stampa e della denominazione dello "stampatore" (sic) come adattare la disciplina della stampa del 1948 a internet?. In ogni caso i blog con aggiornamento quotidiano rischierebbero comunque di essere qualificati come "quotidiani", appunto .....

Mah .... E' un discorso complesso e si fa tardi.

Nei prossimi giorni vedremo sicuramente molti altri commenti.
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