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Però quando ho letto il titolo di oggi di repubblica.it non ho saputo resistere dal proporre il tragicomico accostamento.
Vedremo ora come va a finire dopo i botti (e le balle) di quest'estate quando - pur di bloccare la vendita - si gridava alla svendita e alla difesa dell'italianità, favoleggiando di cordate già pronte, e dopo il botto (autolesionistico) del rifiuto di firmare il nuovo contratto di lavoro da parte di sindacati e di maestranze.
Sappiamo tutti (ivi compresi i dipendenti di Alitalia) che il forte interesse per l'acquisto di Alitalia era un balla e che i costi del salvataggio sarebbero stati orripilanti (vedi le stime di lavoce.info), proprio per la necessità di 'sollevare' i compratori da debiti e da rischi, ma si è voluto far finta di niente, tanto da parte del Governo che dei lavoratori.
Mo' vediamo: il governo tuona a parole ma esita in pratica sia a fare quello che ha sempre predicato e cioè di seguire una cultura di mercato, sia quello che i suoi stessi sostenitori gli chiedono e cioè di chiudere baracca e burattini sfruttando l' 'assist' dei sindacati.
Nel frattempo Alitalia si è mangiata altri 300 milioni di euro (il famoso 'prestito ponte') e non siamo più vicini di prima alla soluzione ....
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