domenica 28 dicembre 2008

La mucca catalitica?

Era un po' che volevo riprendere il tema dei brevetti, o meglio di certi brevetti e di alcuni aspetti del sistema della proprietà intellettuale che - da profano - continuano a stupirmi.

Si legge spesso dell'importanza della proprietà intellettuale, del fatto che sia importante - anzi indispensabile - per premiare gli autori e inventori degli sforzi fatti e - soprattutto - per promuovere l'innovazione e tutelare le aziende.

Non ho mai esaminato gli studi empirici che comprovano l'effetto benefico dei brevetti sull'innovazione e sulle imprese in generale, ma resto scettico e ricordo bene che un amico mi faceva giustamente notare che in Italia, fino al 1973, i brevetti sui farmaci non erano ammessi, ma l'industria farmaceutica italiana era articolata e piuttosto attiva e che dopo l'introduzione dei brevetti gran parte del mercato è caduto in mani straniere.

Negli Stati Uniti si è recentemente riaperto il dibattito (specie in materia di brevettabilità dei "metodi di business", ammessa in quell'ordinamento, come pure in Gran Bretagna) a seguito di una recente sentenza (resa dalla Court of Appeal for the Federal Circuit sul caso "Bilki"), peraltro passata quasi inosservata in ambito italiano.

In effetti quando si dice che il brevetto premia lo sforzo del'inventore e il contributo dato alla scienza, si tende a dimenticare che in realtà i parametri per accedere alla tutela brevettuale sono piuttosto bassi, essendo sostanzialmente sufficienti: la novità dell'invenzione e la sua non ovvietà. Quanto al requisito del contributo alla tecnica e la connessa applicabilità in ambito industriale (altre espressioni della massima vaghezza), che - poi - è l'aspetto più interessante della sentenza Bilski e della discussione sulla brevettabilità del software e dei metodi di business, non mi addentro.

Non è nemmeno necessario aver realizzato un prototipo dell'invenzione o dimostrare che l'invenzione funziona. E' sufficiente esprimere con chiarezza un'idea per avere il brevetto per avere un'esclusiva ventennale sull'idea stessa e a volte basta aspettare che qualcun altro (magari ignaro) la realizzi per fare qualche soldo (è il caso dei "patent trolls").

E così, come nel caso del disegno della "mucca catalitica" (si tratta di un vero brevetto depositato presso l'USPTO statunitense e presso l'EPO europeo).

Lo vorrei proprio vedere un prototipo funzionante di apparecchio per "l'utilizzazione delle emissioni del metano del ruminante, ..... un processo che utilizza il metano contenuto all'interno di esalazione del ruminante come fonte di energia" (ho quotato direttamente la traduzione automatica offerta dal sito dell'EPO).

Sostanzialmente si tratta di un metodo per prelevare le esalazioni di metano dell'intestino di una mucca direttamente dal ... corpo della medesima in modo da immagazzinare energia, salvaguardando l'ambiente. La genialità della scoperta sta nel fatto di aver osservato che la maggior quantità di metano esce dal corpo del ruminante dal ... sedere (dove sarebbe obiettivamene molto difficile intercettarlo ...) ma dalla bocca ... dove è altrettanto difficile, come si vede dalla complessità dal disegno sopra pubblicato.

Il tutto è illustrato, con gran disegni e ampie spiegazioni dell'innovazione introdotta dall'invenzione, sul sito dell'EPO (European Patent Office).

Bah ....

10 commenti:

MARIN FALIERO ha detto...

L'apprendere che si rilascia più metano dalla bocca che dal sedere mi apre nuovi orizzonti

Anonimo ha detto...

http://it.tinypic.com/view.php?pic=6jll49&s=5

P.S

Anonimo ha detto...

http://www.gnome.org/~federico/news-photos/2006-07-7108-oil-cow.jpg

P.S

herr doktor ha detto...

@Marinfaliero

ma vuoi mettere 4 stomaci? Se il rapporto tra stomaco e ... è, invece, di 1 a 1 è tutt'un'altra musica ;-)

@P.S.:
quella sarebbe un'invenzione, anche agli attuali meno imflazionati prezzi della 'broda' ;-)


'notte (e sogni d'oro)
--
h.d.

Anonimo ha detto...

Sto' affare non mi piglia i codici html uffa...

Comunque...
Mi sa che qua c'hai ragione tu, conviene espatriare
Notte :-)

P.S

herr doktor ha detto...

mesi fati avevo detto di no.Ora ... che dire, l'immobilismo di questo governo e la sua attenzione esclusivamente concentrata sugli interessi dei pochissi rischia di essere molto pericolosa in questa fase di deflazione

bah ...

buon anno!
--
h.d.

Anonimo ha detto...

Si è vero che i requisiti per l'iscrizione sono bassi, ma a detta di alcuni, questo si accompagna a tasse minori(tasse minori, controlli minori; i costi sono trasposti in via "eventuale sono in fase di contenzioso).

herr doktor ha detto...

@Anonimo dell'8 gennaio (la prossima volta, p.f., mettimi un nick in calce al commento, tanto per agevolare le risposte).

Non è detto che standard bassi cosentano costi più bassi: l'esame è lo stesso indipendentemente dallo standard logico utilizzato e tutto sommato rendere più sommario l'esame finisce in sostanza solo per spostare i costi nella successiva (eventuale) fase di contenzioso (era questo che volevi dire nell'ultima parte del post?)

Inoltre:
- un brevetto infondato e contesstabilepuò comunque frenare la legittima innovazione altrui quando chi ha intersse a usare il processo non ha i fondi per iniziare una causa
- non è detto che costi bassi per i brevetti siano necessariamente una bella cosa: chi ha necessit di brevettare un procedimento che usa davvero può permettersi di pagare qualcosa, mentre i cost bassi avvantaggiano solo chi non ha intenzione di usare il brevetto (chi brevetta 'per difesa', ossia per evitare possibii disturbi in futuro, ma soprattutto chi brevetta solo in funzione di bloccare eventuali iniziative altrui senza avere attuale interesse nel procedimento: cfr 'patent trolls')

ciao

Anonimo ha detto...

l'esame finisce in sostanza solo per spostare i costi nella successiva (eventuale) fase di contenzioso (era questo che volevi dire nell'ultima parte del post?)
si
c.

herr doktor ha detto...

@c.

grazie del commento e er lo spunto interessate sui costi

Il punto che mi interessava più affrontare era una certa sproporzine tra la tutela accordata all'inventore (in termini temporali e ora, con le convenzion internazionali, territoriali) rispetto ai requisiti dell'invenzione e al correlativo pubblico 'vantaggio' derivante dalla sua pubblicazione e cio' nella sostanziale mancanza di studi empirici relativi ai vantaggi per la collettività

vedro' semmai di approfondire in seguito con più calma

ciao

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