Ho le palle girate” è un'espressione ormai talmente diffusa da essere entrata di pieno diritto nei dizionari della lingua.
La sua origine è peraltro generalmente ignorata. La si accosta ad altre (come “rompere le palle”, "avere le palle", “avere le palle piene”, etc...) chiaramente riferite alle gonadi maschili, ma la sua nascita ha poco a fare con gli “addobbi” dei maschietti ....
L'origine dell'espressione, sembrerebbe essere proprio militare (Mariano De Peron, Quando i soldati avevano le "palle girate") e non è – se non indirettamente – collegata all'umore dei soldati.
La pratica di “girare le palle” (intese come pallottole) era stata adottata, all'epoca della prima guerra mondiale, da molti nostri soldati come modo sbrigativo e “alternativo” di rendere più letale il munizionamento.
Invece di modificare la punta delle pallottole al fine di indurre effetti espansivi (ad esempio bucando la punta, come nelle hollow point, o segandola, come nelle classiche dum dum inglesi) i fanti più “industriosi” e meno attrezzati sfilavano le pallottole (le palle) dal bossolo e le reinserivano girate. Così facendo ottenevano due scoprisultati: non solo ne avanzavano il baricentro, rendendole più stabili e precise nel tragitto verso il bersaglio, ma soprattutto le rendevano estremamente instabili e prone a ribaltarsi al momento dell'impatto, determinando ferite estese e difficilissime da operare, anche quando non profonde.
Questo munizionamento era proibito dalla convenzione di Ginevra e i soldati che avevano le “palle girate” erano, così, i più aggressivi e i più carogna ... gente dalla quale era meglio stare alla larga.
Altro che palle ...