Era tempo che gli interessati si svegliassero.
Nel primo post dedicato al disegno di (contro)riforma dell'ordinamento forense presentato dal CNF dicevo che era una riforma contro i giovani e contro le 'minoranze' (tra cui i 'giuristi d'impresa'). In effetti è anche una riforma contro le categorie, tutt'altro che 'minoritarie' (i commercialisti in primis, ma – nel loro 'piccolo' - ad. es. i geometri svolgono la maggior parte della consulenza in campo urbanistico...) che nel tempo hanno 'occupato' il campo della consulenza legale, specie in campi specialisti, ma queste categorie tacciono .... . O gli va bene o sono convinti che la riforma così com'è non passerà.
Intanto, però, una prima presa di posizione negativa su alcuni aspetti della (contro)riforma la si registra dall'Unione Giovani Avvocati Italiani, che lamentano l'eccessiva penalizzazione dei giovani.
Una seconda presa di posizione è stata finalmente diffusa anche da AIGI, l'associazione che raggruppa i (tutto sommato pochi) legali che operano come dipendenti delle imprese e che non possono essere iscritti all'Albo degli avvocati neppure quando in possesso di regolare abilitazione a causa di un'incompatibilità espressamente inserita nella legge professionale.
In altri momenti, le esigenze di un gruppo tutto sommato sparuto di soggetti (tenuto conto delle dimensioni medio piccole della generalità delle imprese italiane, si calcola in poche miglia, forse solo quattro o cinque mila, il numero di laureati in legge che è stabilmente ed esclusivamente addetto a strutture legali interne) avrebbero probabilmente meritato una disciplina apposita e tutto sommato una disciplina la meriterebbero perchè – espulsi dagli albi dagli anni 30 - sono diventati una figura tanto tradizionale quanto 'invisibile'.
Eppure questa 'invisibilità' fa riscontro ad un ruolo che, oltre a non essere facile (come tanti altri del resto) non è del tutto irrilevante a fronte di interessi pubblici come quello della legalità dell'operato delle aziende. Ci si aspetta che che l'Ufficio Legale (metto le maiuscole solo per sottolineare il paradosso della situazione ...) concorra in modo determinante a mantenere la condotta dell'azienda nei binari della legge, contrastando se del caso le spinte del profitto e di chi pensi di avere interessi contrari (soci compresi?) e nel frattempo si nega ogni riconoscimento al ruolo? Attualmente l'imprenditore che decidesse di mettere a capo dell'ufficio legale un soggetto nemmeno laureato in legge (o, se vuole, neppure laureato) può farlo ... tanto è tutta 'roba' sua ...
Visto che in Italia, quando vogliamo far passare una tesi che ci sta a cuore, ci rifacciamo sempre all'esperienza (vera o presunta) dell'Europa, anch'io vi dico che all'estero non si fa così. Anzi ve lo dicono alcuni studi di AIGI.
E i casi recenti (vedi Parmalat con le operazioni 'cucinate' tutte all'esterno nelle segrete stanze del mitico Studio Zini, dalle quali i legali interni erano del tutto tagliati fuori) non credo abbiano insegnato qualcosa ....
Nel primo post dedicato al disegno di (contro)riforma dell'ordinamento forense presentato dal CNF dicevo che era una riforma contro i giovani e contro le 'minoranze' (tra cui i 'giuristi d'impresa'). In effetti è anche una riforma contro le categorie, tutt'altro che 'minoritarie' (i commercialisti in primis, ma – nel loro 'piccolo' - ad. es. i geometri svolgono la maggior parte della consulenza in campo urbanistico...) che nel tempo hanno 'occupato' il campo della consulenza legale, specie in campi specialisti, ma queste categorie tacciono .... . O gli va bene o sono convinti che la riforma così com'è non passerà.
Intanto, però, una prima presa di posizione negativa su alcuni aspetti della (contro)riforma la si registra dall'Unione Giovani Avvocati Italiani, che lamentano l'eccessiva penalizzazione dei giovani.
Una seconda presa di posizione è stata finalmente diffusa anche da AIGI, l'associazione che raggruppa i (tutto sommato pochi) legali che operano come dipendenti delle imprese e che non possono essere iscritti all'Albo degli avvocati neppure quando in possesso di regolare abilitazione a causa di un'incompatibilità espressamente inserita nella legge professionale.
In altri momenti, le esigenze di un gruppo tutto sommato sparuto di soggetti (tenuto conto delle dimensioni medio piccole della generalità delle imprese italiane, si calcola in poche miglia, forse solo quattro o cinque mila, il numero di laureati in legge che è stabilmente ed esclusivamente addetto a strutture legali interne) avrebbero probabilmente meritato una disciplina apposita e tutto sommato una disciplina la meriterebbero perchè – espulsi dagli albi dagli anni 30 - sono diventati una figura tanto tradizionale quanto 'invisibile'.
Eppure questa 'invisibilità' fa riscontro ad un ruolo che, oltre a non essere facile (come tanti altri del resto) non è del tutto irrilevante a fronte di interessi pubblici come quello della legalità dell'operato delle aziende. Ci si aspetta che che l'Ufficio Legale (metto le maiuscole solo per sottolineare il paradosso della situazione ...) concorra in modo determinante a mantenere la condotta dell'azienda nei binari della legge, contrastando se del caso le spinte del profitto e di chi pensi di avere interessi contrari (soci compresi?) e nel frattempo si nega ogni riconoscimento al ruolo? Attualmente l'imprenditore che decidesse di mettere a capo dell'ufficio legale un soggetto nemmeno laureato in legge (o, se vuole, neppure laureato) può farlo ... tanto è tutta 'roba' sua ...
Visto che in Italia, quando vogliamo far passare una tesi che ci sta a cuore, ci rifacciamo sempre all'esperienza (vera o presunta) dell'Europa, anch'io vi dico che all'estero non si fa così. Anzi ve lo dicono alcuni studi di AIGI.
E i casi recenti (vedi Parmalat con le operazioni 'cucinate' tutte all'esterno nelle segrete stanze del mitico Studio Zini, dalle quali i legali interni erano del tutto tagliati fuori) non credo abbiano insegnato qualcosa ....
10 commenti:
Io ho smesso di pensarci...
Ciao,notte
P.S
pensare fa male:
http://www.freduzzu.com/2009/05/13/cecita/
ciao
Riscrivo perchè blogspot infame mi ha bruciato il commento.
Fa male, sì, ecco perchè alle volte bisogna fare un po' i ciechi, a patto di non diventarlo.
Partiamo da prospettive diverse, tu ci sei nel mezzo, io ho bisogno di una qualche forma di motivazione.
Comincia la bella stagione, non è bello ritrovarsi candidi e sudaticci a giugno-luglio con procedura e commerciale sul groppone, mentre qualcuno (che magari fa quello ch fai tu, ma altrove) ti chiede di uscire, delle vacanze ecc ecc...
Ciao, buon fine settimana.
P
Probabilmente, se l'AIGI ci rappresentasse davvero, ci sarebbero molti più iscritti...
come segnalato in altro blog ho provato a prendere contatti con detta associazione senza avere alcun riscontro.
Un avvocato giurista d'impresa
mah ... l'AIGI che non ha ancora messo sul suo sito internet nemmeno il comunicato stampa mi lascia un po' lì ....
Comunque a suo tempo (a seguito si un post su sito di Daniele, magari il tuo ....) una mail un po' pepata ad AIGI l'ho mandata e il giorno dopo ho ricevuto una lunga telefonata che mi preannunciava il comuinicato stampa e mi riassumeva le iniziative di AIGI
Mettere un link su sito però non si poteva fare? Ad oggi il comunicato stampa l'hanno pubblicato solo TopLegal e Franco Abruzzo :-(
Lascio ad altri ogni commento.
Un'unica osservazione: in altre categorie l'associazione di categoria verrebbe messa sotto assedio (e in termini non tanto figurati)
Se come categoria, oltre che come associazione, ce ne stiamo buoni buoni ad aspettare (tanto, si dice, gli avvocati sono troppo forti e in Parlamento fanno cio' che vogliono ..) ....
ciao
il post sul sito di Daniele era proprio il mio... che ne pensi della posizione di Assonime?
in effetti anche per le aziende e, per l'associazione che le rappresenta, questa riforma provoca un bel danno!!
secondo te.. che tipo di contributo possiamo dare?
La posizione di Assonime mi piace molto e comunque è incontestabile il diritto di un'associazione di categoria o una capogruppo di fare consulenza legale anche con dipendenti.
Probabilmente (vedi intervento di Alpa) alla fine non porranno limiti anche alla reiscrizione all'albo per chi si è già iscritto, anche perchè altrimenti - per non impedire agli avvocati di farsi un tour in un azienda, dovrebbero riaprire l'albo ai dipendenti (che per me sarebbe meglio, visto che non mi sono mai iscritto .. acc...)
Io in concreto posso fare poco: solo stimolare AIGI e i colleghi all'autocoscienza. E' pochissimo, ma ... perchè no? Il mio lavoro mi piace e ci credo e vorrei avere più libertà di farlo e non meno :-)
ciao
sono esattamente nella tua stessa situazione... abilitato ma mai iscritto all'albo!
nell'ipotesi in cui permettessero di iscriversi senza limiti di tempo per chi si è già iscritto...
e se ci si iscrivesse anche per pochi mesi in barba alle incompatibilità?! troppo rischioso? possibile cancellazione dall'albo?
se dovessi sentir parlare di qualche iniziativa... in ufficio siamo in cinque nella medesima situazione (pochi ma buoni).
Ciao e grazie delle info.
se sento qualcosa faccio un fischio senz'altro .... il fatto è che non sento nulla .. :-(
se ti puo' interessare:
http://www.aigi.it/documenti_html/versione_italiana/03_incontri_seminari/attachment/00177_Convegno%20riforma%20forense%2025%20giugno%202009.pdf
ciao
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