domenica 22 marzo 2009

Timeo danaos et dona ferentis ...

Avrete probabilmente letto della decisione di Microsoft di offrire in futuro la facoltà di disinstallare Explorer dai sistemi operativi della famiglia Windows.

Una decisione epocale, tesa ad evitare un nuovo scontro con la Commissione Europea.

Vittoria per Opera Software, la piccola società norvegese che aveva iniziato l'azione presso la Commissione Europea?

Forse è una vittoria di Pirro, perchè dubito molto che Microsoft o i produttori di pc suoi licenziatari (tutti) si offrano di installare Opera sui propri sistemi e perchè la decisione omette di affrontare un altro aspetto, forse più importante, quello del rispetto degli standard.

Già, perchè il reclamo di Opera era proprio quello: nell'esposto iniziale alla Commissione Europea, la software house norvegese sosteneva, infatti, che Microsoft introducesse sul mercato prodotti che non supportano correttamente gli standard web, spiazzando i concorrenti.

La questione è molto sottile: l'introduzione di nuovi standard potrebbe essere un miglioramento per il mercato ove introducano nuove funzionalità, ma si presta eventualmente anche ad abusi, specie quando questi standard sono governati da chi detiene una maggioranza schiacciante sul mercato. E' un po' come per i prezzi: abbassare i prezzi è un bene, in certi casi, i prezzi bassi ('dumping' o 'prezzi predatori') costituiscono un abuso contro i concorrenti.

Il forte timore di Opera Software è che Microsoft non intenda rinunciare alla sua politica di introdurre standard 'di fatto' dai quali escludere i concorrenti, mantenendo saldo il suo dominio sul mercato e anzi estendendolo anche su altre piattaforme in ascesa, come i palmari e flismarphone, che - incidentalmente - sono la nicchia in cui si è rifugiata Opera sfruttando la naturale leggerezza del suo browser.

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