giovedì 3 gennaio 2008

La montagna e il topolino


Opera è stato per alcuni anni il mio browser preferito: l'ho usato a lungo su windows, poi su linux e persino sul cellulare.

Ho sempre apprezzato la sua leggerezza e l'interfaccia pulita, che lo rendono imbattibile sui pc vecchi (come il mio) e a maggior ragione su cellulari. Opera Mini (la versione in java, liberamente scaricabile sui cellulari) è davvero fantastica perchè, a parte la buona qualità complessiva della visualizzazione anche sul 'piccolo schermo', permette di portare i feed RSS direttamente sul cellulare, in modo da convogliare automaticamente una grande quantità di informazioni anche sui cellulari e anche su quelli che ancora debbano dipendere da reti GPRS/EDGE.

Poi ho cominciato a soffrire per l'incapacità di Opera di “digerire” alcune pagine e, complice la ricca offerta di 'plug-in' che lo caratterizza, sono passato a Firefox. Tengo però sempre installata sul pc una versione di Opera perchè, stranamente, Firefox non riesce ad accedere correttamente alla webmail della posta dell'ufficio (basata su Microsoft Exchange), mentre Opera non ha alcun problema.

Opera, però, è un topolino e – se si difende bene nel campo (piuttosto marginale) dei browser per telefoni cellulari – nell'ambito dei personal computer la sua penetrazione ormai non raggiunge l'1% contro lo strapotere di Microsoft Explorer, che supera di regola il 75% del mercato del browser per pc (il resto, sostanzialmente, è in mano a Firefox, che è un prodotto open source e non fa capo a nessuna software house).

Tempo fa, però, il topolino ha deciso di scalare la montagna e di attaccare frontalmente Microsoft con un esposto all'autorità antitrust euopea. In sostanza Opera si lamenta che Micorsoft, sfruttando il suo incontrastato dominio nel mercato dei sistemi operativi per pc (il 98% dei pc monta sistemi operativi della famiglia Windows) che integra un browser (Explorer, appunto) introduca sul mercato nove funzionalità fuori standard, “spiazzando” i concorrenti. Ora la questione è davvero sottile.

Già è interessante il tema del “bundling” (ossia del “legame”) tra sistema operativo e browser. Ricordate che Netscape, che prima dell'avvento di Explorer era leader nel mercato dei browser fu costretta a chiudere quando Microsoft offrì Explorer “gratuitamente” (in realtà Explorer era, più che gratis, compresa nel prezzo di un sistema operativo della famiglia Windows).

L'accusa a Microsoft di inserire nei suoi browser funzionalità che non rispettavano gli standard che regolano il funzionamento (e l'interoperabilità) dei browser, non è certo nuova, anzi.

Certo, entrambe le cose non sono necessariamente una 'colpa', anzi.

Offrire un browser compreso nel prezzo non è un illecito, anzi, e neppure avere il 98% del mercato dei sistemi operativi (anche se sa oggettivamente un po' di monopolio di fatto ....). Anche introdurre funzionalità differenti non è un male, anzi, sembrerebbe introdurre diversificazioni nel mercato e in un'ottica darwiniana dovrebbe favorire la diversificazione e l'evoluzione della specie, anche se effettivamente, non vi possono essere interoperabilità e prodotti "multipiattaforma" (ossia browser indipendenti dal sistema operativo) senza standard tecnici ragionevolmente certi.

Alla fine, però, è un fatto che l'unica alternativa attuale a Microsoft è l'open source, e che le società che si erano messe sul mercato dei browser per ritagliarsi una fetta del mercato ne sono uscite con le ossa rotte (salva Apple con Safari, ma – anche qui – il browser è già compreso nel sistema operativo ed installato con quest'ultimo e raramente un utente Microsoft o Linux lo sceglie come suo browser).

E' abbastanza evidente che Opera sta tentando di mettersi nel solco delle recenti vicende di Microsoft dinnanzi all'unione europea. In questi casi (indagine sull'interoperabilità e su Microsoft Media Player) la montagna ha partorito un topolino. E ora? Bah, noi non abbiamo quote di mercato che calano e possiamo aspettare serenamente l'esito dello “scontro”.


Nessun commento:

Creative Commons License
I testi di questo blog sono pubblicati sotto una Licenza Creative Commons.