mercoledì 27 maggio 2009

“Girare le palle”: etimologia di un'espressione

Ho le palle girate” è un'espressione ormai talmente diffusa da essere entrata di pieno diritto nei dizionari della lingua.

La sua origine è peraltro generalmente ignorata. La si accosta ad altre (come “rompere le palle”, "avere le palle", “avere le palle piene”, etc...) chiaramente riferite alle gonadi maschili, ma la sua nascita ha poco a fare con gli “addobbi” dei maschietti ....

L'origine dell'espressione, sembrerebbe essere proprio militare (Mariano De Peron, Quando i soldati avevano le "palle girate") e non è – se non indirettamente – collegata all'umore dei soldati.

La pratica di “girare le palle” (intese come pallottole) era stata adottata, all'epoca della prima guerra mondiale, da molti nostri soldati come modo sbrigativo e “alternativo” di rendere più letale il munizionamento.

Invece di modificare la punta delle pallottole al fine di indurre effetti espansivi (ad esempio bucando la punta, come nelle hollow point, o segandola, come nelle classiche dum dum inglesi) i fanti più “industriosi” e meno attrezzati sfilavano le pallottole (le palle) dal bossolo e le reinserivano girate. Così facendo ottenevano due scoprisultati: non solo ne avanzavano il baricentro, rendendole più stabili e precise nel tragitto verso il bersaglio, ma soprattutto le rendevano estremamente instabili e prone a ribaltarsi al momento dell'impatto, determinando ferite estese e difficilissime da operare, anche quando non profonde.

Questo munizionamento era proibito dalla convenzione di Ginevra e i soldati che avevano le “palle girate” erano, così, i più aggressivi e i più carogna ... gente dalla quale era meglio stare alla larga.

Altro che palle ...


17 commenti:

Juliet ha detto...

lezione magistrale ;-)

herr doktor ha detto...

thnx :-)

Anonimo ha detto...

Se ti passo l'immagine di un proiettile senza bossolo (penso mitragliatrice) ww1 (trovati lungo i sentieri...) sai dirmi se è austriaco o italiano?

P.S

chartitalia ha detto...

Grazie per la dotta illustrazione, non l'avrei mai detto: l'espressione certamente l'avrei associata ad un furore genitale...

Ceeto che il termine "palle" viene superato in flessibilità di significati forse solo da "culo". Aspettiamo un'altra lectio magistralis al riguardo :-)

herr doktor ha detto...

@P.S. difficile che l'immagine dica qualcosa (almeno a me). Prova semmai a misurarlo: il calibro delle armi italiane e austriache era sensibilmente diverso in quanto i fucili italiani sparavano proiettili cal.6.5 (un calibro da 'gente piccola': gli unici che usavano il 6,5 erano i giapponesi, che se lo portarono fino alla ww2, quando noi tentammo di passare al 7,35 inasinandoci solo la logistica ...) e quelli austriaci poiettili calibro 8 mm. Di fatto erano i due estremi, in quanto francesi, tedeschi russi e inglesi avevano invece calibri dal 7.5, 7,62 a 7.92.
Se è 8 mm (o quasi: sfido senza strumenti particolari a misurare la differenza tra 8 e 7,92 mm ..) non è italiano di sicuro

@Chartitalia
vedo di documentarmi ;-)

Anonimo ha detto...

Oh, fico, immaginavo avresti saputo dirmi qualcosa :-)
Ad occhio e righello sembrerebbe proprio 6,5 uno (non deformato),8 l'altro (deformato).
Austriaco vs italiano quindi.
Quello da 8 è 4-5 mm più lungo e più pesante, di un colore più scuro, ma potrebbe essere dovuto alll'effetto degli anni.
Ci vorrebbe un bel metaldetector accidenti, prima o poi... ;-)

Grazie
P.S

herr doktor ha detto...

i dati del munizionamento italiano e austriaco (WWI) si trovano anche facilmente su internet:

http://it.wikipedia.org/wiki/Carcano_Mod._91

e

http://world.guns.ru/rifle/rfl18-e.htm

tra l'altro una differenza molto visibile tra le 'palle' italiane e quelle austrache sta nella punta: decisamente arrotondata quelle italiane del '91, molto affusolate le munizioni del manlicher austriaco

tra l'altro nell'articolo di wikipedia c'è un passaggio "Nella prima guerra mondiale, le munizioni 6,5x52 mm si erano dimostrate fin troppo penetranti e non riuscivano a procurare nel nemico ferite eccessivamente invalidanti" (la spiegazione è discutibile, visto che tra l'altro ora si usano munizioni in calibri anche più piccoli come il 5,56 e molto veloci che hanno forte potere penetrante e producono ferite - specie i fori in uscita - veramente bruttissime) che forse spiega meglio l'atteggiamento dietro alla propensione a "girare le palle" ..

ciao

Anonimo ha detto...

Hmmm sapevo poco e mi ricordo ancora meno però che io sappia si usano calibri piccoli nello scontro ravvicinato proprio perchè più invalidanti (oltre ad essere spesso una scelta obbligata, almeno sulla carta).
Il grosso calibro "penetra":entra ed esce seguendo traiettoria solitamente rettilinea.
Il piccolo calibro devia di traiettoria impattando, producendo danni peggiori e molto più difficili da identificare ed arginare.In più rishia di rimanere all'interno del malcapitato colpito...
Stesso discorso vale per la punta più o meno arrotondata.

:-)
Ciao, grazie della dritta
P.S

herr doktor ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
herr doktor ha detto...

In effetti non hai letto poco (o hai letto bene e ricordi meglio ;-))
Gli attuali calibri (intrno al 5.56) derivsano indirettamente dall'esperienza della wwI e della prima parte della ww2 dove ci si rese conto che i calbri intorno al 7,5 dalla wwI erano eccessivi in quanto ottimizzati per distanza superiori ai 400 metri, quando un coscritto raramente colpiva qualcosa già a 100 m. Così il primo passo fu accorciare le cartucce da fucile (emblematica la 7.92 kurtz tedesca della ww2 e la sua diretta discendente: il 7.62 'corto' russo sulla base del quale, nel 47, fu sviluppato il kalashnikov)
Poi, negli anni 70, si svilupparono i calibri tipo 5.56 con cartucce molto veloci e proiettili molto instabili (che si ribaltavano all'impatto, creando ferite spaventose, specie per i fori di uscita 3 o 4 volte più grossi di quelli d'entrata ...)
Al momento dell'introduzine dei 5.56 i tiratori scelti si 'ribellarono', perchè il munizionamento 7.62 aveva caretteristiche molto superiori alle distanze medio-lunghe (che erano loro prerogativa)
Attualmente i fucili da tiratori scelti (militari) spesso arrivano al 12,7, che nella wwI era un calibro per il fuoco anticarro ..

ciao

Marin Faliero ha detto...

Che dire di questo post e dei suoi commenti....
Praticherò dell'onanismo notturno.
Mi pare di ricordare che il calibro 5.56 abbia trovato origine dall'esperienza del Vietnam, per la necessità di trasportare (a parità di peso) il maggior munizionamento possibile

herr doktor ha detto...

cheddevo fare? commentare il risultato delle elezioni? :-(

Comunque il 5.56 è stato progettato alla fine degli anni 50 per avere una munizione leggera dal tiro teso

I russi avevano invece preferito seguire l'esempio dei tedeschi e 'accorciare' la cartuccia da fucile, ottenendo una munizione di minor precisione, ma di maggior 'impatto'

Adesso anche gli americani hanno il complesso di averlo 'troppo piccolo' e stanno studiando un calibro attorno al 6.5 (guarda caso ....) mentre i russi negli anni 70 riducevano il loro da 6,72 a 5.56, appunto ...

Bah ...

Marin Faliero ha detto...

No no, sono appassionato di armi. L'onaninsmo non era per noia...

Anonimo ha detto...

Hola.
Io credevo che il "giramento di palle" fosse quel fenomeno di ritrazione dei testicoli dovuto al corpo che si prepara ad uno scontro fisico, cosa che li rende meno esposti e quindi vulnerabili. L'effetto e' avvertito come un loro "giramento", appunto.
Mi sembra di capire che in alcuni casi sia possibile addirittura ritrarli all'interno del corpo (nei bambini, c'e' una malattia al riguardo, mentre per quanto riguarda gli adulti, ho letto un'opera di fantasia che lo citava come tecnica praticata ad karateki, ma essendo di fantasia, appunto, non giurerei abbia attinenza con la realta').

herr doktor ha detto...

facendo due tiri su google ho visto che il muscolo che consente l'innalzamento o l'abbassamento dei testicoli è il "muscolo cremastere" (http://it.wikipedia.org/wiki/Muscolo_cremastere) e la sua presenza è legata alla necessità di aumentare o diminuire il raffreddamento dei 'gioelli di famiglia' ... oltre a quella di proteggerli

dubito che il movimento possa essere volontario

effettivamente una sua contrazione prolungata dovuta ad un disturbo potrebbe essere dolorosa, quindi ....

non so. Interessante.

herr doktor ha detto...

comunque, cercando su google "cremastere" e "palle girate" o "girare le palle" non risulta nulla

le sindromi legate a disfunzioni del cremastere vengono di solito indicate come "testicoli in ascensore" (l'espressione sarebbe di origine anglosassone e se vi fosse una preesistente arcinota espressione italiana ...)

comunque interessante :-)

ciao

Anonimo ha detto...

Scusate, una curiosità. Capisco che magari non è il caso di insistere. Tuttavia, mi è capitato di ascoltare un pastore, raccontare una storia della sua vita giovanile. Diceva che, da ragazzino, mentre badava al gregge, era stato assalito a cornate da un capro maschio che evidentemente l'aveva scambiato per suo rivale nel branco. Il capo pastore allora , per punire il capro, aveva chiesto al ragazzino di bloccargli la testa tenendolo per le corna, mentre lui da dietro praticava una "torsione" rapida e abbastanza violenta agli attributi dell'animale, affinché poi si mettesse quieto. Lasciando a parte le considerazioni etiche, mi disse che era una pratica comune, quindi comunque consolidata nel tempo. Può avere qualcosa a che vedere con l'espressione "Non farmi girare i coglioni"?

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