lunedì 28 giugno 2010

L'erba del vicino è sempre più verde ... (upgraded)

Non si sono ancora spente le polemiche suscitate dal referendum indetto dalla FIAT sul "nuovo" contratto di Pomigliano, che una notizia decisamente più "piccola" emerge dalla profondità del mio feedreader ...

Dopo la società italiana che decide (ma ha deciso qualcosa, alla fine???) di togliere lavoro alla Polonia per  portarlo in Italia, ora vedo una società indiana (uno di quei gruppi che hanno fatto furore con l' "offshoring") che apre un centro di ricerca nell'Irlanda del Nord e progetta di assumere 85 persone.

Non sono certo i numeri che mi hanno colpito (e hanno colpito la rivista che ha rilanciato la notizia) ma le motivazioni: la società indiana si sarebbe detta colpita della disponibilità di laureati in Irlanda e dei bassi livello di conflitto. Questo proprio mentre in Cina una catena di scioperi costringe il governo ad alzare i salari ...

Buone notizie per il vecchio continente? Non ne sono così sicuro ...


Upgrade del 30 giugno:

Oggi su Punto  Informatico leggo che Baidu, il motore di ricerca leader dell'enorme mercato cinese, assume talenti informatici negli Stati Uniti.

Avanti così ...

6 commenti:

bruno saetta ha detto...

Quando si parla di aziende, l'unica certezza che ho è che non fanno mai nulla per nulla. Mi pare quindi ovvio che dietro la decisione della Fiat di riportare in patria una produzione (semmai tale decisione sia vera!), ci sia semplicemente un calcolo puramente economico.
Mettiamola così, adesso la Fiat può trincerarsi dietro il paravento di avere delle condizioni migliori all'estero, per cui un suo eventuale rientro in Italia sarebbe ovviamente possibile presentarlo come un "favore" alla patria e agli italiani, per cui questi ultimi dovrebbero andarle incontro festeggiandola. Visto che fa tal favore, allora vorrà gentilmente qualcosa in cambio, chessò una limatina ai diritti costituzionali, una riduzione dei salari... robette del genere.
Per me i conti non tornano. Ho letto un po' in giro, specialmente gli esperti (quelli veri) di Cina, e ho notato dove sta l'inghippo, per lo più basato sulla scarna conoscenza delle cose di quelle zone lontane, generalmente viste come luoghi di totale assenza di diritti!
In realtà in Cina (che ha "subito" una evoluzione sociale di centinaia di anni compressi in due generazioni) è dal 2008 che si è dotata di una nuova legislazione del lavoro con diritti per i lavoratori e aumento dei salari (fino al raddoppio nel delta del fiume delle Perle!), diritto di sciopero compreso! Certo, tutto ciò non fa della Cina un paese all'avanguardia in tema di diritti sociali, nè un esempio da seguire, ma è interessante notare che il governo comincia a difendere i lavoratori e ad imporre alle aziende straniere degli obblighi che prima non esistevano. Questo stato di cose è stato erroneamente visto come un segno di debolezza del governo centrale, mentre è proprio il contrario. Per questo motivo molte aziende, consapevoli che l'epoca della cuccagna sta forse finendo, o delocalizzano altrove (ad esempio in Vietnam), oppure preparano il rientro nei loro paesi. Ovvio che adesso possono ancora "mentire" sullo stato di cose e quindi tirare acqua al loro mulino ottenendo quelle "limatine" di cui sopra, utilizzando il ricatto del: "o così o ce ne torniamo all'estero", ma tra qualche anno ciò non sarà più possibile, quando la realtà cinese (e non solo) sarà probabilmente mutata e sicuramente conosciuta anche da noi.
Il punto interessante è che alcune aziende preferiscono comunque non delocalizzare, come la Foxxcon (azienda che lavora per la Apple, e nella quale si sono avuti alcuni suicidi e che Jobs ha definito come "carina"!) che non ha spostato la produzione in Vietnam perchè la manodopera cinese sarebbe più "qualificata" (gli iPod non li può costruire chiunque, evidentemente).
E la morale? La Cina fa dei passi (passettini) in avanti verso la conquista dei diritti dei lavoratori, mentre in Italia (ma non solo), i passi si fanno all'indietro. Lì il governo difende i lavoratori, qui.....

herr doktor ha detto...

Tu hai ragione sul fatto che le aziende non fanno nulla che non sia diretta al (loro) profitto.
Quello che mi stupisce è la supina acquiescenza di noi italiani a certi atteggiamenti arroganti e - soprattutto -il voler vestire di moralizzazione la prepotenza di certa gente ...
Marchionne è un furbone: negli USA dove è un signor nessuno (e sono abituati ad una cultura più 'adversarial' e meno 'aummaumma') il suo approccio con i sindacati è ben diverso e ben più rispettoso.
Qui si puo' permettere di tutto e tutti appaudono estasiati: pure quando Marchionne vanta la qualità 'mai vista' delle produzioni in Polonia: eppure noi le panda polacche le compriamo e quella 'qualità' la possiamo toccare con mano .....
E pure quando chiede se vogliamo che uccida l'auto in Italia. Se avesse chiuso una fabbrica negli USA manco il visto gli rinnovavano ... altro che termini tra politici plaudenti a Sanremo.
Mavaciapàdirattt (lui e soprattutto quelli che gli fanno corte gongolando)!

Anonimo ha detto...

"Quello che mi stupisce è la supina acquiescenza di noi italiani a certi atteggiamenti arroganti e - soprattutto -il voler vestire di moralizzazione la prepotenza di certa gente ..."

La mia idea da "giovane" provincialotto è che siamo un paese di ladri,viscidi opportunisti e bugiardi (soprattutto opportunisti e bugiardi).Io non la vedo come una "acquiescenza".E' tutta nostra la logica dello "speriamo che io me la cavo".Il problema semmai è che non mi pare ci sia più la consapevolezza del problema ma sia preso come una normalità di fatto.
Esempio che mi viene facile, pechè lo vivo sulla mia pelle: la mia (spacciata) generazione.
Non è normale farsi prendere per il culo così da tutti.Magari sbagliando ma un embolo di ribellione (o affini) dovrebbe partire.Leggendo i dati OCSE negli ultimi giorni mi veniva da piangere.Tu ti stupisci della riallocazione irlandese della società indiana, io nel mio piccolissimo sto seriamente pesando di finire quel che faccio nel più breve tempo possibile, informarmi sul come vendermi al meglio tra i canguri e andarmene.Il vecchio continente (pur avendo io scarsissima capacità di visione d'insieme)lo vedo senza O2 e noi nello specifico mi pare si sia già da troppo alla canna del gas per sperare di non riportarne danni neurologici cronici.La globalizzazione sarà pure un male, quindi visto che già siamo con le pazze al culo tanto vale provare a vedere se qualcosa può tornare utile.
p

herr doktor ha detto...

>La mia idea da "giovane" provincialotto è che siamo un paese di ladri,viscidi opportunisti e bugiardi (soprattutto opportunisti e bugiardi).Io non la vedo
>come una "acquiescenza".E' tutta nostra la logica dello "speriamo che io me la cavo".Il problema semmai è che non mi pare ci sia più la consapevolezza del
>problema ma sia preso come una normalità di fatto.

sottoscrivo tutto, soprattutto l'ultima parte sulla mancanza di consapevolezza

non so se altri paesi siano meglio, ma continuo a trovare incredibile l'atteggiamento 'appecoronato' degli italiani

ci dipingiamo come un paese di individualisti e di ribelli e (qui sta la mancanza di consapevolezza), mentre siamo profondamente proni ad ogni potere, (abbastanza) forti coi deboli ma in compenso debolissimi con i forti ...

Anonimo ha detto...

Sìsì, concordo.
Forse lo hai già visto ma ti linko un video:
http://www.youtube.com/watch?v=KBt_mtaU6rs

CIao, notte ;-)
p

herr doktor ha detto...

affascinante ...

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