Viviamo tempi tesi e ce ne rendiamo conto.
Quello di cui stentiamo a renderci conto è che la tensione (chiamiamola pure ansia o, magari, paura) con cui guardiamo non solo al nostro futuro, ma anche al nostro presente, non sta solo allontanando le persone le une dalle altre, ma le sta anche privando della volontà di sperare in qualcosa di meglio e di reagire agli abusi.
E' finita l'era delle “battaglie sociali”, delle manifestazioni, dei concerti oceanici e delle rivoluzioni.
La preoccupazione per la delinquenza, l'immigrazione, le malattie globli che ci spazzeranno via (via via: AIDS, mucca pazza, influenza aviaria, SARS .....) sono sempre in primo piano. eppure siamo sempre qui e – lo sappiamo bene – degli immigrati non portemmo in ogni modo fare a meno
Sono ormai più di 30 anni che ogni discorso sull'economia comincia con la parola “crisi” e l'enfasi sullo sviluppo che troviamo ancora nei testi e nei filmati degli anni '50 e '60 ci paiono i relitti di un' epoca dell'oro che non tornerà più.
Eppure - e lo vediamo bene se guardiamo al lungo periodo - la disponibilità e la qualità dei beni di consumo è costantemente aumentata. Semmai il problema è che il livello di spese necessarie per essere socialmente adeguati - specie in termini di istruzione in senso lato (istruzione per i figli, ma anche viaggi, computer e tecnologia, “necessaria” ormai anche per alunni delle elementari ...) - o per avere cure mediche aggiornate (e questo è un gravissimo problema, non solo da noi) è in costante e sproporzionato aumento fino al punto di rischiare di creare due categorie di persone e di mercati (chi “puo'” contro chi “non può”).
Il risultato – per rimanere nell'attualità – è tra l'altro quello di continuare a votare il “meno peggio” (secondo criteri, poi, prevalentemente di affinità/avversità “viscerali”, comunque non legati al merito e nemmeno alla semplice coerenza, come possiamo vedere proprio in questi giorni) senza neanche pensare che si possa tentare qualcosa di diverso o di meglio, perchè ciò significherebbe creare nuove aggregazioni in una situazione che è comunque senza speranza .....
Ma, seguardiamo l'esperienza, di paesi che sono “avanti” a noi – come gli USA – potremmo vedere che il clima di paura può giustificare lgravissimi abusi come la pretesa del governo di condurre intercettazioni su vasta scala senza alcun mandato che fanno assolutamente impallidire i recenti scandali italiani. Se – in fin dai conti – il “tiger team” di Telecom Italia “si limitava” a spiare politici e grandi manager, le dimensioni delle intercettazioni portate avanti dal governo americano si stanno rivelando assolutamente imbarazzanti, al punto che è in discussione presso il parlamento statunitense una proposta di legge per mettere le compagnie telefoniche al riparo dalle class action che alcune organizzazioni stanno seriamente pensando di lanciare contro di loro.
Ma se pensiamo che ciò sia l'ultima frontiera della paura, ci sbagliamo: l'ultimo progetto dell'amministrazione Bush (che ha spiato i telefoni e le connessioni internet dei cittadini, le transazioni finanziarie europee effettuate tramite il canale SWIFT e le comunicazioni internet di chiunque – ricordate echelon?) è quella di incaricare la NSA (National Security Agency) di condurre investigazioni nei confronti di altre amministrazioni del Governo Statunitense per scoprire eventuali minacce e tradimenti tra gli stessi controllori ....
Vi ricorda niente tutto cio?
E' chiaro che in una tale situazione è vitale e "politicamente" indispensabile mantenere un elevatissimo livello di tensione, senza il quale iniziative del gerere provocherebbero senz'altro un tale livello di reazione popolare da rendere del tutto inattuabili.
Vi segnalo, su questa lunghezza d'onda un post segnalato da Schneider (un esperto di sicurezza - di quelli che la sicurezza la sa fare e 'vendere' - che sta da tempo tenendo d'occhio l'atteggiamento americano verso il terrore e l'enfasi dell'amministrazione e dei media su questi temi):
“
We Must All Do Our Part To Preserve This Climate Of Fear”
Per chi non ha dimestichezza con l'inglese, allego una parziale traduzione.
Buon w.e.
“Gli ultimi sei anni sono stati l'età dell'oro dell'apprensione e della diffidenza degli americani. Grazie agli eventi dell'11 settebre 2001, tutta l'america è unita e schierata spalla a spalla in pura, incessante paura. Ma, tragicamene, questa atmosfera di panico e confusione ha cominciato a svanire e senza un'altro terribile attacco a unirci come una nazione, noi siamo pericolosamente vicini a entrare in un nuovo pre-11 settembre.
Non possiamo permettere che ciò avvenga.
Dobbiamo fare tutto il possibile per preservare l'america rifocalizzando di nuovo le nostre priorità nella contemplazione di minaccie di mortali, invisibili forze da incubo che complottano per distruggerci in vari e orribili modi. E' solo tramite la vigilanza e la determinazione di ogni patriota che noi possiamo mantene il senso della paura totale, vitale per la prolungata esistenza dell' [....]. America.
Il nostro paese merita che ogni cittadino viva in apprensione
La paura ha sempre fatto l'America forte. [......]
Mio Dio cosa siamo diventati?
Non possiamo affidarci solamente ai nostri nemici per minacciare la popolazione: noi dobbiamo trovare quell'orrore in noi stessi. Anche se abbiamo fatto molta strada nello spaventarci per gli immigrati illegali, pandemie di influenza aviaria e casuali sparatorie nelle scuole, non è abbastanza. Che è accaduto al paese che io conoscevo e amavo, dove un doroghiere coreano poteva essere ucciso per irrazionale xenofobia solo perchè qualcuno ha pensato fosse un arabo? Queste azioni sono, purtroppo impensabili nel clima odierno sempre meno pietrificato [dalla paura]. Tu puoi dire: “io sono solo un individuo: che posso fare?”. Ma tutti i nostri sforzi sono necessari per mantenere uno stato di costante ansietà .....”