sabato 2 febbraio 2008

Pirateria musicale e giustizia privata. Una pronuncia francese

Ve la ricordate Logistep?

E' una software house svizzera che ha predisposto un programma per raccogliere automaticamente gli IP (ossia gli "indirizzi elettronici") dei soggetti che hanno scaricato da reti "peer to peer" determinate opere protette da diritto d'autore.

La "nostra" società ha quindi offerto i suoi servigi alle case discografiche e agli "editori" in generali, che - appoggiandosi ad un piccolo network di legali - hanno iniziato a perseguire i "pirati".

L'approccio è stato sempre il medesimo: Logistep raccoglieva gli IP (diverse centinaia), l'avvocato intentava un'azione legale nei confronti dei principali provider per costringerli a rivelare i nominativi degli intestatari degli abbonamenti ai quali era stato assegnato l'IP e, infine, scriveva raccomandate a tutti i malcapitati proponendo una "chiusura bonaria" a 300/400 euro, minacciando altrimenti più serie conseguenze civili e penali.

Una buona percentuale dei malcapitati destinatari ha pagato senza discutere, qualcuno è corso dall'avvocato, altri sono rimasti in silenzio sperando che tutto passasse.

In effetti (a differenza di quello che avviene negli USA con la famigerata RIIA) di azioni individuali contro i singoli "pirati" non si ha notizia.

Questo approccio è stato seguito in Italia (con il famoso caso "Peppermint", del quale troverete ampia documentazione sul blog di Guido Scorza) , in Germania, nel Regno Unito e in Francia.

Sembrerebbe che in Francia, a seguito della "fatidica" richiesta ai provider di rivelare i nomi degli abbonati, la partita si sia conclusa con un bello stop al "metodo Logistep". Interessante un passo dell'Ordinanza del Tribunal de Grande Instance di Parigi:

"Qu’enfin, alors que la société Techland ne précise pas ses intentions quant à la saisine de la juridiction civile ou pénale, c’est à elle-même qu’elle demande que soit assurée la transmission des données identifiant les internautes "
Traducendo a senso, il TGI nota che Techland (la software house che si era rivolta a Logistep per la tutela dei suoi diritti) era stata poco chiara circa l'intenzione di usare i dati in un giudizio civile e penale.

La sentenza, alla fine rigetta la domanda osservando che secondo la legge francese, indagini del genere sono possibili, ma sono riservate agli enti collettivi di gestione dei diritti (la SIAE francese).

Non una gran notizia per i "pirati", ma condivido l'approccio quanto meno "diffidente" verso certe iniziative.


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