domenica 22 giugno 2008

Riforma delle professioni legali e diritto comparato

Interessante studio pubblicato sul sito del senato intitolato "Riforma dell'ordinamento forense - Diritto comparato" (gennaio 2008).

I disegni di legge per la discussione dei quali lo studio era stato redatto sono decaduti a seguito della chiusura anticipata della precedente legislatura, ma gli studi in questione sono articolati, autorevoli (non essendo stati redatti da una "parte in causa") e molto leggibili.

In particolare viene ricapitolato il quadro normativo in essere sia a livello di regole comunitarie, sia con riferimento a Francia, Spagna, Germania e Regno Unito (per quest'ultimo paese lo studio è, però, già parzialmente da aggiornare a seguito del recente e controverso "Legal Services Act", che introduce la possibilità di ammettere soci di capitali nelle "law firms" .....).

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Bhé, così a occhio: la formazione continua è più intensa in Italia che altrove (a regime, 90 ore contro le 16 inglesi e le 20 francesi). La pratica forense è più lunga in Germania e in Francia, ma l'esame in Francia mi sembra più limitato.
Insomma, as usual, non mi sembra che Italia la situazione sia quel macello che si dice essere....
etienne64

herr doktor ha detto...

sono sempre più convinto che, noi italiani siamo:

- più bravi della media a scrivere norme giuridiche
- mediamente bravi a osservarle
- assolutamente incapaci a fare osservare ai capetàz di turno ...

Tanto premesso sono sempre più convinto anche che - sempre più spesso - quando ci portano l'esempio dell'estero è solo per farci fare cose che il buon senso ci direbbe di rimandare o comunque di lasciare fare agli altri che è meglio ....

Restando nell'ambito della professione di avvocato, quello che mi sembra che l'aspetto più penalizzante dell'avvocato italiano è la tendenza, secondo me eccessiva, verso il piccolo studio che limita molto le possibilità di specializzazione e la capacità di intervenire efficacemente nel mercato della consulenza e dello stragiudiziale (che infatti è prerogativa di altri professionisti)

'notte

Maurizio A. M. ha detto...

Il fatto è che nel 90% dei casi gli studi piccoli forniscono un lavoro qualitativamente migliore del grande&pregevole&multimadonna studio.
Ovvio che se devi fare la fusione tra Unicredit e San Paolo vai in un mega studio, ma, giusto per fare un esempio, per avere la consulenza e difesa per una causa di tributario vai dallo studio normale.
Per esperienza diretta, e quella di assai più pregevoli colleghi, ho visto difese assai migliori e valide in studi "piccoli" che nei tanto blasonati studi associati&tanticazzi alla moda ammerricana.

herr doktor ha detto...

sulla critica agli "studi illegali", con me sfondi una porta aperta.
Sull'affermazione che il 90% degli studi piccoli siano migliori, mi trovi - permettimelo - un po' scettico
Ci sono in giro fior di cani, buoni - al più - ad un po' di contenzioso (quando poi non fanno gli avvocati solo a tempo perso e quando non possono fare i mediatori di appartamenti o altro ....)
Comunque su un altro punto cogli il segno: sulle "litigations" gli studi "illegli" non spopolano certo, anzi: le grandi operazioni finanziarie/societarie sono loro monopolio (oserei dire che in campo internazionale non si riescano a fare senza la loro 'mediazione') ma sul contenzioso giudiziale la loro presenza è molto meno pervasiva e incombente (anche per i loro costi ....)
Quello però che manca è qualcuno che faccia consulenza alle PMI e "rubi il lavoro" ai commercialisti .......
Quel mercato va fidelizzato con un briciolo di specializzazione e - al contempo - di multidisciplinarità che non è facile trovare in uno studio piccolo

'notte
--
h.d.

Anonimo ha detto...

"Quello però che manca è qualcuno che faccia consulenza alle PMI e "rubi il lavoro" ai commercialisti .......
Quel mercato va fidelizzato con un briciolo di specializzazione e - al contempo - di multidisciplinarità che non è facile trovare in uno studio piccolo"

Io direi che quello che manca è soprattutto la formazione.
A me, personalmente, durante la pratica è stato insegnato un minimo di contenzioso. Conosco le procedure, più o meno riesco a scrivere un atto.
E devo ringraziare il cielo che qualcosa l'ho imparata.
Per quanto riguarda la consulenza legale alle PMI, che pure sarebbe un settore interessante, non saprei davvero da che parte cominciare.
Ai tempi della riforma del diritto societario frequentai, beato ingenuità, un corso di aggiornamento, trovandomi unico praticante avvocato tra commercialisti e praticanti commercialisti: un pesce fuor d'acqua...Eppure, il continuo aumento del numero degli avvocati dovrebbe secondo me condurre ad un ripensamento della professione che non dovrebbe limitarsi più al solo contenzioso ma estendersi anche a settori trascurati ormai da tempo.

Quanto ai commercialisti,ben lungi dal perdere posizioni hanno ormai monopolizzato un'intero settore del contenzioso: quello tributario.

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