Interessante sentenza resa dalla Corte di Cassazione a seguito del ricorso di un magistrato che si riteneva diffamato da un articolo giornalistico nel quale veniva aspramente criticato il suo comportamento nell'ambito di un noto processo:
"Va altresì rilevato che il diritto di critica dei provvedimenti giudiziari e dei comportamenti dei magistrati deve essere riconosciuto nel modo più ampio possibile non solo perché la cronaca e la critica possono essere tanto più larghe e penetranti, quanto più alta è la posizione dell'homo publicus oggetto di censura e più incisivi sono i provvedimenti che può adottare, ma anche perché la critica è l'unico reale ed efficace strumento di controllo democratico dell'esercizio di una rilevante attività istituzionale che viene esercitata - è bene ricordarlo - in nome del popolo italiano da persone che, a garanzia della fondamentale libertà della decisione, godono giustamente di ampia autonomia ed indipendenza. E' stata, pertanto, correttamente ritenuta, nel caso di specie, la sussistenza dell'interesse pubblico alla notizia ed alla critica"Corte di Cassazione, Sezione V Penale, Sentenza 05 giugno 2007, n. 34432
2 commenti:
Grandi vecchietti della Cassazione!
etienne64
francamente hanno stupito anche me, perchè hanno condannato un collega obiettivamente "attaccato" per il suo comportamento come magistrato e lo hanno pure condannato alle spese ......
Hanno dimostrato di dar maggior valore al principio che al corporativismo :-)
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