lunedì 26 novembre 2007

Tutti la guardano nessuno si fida?

Può darsi.

Oggi repubblica.it esce con un articolo dal titolo "Indagine sulla televisione. Tutti la guardano, pochi si fidano".

Sulla base del "solito" sondaggio sembra che la credibilità della televisione sia in declino al punto da essere superata non solo da radio e giornali, che - evidentemente - danno un'immagine di maggior serietà e rigore (su che base, che non sia solo epidermica, si fondi tale valutazione non lo so proprio, visto che spesso dietro alle testate giornalistiche e radio vi sono gli stessi gruppi economici e di potere che premono alle porte della televisione), ma persino - e questa e grossa - internet, ossia l'informazione "non controllata" per definizione...

Del resto, però, proprio l'esperienza straniera (gli Stati Uniti, ma anche la Danimarca e pure l'italietta nostrana) mostra, ad esempio, la crescente importanza dei blog nella formazione della pubblica opinione intorno a determinati fatti e personaggi.

Ma è proprio vero che la gente non si fida dell'informazione in TV? Allora perchè la guarda? Proprio il nostro sondaggio dimostra che i telegiornali non sono certo in crisi di ascolti, anzi, sono tra le trasmissioni più seguite. Seguitissimi sono poi anche i programmi di "approfondimento" (i talk show, insomma) e i programmi di satira (come "striscia la notizia") che pure veicolano opinioni, informazioni, immagini ..... . Anzi, mi sembra che nell'attuale periodo della "TV contenitore", espulso l'intrattenimento puro (film, dirette sportive) verso le (anzi "la"), pay-tv, proprio i programmi di attualità, costume e società costituiscano il fulcro della televisione

E allora?

Davvero la gente sente la TV, ma non la ascolta?

Intendiamoci: sicuramente ciascuno di noi sottopone a vaglio critico i messaggi che riceve, ma:

- con cosa confronta questi messaggi, visto che - anche girando sulle varie testate - le notizie che le varie agenzie e testate si rimbalzano sono sempre le stesse? Sotto questo profilo la novità è data da internet, che consente di inserire "notizie" (fosse pure un video "uploadato" su YouTube) anche "dal basso", ma: che fine fanno queste notizie? Come vengono elaborate dall'ascoltatore? E gli utenti che non hanno Internet? In realtà internet, come pure il pettegolezzo del bar, la chiacchiera dell'amico o la notizia appresa direttamente, ad esempio sul lavoro, e financo l'esperienza personale contribuiscono a formare il convincimento del singolo, ma cosa muove la "pubblica opinione"?
- soprattutto: che cosa confronta? Ciascuno di noi, per formazione, confronta, analizza e cataloga il contenuto "espresso" di un messaggio quasi automaticamente, ma con che prospettiva e con che scala di priorità? E' questo il punto: specie un media come la televisione, ma poi anche Internet, la radio etc. etc. veicolano una serie di altri messaggi che non sono necessariamente verbali, ma che "indirizzano" l'opinione, e, soprattutto rideterminano l'ordine di priorità con le quali le informazioni vengono assimilate ...

Un esempio: sempre su repubblica.it di oggi vediamo questo articolo ("Gli occhiali da 7 mila dollari. Così il lusso frena la recessione Usa") che, un po' rozzamente applica le tecniche di cui sopra. Vediamo il messaggio:
In primo piano il successo di alcuni beni di lusso (dettagliatamente indicati con gran sfoggio di dettagli) che permette alla grande distribuzione americana, vista complessivamente, di superare il prevedibile impatto negativo della grave crisi dei risparmiatori che ha portato al crack dei "mutui subprime";
In secondo piano il fatto che le catene di supermercati che si rivolgono alla popolazione "non di lusso" hanno subito un calo di fatturato dal 4 all' 8% (che dovrebbe essere riflesso del calo di potere d'acquisto dei loro clienti).
Neanche menzionato è il fatto che, se - in un ambiente come la distribuzione domestica poco influenzato da fattori di origine straniera - la bilancia è in sostanziale pareggio, vuol dire che una fetta potere di acquisto della "metà povera" del paese si è trasferito alla "metà ricca" e questo messaggio, messo così, a sè stante, rischierebbe di determinare un sensibile "allarme sociale" ....
In questo caso l'utente non ha ascoltato, ma perchè?

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