venerdì 30 novembre 2007

Do electronic cops dream of electronic thefts?

Leggo su The Register di oggi la notizia di un'imponente operazione contro la criminalità informatica (quella vera, ripeto, non quella dei download illegali che crea allarme solo quando i politici sono in crisi di consensi - come Sarko - o si sono fatti, come agganciare dalle majors - come tutti gli altri).

FBI, niente di meno, annuncia di aver scoperto due milioni (!) di computer ('Zombies') infettati da virus vari che li avevano portati sotto il controllo di organizzazioni criminali che li avevano raggruppati in vaste reti illegali ('Botnets') per compiere ogni sorta di illeciti, dal 'furto di identità' ('Identity theft' o 'Phishing') agli attacchi a sistemi informatici ("distributed denial o services" o "DDoS") sfruttando i pc di ignari utenti.

Tra tanti allarmi, lanciati più o meno a proposito, sta emergendo l'allarme per il cybercrime, che non è più (ma lo è mai stato?) il problema dell'hacker che attacca dall'esterno i mainframe della grandi società e delle amministrazioni statali, ma sta diventando un fenomeno che colpisce (anche dolorosamente, vedi phishing) i singoli internauti vittima dell'ubriacatura collettiva di un internet facile dove "basta un click" per fare qualunque cosa, per spalancare a tutti le porte delle "magnifiche sorti e progressive" dell'e-commerce, dell'e-government (a quando l'e-voting?)

Per tornare ad aspetti più godibili, vi segnalo il nome davvero carino dell'operazione dell'FBI ('bot roast': arrosto di botnet) e di un'analoga e più ristretta iniziativa della polizia giudiziaria italiana 'phish and chips' (che rieccheggia sia il 'fish and chips', pesce e patatine fritte, sia il phishing e i microprocessori delle carte di credito - ossia i 'chip') andata ad udienza ieri.

Il titolo di questo post è invece una libera interpolazione del titolo originale del libro da cui deriva "blade runner" ("do androids dream of electric sheep?" di Philip K. Dick).

Buon w.e a tutti e un caloroso augurio di buon lavoro ("good hunt") a tutti i "botbusters" nostrani e d'oltreoceano.

mercoledì 28 novembre 2007

Mucho trabajo, poca paga



Parliamo di "grano": interessante post su jaablog, legal blog collettivo della Florida

Gli interpreti giudiziari (spagnolo-inglese: la popolazione di lingua spagnola è una parte rilevantissima della popolazione USA e spesso si tratta di persone che parlano inglese poco o nulla ...) sono sul piede di guerra per il basso livello delle loro paghe.

Sulla base di quanto risulta dal blog, in molti stati gli introiti degli interpreti giudiziari si aggirano tra i 42.000 e i 72.000 dollari, mentre in Florida si dovrebbero accontentare di 24.000, al netto delle tasse.
Ci deve essere ovviamente livello di spese terribile in Florida, se con certi stipendi non si arriva alla seconda settimana del mese.

Probabilmente, ma leggendo i commenti vediamo che segretarie (esperte) guadagnano 27.000 lordi (e mangiano per tutte e quattro le settimane) e avvocati che lavorano per lo stato guadagnano circa 32.000 dollari netti all'anno,

Cioè, probabilmente un avvocato americano ingaggiato dallo stato guadagna più o meno come un magistrato di tribunale italiano, fatto salvo che deve ripagare mutui per le spese universitarie anche di 100.000 dollari e che un interprete può guadagnare quanto lui, mentre una segretaria probabilmente la metà.

Qualcosa mi sfugge, fermo restando che 100.000 dollari di spese di istruzione sonouna bella botta e spererei diano accesso a stipendi superiori a quelli di cui sopra ...

martedì 27 novembre 2007

Tecnologia utile ....

Oggigiorno le professioni si stanno sempre più rivolgendo alla tecnologia in generale e a internet in particolare per incrementare la propria penetrazione commerciale ....

Può fare eccezione la professione più antica del mondo?


Pare di no e pare anche che google maps stia offrendo un comodo ed economico sistema di "advertising" e localizzazione delle prostitute che esercitano sulle strade intorno a Milano.


Non sto scherzando: seguite il link a questo blog ("Appunti digitali", un blog serissimo, per l'occasione molto divertito ) ....

lunedì 26 novembre 2007

Avvocati e telelavoro

Da thelawyer.com la notizia che Simmonds & Simmonds sta pensando di agevolare i suoi legali e gli impiegati che intendano lavorare da casa.
Non si tratterebbe di vero "telelavoro" ma di una flessibilità nell'organizzazione del lavoro individuale, tendente a consentire, sulla base di una valutazione caso per caso, di svolgere il lavoro da casa tramite computer protatili e altri strumenti simili.
Credo che sia l'uovo di colombo per tante esigenze, anche se credo che nella professione di avvocato (anche di avvocato-dipendente, come sono di fatto molti degli addetti delle grandi law "farms") sia sempre molto importante farsi vedere ogni tanto, anche dai colleghi di ufficio .......

Tutti la guardano nessuno si fida?

Può darsi.

Oggi repubblica.it esce con un articolo dal titolo "Indagine sulla televisione. Tutti la guardano, pochi si fidano".

Sulla base del "solito" sondaggio sembra che la credibilità della televisione sia in declino al punto da essere superata non solo da radio e giornali, che - evidentemente - danno un'immagine di maggior serietà e rigore (su che base, che non sia solo epidermica, si fondi tale valutazione non lo so proprio, visto che spesso dietro alle testate giornalistiche e radio vi sono gli stessi gruppi economici e di potere che premono alle porte della televisione), ma persino - e questa e grossa - internet, ossia l'informazione "non controllata" per definizione...

Del resto, però, proprio l'esperienza straniera (gli Stati Uniti, ma anche la Danimarca e pure l'italietta nostrana) mostra, ad esempio, la crescente importanza dei blog nella formazione della pubblica opinione intorno a determinati fatti e personaggi.

Ma è proprio vero che la gente non si fida dell'informazione in TV? Allora perchè la guarda? Proprio il nostro sondaggio dimostra che i telegiornali non sono certo in crisi di ascolti, anzi, sono tra le trasmissioni più seguite. Seguitissimi sono poi anche i programmi di "approfondimento" (i talk show, insomma) e i programmi di satira (come "striscia la notizia") che pure veicolano opinioni, informazioni, immagini ..... . Anzi, mi sembra che nell'attuale periodo della "TV contenitore", espulso l'intrattenimento puro (film, dirette sportive) verso le (anzi "la"), pay-tv, proprio i programmi di attualità, costume e società costituiscano il fulcro della televisione

E allora?

Davvero la gente sente la TV, ma non la ascolta?

Intendiamoci: sicuramente ciascuno di noi sottopone a vaglio critico i messaggi che riceve, ma:

- con cosa confronta questi messaggi, visto che - anche girando sulle varie testate - le notizie che le varie agenzie e testate si rimbalzano sono sempre le stesse? Sotto questo profilo la novità è data da internet, che consente di inserire "notizie" (fosse pure un video "uploadato" su YouTube) anche "dal basso", ma: che fine fanno queste notizie? Come vengono elaborate dall'ascoltatore? E gli utenti che non hanno Internet? In realtà internet, come pure il pettegolezzo del bar, la chiacchiera dell'amico o la notizia appresa direttamente, ad esempio sul lavoro, e financo l'esperienza personale contribuiscono a formare il convincimento del singolo, ma cosa muove la "pubblica opinione"?
- soprattutto: che cosa confronta? Ciascuno di noi, per formazione, confronta, analizza e cataloga il contenuto "espresso" di un messaggio quasi automaticamente, ma con che prospettiva e con che scala di priorità? E' questo il punto: specie un media come la televisione, ma poi anche Internet, la radio etc. etc. veicolano una serie di altri messaggi che non sono necessariamente verbali, ma che "indirizzano" l'opinione, e, soprattutto rideterminano l'ordine di priorità con le quali le informazioni vengono assimilate ...

Un esempio: sempre su repubblica.it di oggi vediamo questo articolo ("Gli occhiali da 7 mila dollari. Così il lusso frena la recessione Usa") che, un po' rozzamente applica le tecniche di cui sopra. Vediamo il messaggio:
In primo piano il successo di alcuni beni di lusso (dettagliatamente indicati con gran sfoggio di dettagli) che permette alla grande distribuzione americana, vista complessivamente, di superare il prevedibile impatto negativo della grave crisi dei risparmiatori che ha portato al crack dei "mutui subprime";
In secondo piano il fatto che le catene di supermercati che si rivolgono alla popolazione "non di lusso" hanno subito un calo di fatturato dal 4 all' 8% (che dovrebbe essere riflesso del calo di potere d'acquisto dei loro clienti).
Neanche menzionato è il fatto che, se - in un ambiente come la distribuzione domestica poco influenzato da fattori di origine straniera - la bilancia è in sostanziale pareggio, vuol dire che una fetta potere di acquisto della "metà povera" del paese si è trasferito alla "metà ricca" e questo messaggio, messo così, a sè stante, rischierebbe di determinare un sensibile "allarme sociale" ....
In questo caso l'utente non ha ascoltato, ma perchè?

giovedì 22 novembre 2007

Democrazia e critica alle istituzioni


Interessante sentenza resa dalla Corte di Cassazione a seguito del ricorso di un magistrato che si riteneva diffamato da un articolo giornalistico nel quale veniva aspramente criticato il suo comportamento nell'ambito di un noto processo:
"Va altresì rilevato che il diritto di critica dei provvedimenti giudiziari e dei comportamenti dei magistrati deve essere riconosciuto nel modo più ampio possibile non solo perché la cronaca e la critica possono essere tanto più larghe e penetranti, quanto più alta è la posizione dell'homo publicus oggetto di censura e più incisivi sono i provvedimenti che può adottare, ma anche perché la critica è l'unico reale ed efficace strumento di controllo democratico dell'esercizio di una rilevante attività istituzionale che viene esercitata - è bene ricordarlo - in nome del popolo italiano da persone che, a garanzia della fondamentale libertà della decisione, godono giustamente di ampia autonomia ed indipendenza. E' stata, pertanto, correttamente ritenuta, nel caso di specie, la sussistenza dell'interesse pubblico alla notizia ed alla critica"
Corte di Cassazione, Sezione V Penale, Sentenza 05 giugno 2007, n. 34432

Alta tensione ....


Un uomo che giaceva in stato di coma diabetico su un autobus di Leeds (UK) viene colpito due volte con un "taser" (una "pistola elettrica") dalla polizia che temeva che l'uomo (accasciato inerte sul sedile con il suo zaino) potesse rappresentare una minaccia terroristica ......

Di pochi giorni fa la notizia del polacco ucciso con la stessa arma "non letale" in un aeroporto negli USA ...

Ma che succede?

mercoledì 21 novembre 2007

Phishing, l'evoluzione della specie

Un pezzo su theregister illustra la nuova ondata di phishing mirato alle aziende: mail (grammatica impeccabile, indirizzate a soggetti esattamente individuati nel testo della comunicazione con nome, cognome e società) apparentemente provenienti da un'Autorità (in questo caso il Ministero della Giustizia statunitense) che invitano ad aprire un allegato che conterrebbe un esposto presentato contro la società alla quale il malcapitato appartiene).
Manco a dirlo l'allegato contiene un trojan che si installa e comincia a succhiare dati che allargano la base conoscitiva sulla quale i malfattori si possono basare per successive truffe (o magari possono acquisire password d'accesso a conti correnti o altri dati che hano un valore in sè, come piani di mercato, informazioni di borsa ......).
Le vittime non sarebbero poche .....

Regali scemi


Lo voglio!
Un mini aspirapolvere alimentato da presa USB per pulire la scrivania dalle briciole.
Che serve?
A nulla, ovvimente, ma fa sorridere e può essere un utile regalo di natale (utile per me perchè con pochi euro mi cavo il problema e "liquido" un po' di gente)
Mo' mi metto e vedo che costa farmene spedire qualcuno. Anzi, no ... è tardi e vado a casa.
Bye

lunedì 19 novembre 2007

Quanto guadagnano gli avvocati?


Non sono più molto aggiornato sulle tariffe orarie degli avvocati italiani, ma le tariffe pubblicate da thelawyer relativamente agli avvocati delle law firm del "magic circle" londinese mi sembrano "interessanti".

La tariffa media di un partner sale da 375 a 625 (sterline) l'ora, con un aumento del 67%, ma alcuni specialisti, ad esempio, in campo fiscale possono raggiungere le 700 (sempre sterline).

Forti aumenti anche per le tariffe delle firm di livello "inferiore".

Inutile continuare: i normali "cristiani" hanno già il fumo che esce dalle orecchie.

Anche se stiamo parlando del "top" di una piazza ricca, dove si affollano banche d'affari e finanziarie per le quali tariffe del genere corrispondono ad un piccola fetta dei guadagni delle operazioni che questi avvocati rendono possibili, sono comunque cifre veramente enormi.

Ma come fanno gli avvocati?

Marchio d'impresa e altre libertà


L'altro giorno, leggiucchiando su Out-Law (no, non è un sito di ribelli/smanettoni vari, ma un sito gestito da un rispettabilissimo studio legale inglese che pubblica pezzi sempre molto stimolanti in materia di ICT, privacy e diritto) ho letto delle vicende di un blogger americano e di un suo post relativo all'AVIS (la società di noleggio di autoveicoli)

Il tema del blog sono i sinistri stradali e il nostro blogger, per dare più evidenza a un suo post critico nei confronti di AVIS inserisce il marchio di tale società.

Tramite un commento inserito nel blog stesso, il blogger viene contattato da un sedicente "associate general counsel" (un dirigente dell'ufficio legale) che gli intima, un po' irritualmente (visto lo strumento: il commento sul blog), ma in termini assolutamente perentori di eliminare dal blog il logo dell'AVIS, avvisandolo altrimenti sarà perseguito per uso abusivo del marchio.

Gli esperti dello studio legale che pubblica Out-Law si affrettano a spiegare che il comportamento del blogger è probabilmente all'interno del "fair use" consentito dall'ordinamento statunitense (bene), mentre potrebbe avere dei problemi se fosse giudicato da una corte di Sua Maestà Britannica (male).

Tra l'altro la storia mi ricorda una vicenda che non ha avuto la "fortuna" di assurgere agli onori di cotanta cronaca, essendo rimasta confinata a qualche forum e ad una mailing list alla quale sono iscritto.

Il caso, ben più "ruspante", era questo: un buontempone pubblica sul web le istruzioni per raggiungere alcuni Autogrill piemontesi senza passare dall'autostrada.

Per qualche motivo che ora mi sfugge assolutamente, Autogrill non ama che tali informazioni siano "divulgate" (o è la società Autostrade che non vuole che si sappia dove sono i varchi per entrare e uscire dalle autostrade senza passare dai caselli?) e il nostro buontempone si vede recapitare una bella raccomandata il cui contenuto è pressochè lo stesso del commento ricevuto dal blogger di poco fa: avendo menzionato sul suo sito il nome Autogrill (e sì, perchè la denominazione Autogrill è marchio tanto quanto la sua componente figurativa) avrebbe usato indebitamente il marchio di tale società e pertanto sarebbe perseguibile per legge ......

Ovviamente, a scanso di guai, il nostro buontempone cancella (sacramentando contro gli avvocati ed il governo) le pagine da Internet

La diffida, però, era totalmente infondata.

Sì, perchè - intendiamoci bene - anche in Italia il marchio non permette di "ritirare dal mercato" un termine o un segno consegnandolo nella disponibilità esclusiva e assoluta del soggetto che ha proceduto alla sua registrazione.

Facendo riferimento ad alcuni casi italiani decisamente più famosi, poi, il diritto di marchio non permette, nemmeno di vietare ai tifosi di esporre il simbolo della squadra di calcio sul loro sito (ricordate il tentativo del Milan di qualche anno fa ...) o di "prenotare" il nome di un partito ..... (questo lo ricordate di sicuro)
Il diritto di marchio fa riferimento ad una denominazione commerciale e dà diritto a chi l'abbia registrato, o possa documentare un "preuso", di impedire che altri ne facciano a loro volta uso nella propria attività economica: ben altra cosa rispetto ad un blog (o a un sito) del tutto personale.

L'utilizzo del marchio per rimuovere affermazioni o manifestazioni scomode (e nemmeno illecite ad altri fini) è poi un abominio e tradisce una trasformazione della proprietà intellettuale da diritto eccezionale (e temporaneo) inventato dagli stati liberali per proteggere determinati traffici o determinate categorie a principio generale sostanzialmente assoluto, a fronte del quale le eccezioni (siano esse le "libere utilizzazioni" previste dal diritto d'autore, i divieti di brevettazione o i limiti della potestà del titolare del marchio) vengono interpretate in modo restrittivo, circoscrivendone sempre di più l'ambito e il significato a maggior tutela del "capitale intellettuale".

E qui mi fermo perchè potrei sconfinare .......

domenica 18 novembre 2007

Una pausa

Un bel pranzo, strong:

antipasto:

gorgonzola (quello verde, un po' asciutto) con il miele: un abbinamento fantastico, quasi come la toma piemontese con la cugnà (la marmellata di mosto d'uva). Vino: un'ottimo 'Sirah' siciliano.
Il Sirah è un vitigno di origine, pare, mediorientale, che è alla base del 'Cote du Rone' francese e produce un vino tannico (quasi nero), forte (questo era solo 12,5 gradi, se ne trovano fino a 14, ma non sono mai pesanti perchè poco acidi) e piuttosto rotondo.

piatto principale:

polenta con il “cassoulet”. Il “cassoulet” è un piatto del Perigord (Francia del sud ovest) ed è uno stufato di fagioli, oca e salsicce. Leggero, no? Come vino un “Grand Bormani”, un “Cote de provence” di adeguato corpo (nero, amaro, speziato e un filo resinoso. Ottimo).

... niente dessert e “spiriti” vari, solo caffè.


Buon pomeriggio

venerdì 16 novembre 2007

Hacking dell'anno?


Da quanto ho inserito il post sulla cattura dell' "hacker dell'anno" non sono riuscito a smettere di domandarmi cosa mai fosse quel network globale tra ambasciate che sarebbe stato bucato dal nostro giovanottone.

I riferimenti negli articoli sono assai fumosi e parlano genericamente di un collegamento telematico utilizzato dalle ambasciate. Tra l'altro non è neppure chiaro quale sia il paese che usa tale network e nemmeno se il paese è impattato è uno solo, anzi sembrerebbero di più ....

Quale sarà lo strumento (ovviamente super sicuro) con il quale alti funzionari trasmettono i loro segreti dall'altro capo del mondo?

.... acc..., ora ho capito: è l'e-mail!

Caspita! Adesso torna tutto quanto.

Proviamo allora ad immaginare quello che successo.

E' ovvio che un diplomatico in missione ha bisogno di un mezzo rapido ed efficiente per ricevere e trasmettere notizie (posto che quella è probabilmente la sua funzione più importante).

Come sempre, però, l'utilizzo di cifrature o di strumenti particolari comporta perdite di tempo e difficoltà "tecniche" non compatibili con le esigenze (e non dimentichiamo lo status ....) delle loro eccellenze. Del resto, poi, tutti usano le e-mail per comunicare sul lavoro, anche i grandi manager e gli avvocati d'affari .......

Diciamo che non se ne può fare a meno e basta.

Via via che il traffico di mail aumenta al nostro "Topo Gigio" (l'esperto di sicurezza dell'ambasciata, ricordate?) iniziano a venire i sudori freddi e non potendo convincere le loro signorie a darsi una calmata con l'e-mail ("pensa alle tue cose tecniche, il mondo cambia ogni minuto e noi dobbiamo lavorare in fretta!") o quanto meno di crittografare i contenuti ("ekkekazzo, che è 'sta pocata? ...non funziona, ... sì funziona, ma si perde tempo e poi è incompatibile con i sistemi dei miei corrispondenti") pensa almeno di mascherare l'ip di partenza tramite TOR che gli permette quanto, meno, di anonimizzare il traffico e di ovviare al fatto che la trasmissione è del tutto in chiaro.

Purtroppo per il nostro Topo Gigio al mondo c'è gente che ha tempo ed energie da spendere (come il nostro "giovanottone"), per tacere di soggetti che hanno anche enormi risorse e infrastrutture in funzione proprio per scandagliare la rete in lungo e il largo (il Governo degli Stati Uniti, ad esempio; tra l'altro TOR l'hanno inventato loro e l'hanno rilasciato con licenza open source, vi dice niente il fatto ? ...... ).

Adesso il nostro giovanottone è alle prese con la polizia e Topo Gigio avrà preso così tanti sberloni che le orecchie gli saranno diventate davvero grosse piatte come quelle del cartone animato, ma finchè la sicurezza non è un problema degli utenti ....

giovedì 15 novembre 2007

Preso l'hacker dell'anno

Preso a seguito di un movimentato intervento l' "hacker dell'anno".
Che mai avrà fatto questo bel tipo (tra l'altro consulente informatico nel campo della sicurezza) per meritarsi cotanta attenzione dei media (e della polizia ..)?
Sembra che il nostro consulente abbia intercettato traffico tra ambasciate (non crittato!) trasmesso attraverso un circuito telematico (cd. nodi TOR) e abbia potuto così carpire user id e passwords di un centinaio di caselle di posta "diplomatica", che avrebbe poi postato sul suo sito, a disposzione di chiunque ....
Bello, no? Ma chi è il consulente della sicurezza di queste ambasciate: Topo Gigio?
Ora il "nostro" hacker è al fresco (ci dovrebbe andare anche Topo Gigio, secondo me ...) e mi auguro che la pubblicità gli consenta presto (come ad altri suoi 'colleghi' del passato) di staccare lucrosi contratti di consulenza, visto l'evidente skill che ha dimostrato ;-)
Buona lettura. Il racconto dell'hacking è affascinante ;-)

Alta tensione

Abbiamo visto tutti le immagini degli scontri di domenica.

Impressionanti, specie quelle di Roma dove sono state attaccate caserme di polizia.

E' di oggi la notizia dell'ordinanza di custodia cautelare per alcuni imputati degli scontri ai quali sarebbe stata contestata l'aggravante del terrorismo.

"Si è voluto creare paura tra la gente. Si è tentato di condizionare i pubblici poteri dello Stato". avrebbe concluso il gip Enrico Imprudente.

Mah, più penso, meno mi convince.

E' vero, sono stati disordini estesi, 'cattivi' e - entro un certo limite - coordinati, ma il fine di "eversione" o di "terrorismo" non lo vedo.

Parliamoci chiaro, negli anni del terrorismo, quello vero, comportamenti come questi (che avvenivano anche allo stadio, perchè, dopo il sabato alla manifestazione, certi soggetti si trovavano alla domenica alla partita e ....) non attiravano questi giudizi.

Ma ora diventano un'emergenza nazionale.

Fanno così paura? Minacciano lo stato? Addirittura?

Cosa dovremmo dire allora dei tassisti che con le loro manifestazioni hanno fatto veramente fare dietro front al governo?

Facendo le debite proporzioni con gli anni '70/'80 e con sincero dispiacere per i poliziotti che le hanno prese, questi a mala pena minacciano lo 'starsystem' del calcio (ma fanno poco anche a quello, che ormai vive più che altro di TV) . E proprio la TV ha molta responsabilità nel montare rapidissimo di questa violenza alla quale fornisce sempre ottima copertura, cassa di risonanza e accesso sicuro al "prime time" ...

Mah, c'è molta tensione, molto allarme e intanto i problemi reali del paese ....

mercoledì 14 novembre 2007

Giornalisti e sequestri "esplorativi"



Interessante e recentissima sentenza della Corte di Cassazione in tema di sequestri nei confronti di giornalisti: Sentenza n. 40380 del 31 maggio 2007 - depositata il 31 ottobre 2007.


Il caso in breve: nel corso di un'indagine per rivelazione e utilizzazione di segreti d'ufficio, veniva disposto dalla Magistratura un decreto di sequestro avente ad oggetto sia il computer che l' "area server" di un giornalista (non indagato)

Il sequestro veniva eseguito tramite l'acquisizione di copia dell'intero contenuto dell'hard disk del computer e dell' "area server" del giornalista, ripeto, non indagato.

Il giornalista ricorreva per far valere l'illiceità dell'acquisizione. Saltiamo alcune tecnicalità della vicenda, che evidenziano però aspetti paradossali nell'esito del ricorso, opportunamente evidenziati e stigmatizzati dalla Corte di Cassazione che dà ragione al giornalista. In sintesi la Suprema Corte evidenzia che non sono giustificate "... a soli fini esplorativi, indiscriminate e pesanti intrusioni nella sfera personale di giornalista attraverso l'acquisizione di tutto il materiale informatico posseduto e attinente alla sua professione" e che le norme del codice di rito impongono la massima cautela nell’utilizzazione degli strumenti della perquisizione e del sequestro onde evitare un sostanziale aggiramento della disciplina posta a garanzia del segreto professionale.

lunedì 12 novembre 2007

Google Video sotto tiro ...


... non in Italia, non stavolta.

Pochi giorni dopo la sentenza su Wikipedia, la giurispudenza francese affronta nuovamente il tema della responsabilità dei fornitori di servizi di hosting su internet e, questa volta "pizzica" Google Video.

I fatti: un fim veniva caricato su Google Video senza l'assenso del titolare dei diritti e - previa diffida di questo - veniva tempestivamente rimosso. Successivamente alla rimozione, qualcuno però caricava di nuovo il filmato su Google Video, una seconda volta, poi una terza, una quarta e infine una quinta.

Google Video viene trascinato in tribunale.

Il tribunale (il Tribunal de grande instance de Paris, sentenza del 19 ottobre 2007) ha riconosciuto che Google Video non doveva essere ritenuto editore ma semplice fornitore di servizi di hosting e quindi non potesse essergli mosso alcun rilievo per la prima "pubblicazione". Tuttavia le successive pubblicazioni erano comunqe avvenuto dopo un esplicito avviso e il Tribunale ha ritenuto Google Video responsabile per non averpreso alcuna misura per impedire questa nuova pubblicazione.

Insomma, l'obbligo di sorveglianza "uscito dalla porta è rientrato dalla finestra"?

Parrebbe di sì, anche se non si può dar torto alla sentenza, attesa la reiterazione degli eventi. Le conseguenze per l'attività degli hosting provider non sono perà facili da prevedere, data la difficoltà pratica di individuare nel concreto il discrimine tra condotta dovuta e insesigibilità di un'attività di prevenzione di crimini altrui.

Cosa fanno gli avvocati?


Bella domanda.

Messa così si possono pensare tante cose, si possono anche raccontare alcune barzellette, un genere molto fiorente negli USA: http://www.power-of-attorneys.com/index.htm, ma che va in voga anche in Italia.

In realtà volevo riallacciarmi ad un post di Etienne (o meglio ad alcuni suoi commenti ) che provocatoriamente sosteneva questa teoria:


- l'avvocato "vero" (quello "duro e puro") è solo quello che fa contenzioso (quello che va in tribunale)
- la consulenza legale, in Italia, la fanno i commercialisti ed è giusto così, perchè sanno di fiscale, di economia, di azienda ... e perchè ci si mettono
- "l'avvocato d'affari", in Italia è un iscritto all'ordine degli avvocati che fa il commercialista ....

Bello. Tutto vero e detto da un avvocato .....

Ma a questo punto, perchè siamo arrivati a questo?

A mio avviso Etienne ha (stra)ragione sul fatto che in Italia, per lo meno a livello di clienti persona fisica/PMI, la consulenza sia in mano ai commercialisti e fatico a capire il sostanziale disinteresse di larga parte del "ceto" forense per lo stragiudiziale.

Intendiamoci: se all'Avv.Italico (Italo per gli amici) Medio capita il cliente a chiedere un parere non lo manda mica via ("ekkekazzo", tuona Italo), ma il parere, anche se l'avv.I.Medio lascia fuori il latino, i paroloni e le formule rimane spesso un po' sospeso in aria, un po' "lunare" (un po' come certi manuali di informatica, dove ti spiegano tutto, tranne quello che ti serve ...) e il cliente ci rimane un po'. Se il cliente chiede, poi, un po' di assistenza per capire meglio il parere e metterlo un po' in pratica, la distanza con l'avv.Medio aumenta .... ("ekkekazzo", si giustifica Italo, "il lavoro dell'avvocato è andare in tribunale, non seguire le paturnie del cliente").

Ecco, ci siamo arrivati: qual'è il lavoro dell'avvocato?

Certo, potremmo dire che l'avvocato è (solo) quello che va in udienza, ma allora dovremmo (per onestà verso il mercato e il cliente... che peraltro, spesso, tanto onesto non è ;-) specie con il suo avvocato *) istituire una nuova figura di professione legale.

Ma forse non è neanche questa la risposta definitiva.

Il problema, a mio avviso è duplice:

- uno è un problema di mentalità e atteggiamento. Possiamo dire che chi fa contenzioso ha il "vantaggio" (se uno è un soggetto un po' ... passatemi il termine .... "paraculo") di essere una situazione in larga misura già pregiudicata da scelte altrui, nelle quali - diciamocelo chiaramente - spesso l'avvocato può fare ben poco? Su questo spunto (volutamente provocatorio) lascio la parola a Etienne che è più lucido e sferzante di me ....

- e un altro è un problema di conoscenze e, secondo me, di specializzazione. L'avvocato tradizionale (il "causidico" , il nostro avv.Italico Medio) ha già i suoi problemi a seguire le complessità e le continue modifiche del codice di procedura. Come fa il nostro Italo a seguire le evoluzioni di un codice di rito che sforna un rito nuovo all'anno? Contiamoli: è un disastro:
- rito "ordinario" (residuale)
- rito "societario"
- rito del lavoro
- rito del lavoro applicato alle assicurazioni
- recentemente ho scoperto che c'è un rito (semplificato) per la privacy ....

Ma, siamo matti? Ma anche i magistrati, che sono, Mandrake?

Perchè poi, dopo aver "celebrato il rito" (il bello è che i nuovi riti sono stati introdotti per snellire i processi ... ha ha ha ha ah ah ... non fa ridere?. no?) bisogna esaminare il diritto sostanziale ....... e qui si apre un baratro di leggi fatte alla rinfusa, che mette alla prova gli esperti, figurarsi i "generalisti" che sono tutt'ora la maggioranza degli avvocati italiani .....

Bah


* il peggior nemico dell'avvocato, insieme all'avvocato stesso, è probabilmente il suo cliente ....

sabato 10 novembre 2007

Un "botmaster" alla sbarra ....

Le "botnet" assurgono agli onori della cronaca nella stampa italiana.

Repubblica.it pubblica la storia di un hacker, detto appunto "Botmaster" che verrà presto processato per aver infettato migliaia di PC (250.000, pare) dando vita ad una pericolosissia "botnet", ovviamente illegale.

Cosa sono le "botnet"? "Bot" è l'abbreviazione di "robot" e indica un computer (altri lo chiamano "zombie") che viene infettato da "malware" (virus e altra "monnezza") che lo pone sotto il controllo del "botmaster". In pratica il PC non presenza, per il suo proprietario, particolari sintomi, salvo un certo rallentamento di prestazioni, ma in realtà lavora per un altro padrone e si incarica di ridistribuire spam, phishing, attacchi informatici di vario tipo.

Le botnet, di cui da tempo si presumeva l'esistenza, ma che ora approderanno nelle aule di tribunale, sono il vero e proprio "cavallo da guerra" del cybercrime. E stiamo parlando di crimine, quello vero, quello che può piegare grandi società o stati interi (ricordate l'Estonia?) con la minaccia di un DDoS (Distribute Denial of Service), o svuotare centinaia di conti correnti con il phishing restando nell'ombra ....

Politica ubriaca ...

Ci lamentiamo dei nostri politici.

.... E abbiamo ragione.

Ma avete visto il video di Sarkozy ubriaco al G8 ......?



E che saranno mai le mitiche "corna" del Berlusca ....?

Se poi volete, sotto c'è la versione senza i tagli della TV francese e con commento/sottotitoli (in inglese, però):

venerdì 9 novembre 2007

La Corte di Giustizia dell'Unione Europea boccia il "bollino" SIAE

I fatti: nel 2000 la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Forlì avvia un’indagine preliminare nei confronti del sig. Schwibbert, che deteneva per la vendita un certo numero di CD contenenti riproduzioni di opere dei pittori Giorgio De Chirico e Mario Schifano. I CD, importati dalla Germania per conto di altre società in vista della loro commercializzazione nell’ambito di iniziative culturali, erano privi del contrassegno «SIAE».

Il sig. Schwibbert veniva rinviato a giudizio non già il fatto di avere riprodotto abusivamente le opere, dato che quest’ultimo era in possesso delle necessarie autorizzazioni, bensì esclusivamente perchè i CD erano privi del contrassegno «SIAE».

Nel corso del giudizio, il difensore del sig. Schwibbert ha chiesto al giudice di sottoporre una domanda di pronuncia pregiudiziale alla Corte per verificare la compatibilià della normativa italiana con il diritto comunitario. Il Tribunale civile e penale di Forlì ha accolto tale istanza, ma, nell’ordinanza di rinvio, ha semplicemente incluso in allegato la memoria dell’avvocato, senza formulare precisi quesiti.

Il risultato:
"... Per questi motivi, la Corte (Terza Sezione) dichiara: La direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio 22 giugno 1998, 98/34/CE, che prevede una procedura d’informazione nel settore delle norme e delle regolamentazioni tecniche e delle regole relative ai servizi della società dell’informazione, come modificata con direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio 20 luglio 1998, 98/48/CE, dev’essere interpretata nel senso che disposizioni nazionali come quelle di cui trattasi nella causa principale, in quanto abbiano stabilito, successivamente all’entrata in vigore della direttiva del Consiglio 28 marzo 1983, 83/189/CEE, che prevede una procedura d’informazione nel settore delle norme e delle regolamentazioni tecniche, l’obbligo di apporre sui dischi compatti contenenti opere d’arte figurativa il contrassegno «SIAE» in vista della loro commercializzazione nello Stato membro interessato, costituiscono una regola tecnica che, qualora non sia stata notificata alla Commissione, non può essere fatta valere nei confronti di un privato."

Il "bello" è che il bollino (o meglio la sua mancanza) è alla base della norma (l'art.171 bis della l.633/41) che criminalizza la duplicazione abusiva del software ....

Qui la sentenza integrale

Aggiornamento delle 13.56: Daniele Minotti, nel suo blog, mi corregge: "La duplicazione non e' una condotta che ruota intorno al contrassegno. Le altre (detenzione, importazione, ecc.) sì.
E se tanto mi da' tanto... dovrebbe cadere il 171-bis e anche il 171-ter se c'e' riferimento al contrassegno
".

Non è poco, perchè cadrebbero ad esempio i fatti non solo di detenzione, ma anche di distribuzione e importazione di software senza bollino, nonchè di viedocassette e altri supporti contenenti film ugualmente senza bollino, etc.

Il "bollino" svolge una funzione molto importante nel sistema della SIAE. Sicuramente vi saranno nuovi interventi legislativi a breve per "colmare il vuoto" e - dati questi legislatori e agendo sotto lo sprone dell'urgenza - difficilmente la modifica legislativa sarà per il meglio.

Stay tuned ....


Orizzonti


Riunione importante:
due consulenti,
cinque rappresentanti del fornitore (in trasferta da Roma),
tre rappresentanti del cliente,
sul tavolo: quaderni per appunti (carta rigata gialla, stile "legal pad"), un pc portatile, 4 blackberry/PDA, 9 cellulari di varia forma e provenienza ....
dalla finestra si vede il Pirellone. E' una giornata bellissima e molto tersa e quasi si vedono le montagne ....
Scusate l'interruzione.

giovedì 8 novembre 2007

Skype per linux 2.0 beta


Skype per linux 2.0 è uscita (per ora in beta)con una grande novità: il supporto video.

Evviva!

Che faccio, aspetto che aggiungano ai repository o aggiorno subito?

Dove va il diritto d'autore? Da leggere


"Over the past 35 years, as the public has gained greater access to the means of communications, copyright law has increasingly placed limits on the public’s access and use of that content. These limits fall into four categories: First, copyright protection has become longer and easier to get. In 1972, copyright terms were 28 years with a 28-year renewal. By 1998, those terms were extended to 70 years beyond the life of an author and 95 years in the case of corporations ....

As the law has given Hollywood, the music industry and large book publishers even greater control over their content, the public’s ability to access that content has shrunk. Like any monopoly, the copyright industries have set licensing fees so high as to prevent all but the wealthiest companies from reusing those works. And aided by damages that would bankrupt most companies and individuals, these powerful companies regularly threaten litigation for even the most incidental uses of copyrighted works, turning “fair use” into what Lawrence Lessig calls “the right to hire a lawyer.” ..."


Six Steps to Digital Copyright Sanity: Reforming a Pre-VCR Law for a YouTube World

By Gigi B. Sohn

mercoledì 7 novembre 2007

Phishing aziendale: ora il gioco si fa duro ....


Sta rimbalzando per il web la notizia che Salesforce è stata vittima di un attacco di phishing.

Che c'entra Salesforce, mica è una banca?

No certo, ma questo è un attacco di tipo diverso: infatti l'attacco non sarebbe stato rivolto - almeno inizialmente - ai clienti di Salesforce, ma ai suoi dipendenti.
Il risultato di questi attacchi, effettuati con le note tecniche del "social engineering" (furbizia, fantasia e un po' di studio dei comportamenti umani) è stato che uno dei dipendenti ha improvvidamente ceduto le sue passwords ai truffatori, i quali ne hanno approfittato per estrarre dai sistemi informativi di Salesforce dati più dettagliati dei suoi clienti (con i riferimenti dei contatti, chi chiamare e a che numero ...) per mirare meglio le truffe (tra l'altro condotte con l'uso combinato di e-mail fasulle e "malware").

Il risultato è un comunicato di Salesforce, tutto sommato imbarazzante, nella quale si avvertono i clienti delle possibili truffe

Bello no?

No, certo, il comunicato è ben scritto, ma il risultato è un incubo sotto il profilo delle pubbliche relazioni e dell'immagine. Se poi si applicasse la normativa italiana sulla sicurezza dei dati personali .......

In realtà abbiamo tutti un grave problema di sicurezza, anzi un problema diffuso, in quanto la gente (colleghi, vicini, parenti) continua a credere - nonostante ogni evidenza - che il fatto che una mai appaia provenire da qualcuno provenga effettivamente da tale soggetto ..... .

Quanto poi al valore di una password, .. ma sì, ... che sarà mai!

Ricordate, poi, il recente caso (italiano) della falsa mail che annunciava la partenza di un'indagine antitrust su Mediaset (già nell'occhio del ciclone per i fatti suoi nell'ambito degli analisti finanziari per il calo dei suoi profitti ...)?

martedì 6 novembre 2007

Un network di avvocati gay/lesbo/transgender?


La notizia sembra seria. Da Thelawyer.com: "Clifford Chance is setting up a lesbian, gay, bisexual and transgender (LGBT) network ...... ".
Ovviamente non ho nulla in contrario rispetto a chi ha orientamenti sessuali diversi.
Quello che mi incuriosisce, visto che da tutto l'articolo traspare la volontà di essere 'politically correct' al massimo grado (e magari - ma è solo una mia maliziosa supposizione - porsi un po' al riparo da cause di discriminazione che sembra stiano fioccando) è la creazione di un network (separato?)
Se credi nel valore della diversità (con e senza doppi sensi) non sarebbe meglio integrare i diversi nella propria struttura?

lunedì 5 novembre 2007

Wikipedia può diffamare impunemente?


Numerosi siti stanno pubblicando la notizia di una sentenza di un tribunale francese (il "Tribunal de grande instance" di Parigi) che ha riconosciuto Wikpedia innocente di alcune informazioni diffamatorie pubblicate sulle sue pagine.

Poco si dice e poco si spiega sul significato di quella pronuncia. Anzi, i titoli delle news suggeriscono di tutto e di più ("Wikipedia può diffamare impunemente").

Perchè Wikipedia non stata è responsabile di quanto pubblicato? Esiste una norma giuridica precisa (una volta tanto) inserita nella direttiva europea sul commercio elettronico che esenta i fornitori dei servizi di hosting dall'obbligo di sorveglianza preventiva rispetto a quanto pubblicato. La responsabilità torna a sussistere se, volta che il contenuto diffamatorio è stato segnalato (la norma precisa che il contenuto deve essere evidentemente lesivo), il provider non si attiva per eliminarlo

La norma è stata introdotto proprio a seguito di un precedente caso francese (il caso di Altern.org) che aveva mostrato che il modello del controllo preventivo era incompatibile con i servizi di hosting gratuito (come blogspost, del resto). In sostanza, bisognava scegliere e hanno scelto ....

Fortunatamente

domenica 4 novembre 2007

Sicurezza informatica? Ha, ha, ha .....


Chi ha mai detto che un'appropriata sicurezza informatica protegge adeguatamente i nostri dati?

Su theregister una storia paradigmatica su un centro elettronico che subisce furti ingenti di harware "di produzione" (quindi con tutte le memorie cariche di dati) per la quarta volta in due anni insegna come non si debba mai dimenticare qualche apprestamento difensivo più "concreto" rispetto alla semplice "sicurezza logica".

Ad una prossima puntata qualche considerazione sull'aspetto umano (il "wetware", aka "PEBKAC": Problem Exists Between Keyboard And Chair).

sabato 3 novembre 2007

Pirateria musicale


Interessanti i risultati di una ricerca commissionata dal governo canadese, secondo la quale tra i soggetti dediti al dowlnloading della musica il "consumo" di musica legale non cala, anzi .....

Contemporaneamente sentiamo di fortissime multe appioppate, anche in Italia, a soggetti che scambiano illegalmente file musicali e altre opere protette.

Non stiamo parlando di soggetti che hanno fatto commercio di opere musicali/film, stiamo parlando di "uso personale". Hanno condiviso e scambiato, è vero, grandi quantità di "opere protette", ma la differenza tra uso personale e commercio (in termini legali, il "fine di lucro") mi sembrerebbe dover ancora contare qualcosa ...

E' allora?

Chi ha ragione, il governo canadese o la FIMI che denuncia che " a pirateria digitale non è un problema di quattro ragazzetti che scaricano a sbafo ma una seria minaccia per l'industria della creatività. Colpire i grandi spacciatori di musica illegale, costituisce un segnale di fermezza contro una crescente attività organizzata che causa notevoli danni ai nuovi business model della musica in rete"?

Al di là del tono emotivo (e superficiale) dell'esponente della FIMI, ha senso appioppare multe di diverse decine di milioni di euro a dei privati?

Sia chiaro, come si è giustamente osservato, queste multe non verranno pagate sul serio o - quanto meno - non verranno pagate integralmente(bella forza, chi ha i soldi per pagarle ...), ma intanto case e stipendi verranno pignorati ......

Ha senso rovinare letteralmente delle persone per illeciti come questi? Non è che si è perso qualsiasi senso di proporzione?

venerdì 2 novembre 2007

Giustizia Vs. disabilità 1-0


Non è consentita la sosta nelle aree riservate alle auto delle forze
dell’ordine neppure ai cittadini portatori di handicap (Corte Suprema di
Cassazione, Sezione II Civile, Sentenza n. 17689 del 14 agosto
2007
).


I fatti: un disabile parcheggia su uno spazio riservato alle Forze dell'ordine e per questo viene multato.
Il disabile è però un avvocato (azz.... a quelli fare causa non costa nulla... ;-)) e fa opposizione alla multa. Nonostante il ricorso, però, perde l'opposizione sia adavanti al Giudice di Pace che, a seguito di sua impugnazione, in Cassazione.
La Corte di Cassazione si affretta a motivare affermando che tra le esigenze del disabile, pur con riconosciute ridotte capacità motorie, e le esigenze della collettività queste ultime dovrebbero prevalere visto l' "alto ... rischio di serio intralcio" all'opera di queste ultime "con evidenti ricadute negative su beni quali l'ordine, la sicurezza nonchè l'incolumità pubblica". Il disabile metteva evidentemente a rischio niente di meno che l'incolumità pubblica ....
Tanti aggettivi, tanti paroloni, ma niente di concreto.
Rimane in bocca l'amaro del dubbio che l' (amministrazione della) Giustizia abbia finito con il prevalere, perchè sono certo d'accordo che tra le esigenze del singolo e quelle della collettività queste utlime possano, previa seria valutazione, prevalere.

Qui però non è chiaro - in concreto - quali siano le esigenze della collettività. I posti riservati servivano per inderogabili esigenze di servizio o - più semplicemente - per sveltire il funzionamento dell'amministrazione della Polizia (agevolare l'accesso a Tribunali o altri uffici pubblici)? C'erano parcheggi per disabili nelle vicinanze?

Io credo che in dererminati casi l'interesse del pubblico funzionario debba cedere nei riguardi dell'interesse del singolo cittadino, ma di questo non vi è traccia nella sentenza.
Bah...

giovedì 1 novembre 2007

Snow crash


Da leggere.
Snow Crash, di Neal Stephnson, edito in Italia da Rizzoli e disponibile in paperback.
Ambientato in un futuro dove dominano le reti in franchising (la mafia stessa si è evoluta in una rete di franchising) e lo stato si è ridotto ad un'organizzazione come tante. "Snow crash" è l' "effetto neve" che segnala un totale crash del sistema e nel libro è un virus informatico capace di attaccare il cervello degli hacker stessi.
Il tema di fondo del romanzo (il virus trarrebbe origine da studi della civiltà dei sumeri) è forse un po' cervellotico, ma il racconto è sempre teso, ironico, avvincente e, soprattutto, attuale .
Precorre il futuro (è stato scritto nel 1992) tra l'altro ipotizzando una sorta di "second life" (il "metaverso") nella quale si svolgono parte delle azioni del libro.

Perchè Faust?

"Con Faust ho preso un abbaglio... è stato un errore colossale, memorabile... Quel miserabile non ce l'aveva affatto l'anima, e per questo sembrava ne traboccasse: era posseduto soltanto da un'inestinguibile frenesia progettuale, del continuo fare e disfare, senza altro scopo che l'azione di per sé stessa ... "
(Fernando Savater, 19
93, Creature dell'aria - Monologo XII Parla Mefistofele).
Questa citazione (l'ho ripresa da Wikipedia, non sono così colto) è fantastica. Il mito del dottor Faust e del suo patto con il diavolo, poco o tanto, lo conosciamo tutti. Tutti quanti ci siamo sentiti dei piccoli Faust quando, una volta o l'altra, abbiamo dovuto scendere a patti con questo o quel "diavolo". Ma, anche per ciascuno di noi, esiste un' "anima" o siamo solo un "
continuo fare e disfare, senza altro scopo che l'azione di per sé stessa"? Forse è questo il primo e più grosso dilemma. Forse ogni tanto è giusto a sedersi e riflettere .....
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